La guardai mentre si infilava quel pantalone a vita alta a righe per poi accovacciarsi a terra alla ricerca della maglia uguale, maglia che a me sembrava molto un reggiseno: un reggiseno per uscire, ecco come avrei potuto descriverlo!
Mi abbassai dietro di lei baciandole la schiena scoperta, se avessi voluto avrei potuto contarle le vertebre eppure nessuno lo avrebbe mai detto vedendola in piedi. Delle volte avevo la sensazione che fosse talmente fragile da poterla rompere con le mie stesse mani.
"Dai che tra dieci minuti dobbiamo essere in camera di Bubbly!" disse lei ridendo
Le soffiai dietro al collo un bacio e mi rimisi in piedi dietro di lei vedendole la pelle che le si riempiva di brividi. Lasciò scivolare il reggiseno nella valigia senza curarsi di dove finisse e si chiuse quello per uscire.
"Io sono pronto..." risposi alzando le spalle
"Togliti quel ghigno soddisfatto dalla faccia!" esclamò puntandomi contro un dito prima di scavalcarmi per andare verso la valigia delle scarpe.
Prima di entrare negli Snakes Venom pensavo che mia sorella fosse esagerata quando facesse le valigie, soprattutto perché spettava a me caricarle in macchina, ma conoscendo Lottie e Willow avevo fatto una scoperta sorprendente: per essere donna mia sorella era una minimalista!
Lanciò una giacca di jeans sul letto, buttò per terra i sandali altissimi color ottone e fiondò un paio di occhiali nella borsetta nera prima di infilarsi alla rinfusa gli anelli e gli orecchini che aveva preso dalla valigia appena le era stata inviata la sua foto.
"Io sono pronta!" esclamò in fine alzando le spalle " E credo che questa camicia ti stia molto bene." Aggiunse guardandomi dal basso verso l'alto.
Io risi, recuperai i suoi tacchi da terra e camminai verso la porta.
Appena entrammo nella stanza della bionda venimmo invasi da una musica dalla melodia latina che fece iniziare anche la mora a ballare insieme all'altra pazza squinternata vestita con un lungo kimono aperto della stessa fantasia dei vestiti di Lottie.
"Queste due insieme sono ingestibili!" commentò Jasper mentre gli venivano sistemati i capelli
"E Val non aiuta..." commentai vedendo il ragazzo che cantava e le riprendeva con il cellulare.

Alle quattro in punto ci facemmo trovare fuori l'ascensore del nostro piano e quella puntualità sconvolse sia Rachel che Kim. Ci guardarono confusi ed un po' preoccupati, poi alzarono le spalle e ci fecero entrare in ascensore. La piccola cabina di metallo emise un suono stridulo facendo comparire un'espressione di terrore sulla faccia di Valerio, aveva sempre avuto paura delle ascensori ed ogni volta che succedeva qualcosa di anche minimamente diverso dal normale iniziava a parlottare in spagnolo chiedendosi perché non avessero preso le scale. Rachel alzava gli occhi al cielo, stanca di dirgli che non potevamo prendere le scale perché altrimenti ci avrebbero bloccato prima ancora di uscire dall'albergo, e Willow gli accarezzava la schiena dicendogli che non era niente. Lo faceva sempre. Lo faceva con tutti. Willow aveva questa straordinaria capacità di tranquillizzarci, cosa che la rossa le aveva sempre invidiato un po' perché ci provava sempre, ma non ci riusciva mai.
Con Lottie invece, c'è sempre stato un rapporto amore-odio perché la più piccola non ha mai saputo tenersi neanche una singola parola: qualsiasi cosa non le andasse bene, lei la diceva; qualsiasi cosa le sembrasse ingiusta, la diceva; qualsiasi imposizione senza motivo ovvio, la disobbediva. Finiva sempre per fare quello che le pareva, nei limiti del possibile, e questa cosa mandava Rachel su tutte le furie perché la rendeva incontrollabile. Lottie era una bomba impossibile da disinnescare, tutto quello che si poteva tentare era di non farla esplodere.
Lo pensai anche quel pomeriggio, mentre i bottoni dell'ascensore si illuminavano uno dopo l'altro indicando il piano sul quale ci trovassimo. Non so perché mi venne in mente, forse solo per il modo in cui se ne stava zitta con il cellulare tra le mani: le unghie colorate di rosso brillante ed il tatuaggio del serpente che le si attorcigliava intorno al dito; quello lo avevamo tutti, ce lo eravamo tatuati a Madrid durante il nostro primo tour, ma lei aveva tanti piccoli tatuaggi sparsi per il corpo che in pochi conoscevano o notavano. Io li conoscevo tutti. Sapevo esattamente dove stessero, in che direzione andassero, cosa significassero. E lei conosceva i miei, tutti. Nonostante ne avessi una collezione infinita ed in continua crescita.
Alzò lo sguardo dal cellulare incastrando i suoi occhi nei miei ed in modo silenzioso mi chiese perché la stessi guardando, l'aveva sempre incuriosita sapere cosa pensassi di lei, ma io non gliel'ho mai chiaramente detto, se non poche volte. Eppure pensavo sempre che come lei non ce ne fossero, a prescindere dal tempo che passava. Scossi il capo e le regalai un largo sorriso, uno di quelli che solo lei era in grado di farmi fare.
"Ragazzi, le porte!" esclamò Rachel toccandoci le spalle.
Lei mi sorrise e poi si calò gli occhiali da sole sugli occhi chiari: eravamo tornati ad essere le versioni famose di noi.
"Vado io avanti!" esclamò Valerio uscendo seguito a ruota da Willow
Era una schema che le due ragazze avevano imparato a memoria: quando stavamo in mezzo ad una folla non controllata, loro tra due di noi così che nessun paparazzo in un momento d'ira potesse afferrarle per avere delle foto. Sanno essere abbastanza invadenti.

