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5

Louis

Mi sveglio di colpo quando mi accorgo di essere sul bordo del sedile. Il treno si sta fermando e le luci sono accese, con sorpresa degli altri soldati svegli. Alcuni si lamentano, mentre altri iniziano ad alzarsi e stirare i muscoli. Mi strofino gli occhi e sbadiglio, mentre mi riposiziono bene sul sedile.

Una fitta mi colpisce il fianco e paralizza i miei movimenti. Faccio un respiro profondo e mi appoggio alla finestra, così da alzare la giacca e scoprire i pantaloni. L'indumento è attraversato da un taglio, coperto a sua volta da sangue. Inspiro bruscamente quando rimuovo il materiale dalla ferita e osservo il danno.

Non è così male, non ho bisogno di punti. Solo un piccolo taglio provocato da una caduta. Ricopro la ferita mentre gli uomini intorno a me cominciano a mettersi in fila per uscire dal treno, perciò mi alzo. Li seguo al di fuori e mi avvio con loro verso la stazione, identica a quella da cui siamo arrivati. È abbastanza grande, ma non c'è anima viva.

Una volta usciti, riconosco subito un grande edificio a distanza dove diversi soldati sono radunati. La fila comincia a procedere verso di loro e attraversiamo la strada nella scura, fredda notte. Nel frattempo, cerco di coprirmi dietro il soldato di fronte a me.

Mentre camminiamo, sorpassiamo un corpo steso sul pavimento. Ma tutti i soldati continuano a guardare avanti, non donando all'uomo neanche uno sguardo. Mi fermo e boccheggio quando realizzo che l'uomo è un ufficiale, e la sua testa è immersa in una pozza di sangue sul pavimento sotto di lui. Copro la bocca con le mani per mandare giu un coniato di vomito e gli occhi cominciano a bruciare. Quando torno in fila, tutti i soldati stanno scendendo le scale della stazione.

Do un ultimo sguardo all'ufficiale incosciente, e me ne pento immediatamente. Mi sento sempre peggio quando continuo ad allontanarmi dal suo corpo. Corro per raggiungere i soldati, che adesso stanno attraversando le porte di quel misterioso edificio. All'esterno non c'è nessuno ora, tutti gli uomini sono già dentro. Cerco di confondermi con gli ultimi rimasti, uno ad uno, e lascio scorrere la porta dietro di me quando entriamo.

L'odore di cibo colpisce il mio olfatto immediatamente, e istintivamente comincio ad avere l'acquolina in bocca al solo pensiero. Non mangio qualcosa di decente da mesi. Solo scarti di cibo. Non pensavo potessi vivere così a lungo da poter consumare un pasto discreto.

La fila dei soldati con cui ho viaggiato continua ad avanzare verso la fila per il cibo dall'altra parte della stanza. Sono posizionati uno dietro l'altro, e tutta l'attenzione è posta su di loro.

Da lontano sembrano così nuovi e preparati. Sono molto diversi dal resto di soldati. La maggior parte di noi è stanca e abbattuta, e tutto ciò che vogliamo fare è dormire o addirittura morire. Questi soldati invece sembrano determinati. Sembrano pronti a combattere per ore con un preavviso di pochi secondi. Sembrano poter vincere questa guerra. La loro aura urla per attenzione, per potere.
Ma questo è il modello da cui tutti abbiamo iniziato. Ogni soldato appare così prima di vedere cosa la vera battaglia include.
Non appariranno così per molto tempo. Non durerà.

Osservo gli uomini intorno a me, e noto quanta ragione io abbia. Tutti gli uomini qua dentro sembrano abbattuti e sconfitti. Quasi tutti hanno perso i loro zaini e le pistole. Molti hanno uniformi strappati e pezzi di vestiti mancanti, o sono coperti di sangue e bende. Tutti hanno grosse occhiaie sotto gli occhi e sembrano quasi morti.
Ed io non ho dubbi sul sembrare come loro.

I miei occhi vacillano da faccia a faccia, osservando ogni soldato nella stanza. Stanno tutti mangiando, osservando le nuove reclute, o solamente discutendo tra di loro. Tutti eccetto uno.

Il mio corpo s'immobilizza quando incontro lo sguardo di uno dei soldati. Sta guardando verso di me con un espressione intensa, mentre sembra studiarmi. Mi blocco e guardo dritto verso la sua direzione.