"Ragazzi, se riuscite, potreste essere un po' meno?" domandò Rachel quando la portiera dell'automobile venne chiusa
"Esattamente un po' meno cosa?" domandò la mora facendo scoppiare il chewing-gum tra le labbra rosse
"Meno attaccati." Aggiunse la donna facendo dondolare il suo sguardo da me a Lottie, da Lottie a me.
Vidi il suo sguardo assottigliarsi, il pugno stringersi sul pantalone e poggiai la mia mano sulla sua: lei non era mai stata brava a nascondere quello che provava, anche quando non parlava la sua faccia era talmente espressiva da far capire tutti i suoi pensieri.
"Non è colpa mia se le persone sono intelligenti." Disse alzando le spalle "Se mi attacco a Valerio o a Jasper o a Willow ignorando Edward lo capiranno uguale, più che fingere che sia come gli altri non so che fare."
"Credo siano paranoie esagerate quelle che ti fai..." confessai con tono fermo e sguardo fisso su di lei "Ci sono voci di relazioni su tutti, solo perché la nostra sia vera non la rende più credibile di altre. Abbiamo già accettato di non dichiarare, di comportarci normalmente davanti le telecamere come ci comporteremmo con qualsiasi altro della band... Ma tu non esagerare."
Jasper si grattò la nuca e spostò lo sguardo fuori dal finestrino, Willow sorrise all'amica e Valerio alzò le spalle come a farle segno di arrendersi. Quanto avrei voluto che si arrendesse.

I M&G sono sempre stati un evento che mi ha divertito, infondo si trattava di venire direttamente a contatto con quelle persone che rendevano il nostro sogno possibile e poter instaurare un contatto diretto con loro. Ovunque si tenessero, avevano sempre un'affluenza molto variegata: ragazze, ragazzi, quelli più piccoli accompagnati dai genitori. C'era sempre una grande confusione e per questo spesso noi stavamo in una stanza diversa da quella della fila, non potevamo stare molto con loro: il tempo di un autografo, di un abbraccio, foto e via. Non era molto, ma per noi contava tanto.
La cosa che riusciva maggiormente a rompermi il cuore erano le bambine che correvano verso di noi: quando le vedevamo arrivare ci inginocchiavamo o sedavamo a terra per essere della loro stessa altezza e le stringevamo verso di noi. Tutte sembravano avere un debole per le due ragazze, gli portavano spesso delle coroncine in regalo e quando qualcuna aveva un ragazzo preferito spesso gli diceva che fosse il suo principe azzurro.
Il mio cuore di pietra, come lo definivano tutti e come un po' lo è sempre stato, si scioglieva in acqua in due situazioni:
1) quando una di quelle piccole dondolanti principessine vestite mi diceva che fossi il suo principe azzurro o il suo eroe
2) quando Lottie ne prendeva una in braccio e iniziava a ballarci insieme
Quel pomeriggio successe un paio di volte e per la prima volta in tutta la mia vita mi balenò un pensiero nella testa: che non avrei mai potuto avere figlie, mi sarei trasformato in King Kong.
Per quanto riguarda gli altri... Tutti avevano un preferito e tutti stravedevano per tutti, era un po' a caso la cosa, nessun ordine preciso.
Ci divertivamo come dei bambini a Natale, facevamo chiasso e ridevamo.
Era stancante e spesso significava stare ore ed ore in piedi, molto spesso Willow e Lottie abbandonavano le scarpe con i tacchi dopo un paio d'ore. Internet conserva un trilione di foto delle due prese in braccio da qualche fan (cosa che non mi faceva impazzire ad essere onesto) o sollevate da terra da uno di noi tre.
Alla fine, quando potevamo, con l'ultima persona della fila trascorrevamo sempre un po' di tempo in più per farle capire che ne era valsa la pena aspettare ed era una cosa che Rachel non tollerava: eravamo stanchi, spesso affamati e con quelle poche fortunate lasciavamo vedere un po' più del nostro lato umano, la rossa temeva che vedessero troppo.
Io sono sempre stato convinto che quei barlumi di spontaneità e normalità sono quello che hanno sempre amato di più degli Snake Venom.

-- Spazio Autrice --

Buona sera a tutti, bella gente!
Come sta andando la vostra quarantena? Spero stiate tutti bene ed al sicuro.
Come avevo già accennato questa sera ci sarà qualche capitolo in più a vostra disposizione, poi inizieranno ad essere pubblicati con più regolarità per questo vi chiedo di non perdere lo spazio autrice dei prossimi capitoli dove potrete trovare più informazioni a riguardo!
Detto questo, credo di avervi annoiato abbastanza per ora.
Che ve ne pare del capitolo?
Fatemi sapere cosa ne pensate attraverso i voti ed il commenti!
Grazie mille per il vostro affetto, a presto!

SNAKES VENOM -L'onda del successo-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora