Capitolo 3

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Attraverso l'atrio di questo enorme edificio e dopo aver ritirato il mio tesserino mi dirigo presso gli ascensori.

So già che devo salire all'ultimo piano dove mi aspetta la signora Foster per farmi conoscere un po' le mie mansioni.

Arrivo all'ultimo piano alle 8:00 in punto davanti la postazione della signora Foster, che da oggi sarà la mia.

Mi saluta con un abbraccio affettuoso e mi dice che è arrivato il momento di presentarmi il signor Carter e mi conduce davanti l'imponente porta vicina alla sua postazione.

Bussa ed entriamo subito dopo che  una voce da infarto ci abbia dato il permesso.

Quando entro mi incanto a guardare tutti i dettagli di  questo splendido ed enorme ufficio, ben arredato nei toni del bianco e nero, ma la mia attenzione viene calamitata subito dall'imponente uomo dietro la scrivania, che parla al telefono mentre scrive sui dei fogli senza guardarci nemmeno, ma io non riesco a spostare i miei occhi da lui che si muove e parla con una sicurezza disarmante.

Terminata la sua telefonata i suoi occhi si spostano per la prima volta  a guardare i miei, ed io rimango stregata da quei suoi occhi stupendi, blu come il cielo in burrasca. 

Non so per quanto tempo rimaniamo a fissarci, ci interrompe solo la signora Foster.

<Signor Carter volevo presentarle la signorina Chloe Evans, che prederà da oggi il mio posto>

<Salve signor Carter, sarà un piacere lavorare per lei> dico imbarazza.

<Lo vedremo> mi dice lui con tono un po' scettico.

<Adesso le spiegherò tutte le sue mansioni e poi andrò via> dice la signora Foster, togliendomi dall'imbarazzo.

<D'accordo signora Foster mi raccomando mi fido di lei, non voglio errori di alcun genere>

<Sarà fatto signore> ed usciamo immediatamente dal suo ufficio, con la sensazione che mentre mi allontano i suoi occhi mi guardino da capo a piedi.

Ci incamminiamo nella mia nuova postazione e dopo avermi spiegato tutto, per filo e per segno, ci salutiamo ed io inizio ufficialmente il mio primo giorno di lavoro, non mi sembra molto difficile praticamente devo prendere le sue telefonate, segnare i vari appuntamenti e tutte le cose che fa una comune segretaria.

Alle 10:30 suona il telefono, ma con un suono diverso dalle altre telefonate ricevute in tutta la mattinata, quindi immagino sia una chiamata interna, quindi rispondo velocemente.

<Signorina, potrebbe portarmi un caffè nel mio ufficio?> tremo solo al suono della sua voce.

<Si certo signore, arrivo subito>

Dopo aver preparato il caffè, nella saletta in fondo al corridoio, mi avvio nel suo ufficio con la speranza di non versarmelo addosso.

Busso e dopo qualche secondo sento la sua voce sensuale che mi dice di entrare, io mi avvio davanti alla sua scrivania,  cercando di non guardarlo e sperando di non cadere rovinosamente per terra.

Poggio il caffè davanti a lui, alzo gli occhi che di nuovo si incontrano con i suoi, in un gioco di sguardi e di tensione.

<Le serve qualcos'altro signor Carter?>

<No, per adesso va bene così se mi servirà qualcos'altro la chiamerò> ed io annuisco ed esco dal suo ufficio con il fiato in gola, spero solo che con il tempo, questo strano effetto che mi suscita passi  in fretta.

Non mi rendo conto che sono già le 17:00 ed il mio orario di lavoro è terminato, mi avvio nel suo ufficio per dirgli se gli serve qualcosa prima di andare via, ma nemmeno il tempo di bussare alla sua porta che si spalanca di scatto, ci ritroviamo uno di fronte all'altro e non posso non notare la sua altezza e imponenza che mi sovrasta.

<Mi scusi, stavo per venire a chiederle se le serviva qualcosa prima che io vada via>

<Si mandi per i email i miei appuntamenti per domani e dopo può andare> dice con i suoi occhi blu che mi fissano con sicurezza, io annuisco e vado nella mia scrivania per inviargli i suoi appuntamenti per domani, poi prendo la borsa è la mia giacca e mi avvio verso gli ascensori, attendo un po' quando lo sento alle mie spalle mi volto a guardarlo e gli faccio un timido sorriso, quando sento le porte aprirsi entriamo insieme.

Subito l'ascensore si impregna del suo costosissimo profumo, lo guardo di sfuggita attraverso il riflesso delle porte e noto che anche lui mi sta guardando e non capisco che diavolo mi succede accanto quest'uomo, si e bellissimo e carismatico ma non è di certo il primo bel ragazzo che incontro, infondo vivo a New York che è piena zeppa di ragazzi stupendi, poi so perfettamente che e sposato quindi devo assolutamente calmarmi se non voglio fargli notare l'effetto che mi fa, se non voglio perdere il lavoro.

Appena arrivo a casa la prima cosa che faccio e togliermi le mie amatissime, ma scomodissime scarpe poi mi avvio in cucina e vi trovo le mie amiche che appena mi vedono mi chiedono di raccontare il mio primo giorno di lavoro.

Sospiro e incomincio a raccontare tutta la mia giornata, evitando di parlare del mio capo, ma ci pensa Tess è la sua curiosità

<E del tuo capo che ci dici? e davvero così bello come in foto?> io la guardo tristemente.

<No affatto, di presenza e molto ma malto più bello, alto e imponente e poi i suoi fantastici occhi blu sono da infarto mai visto niente del genere> dico tutto d'un  fiato.         

Le mie amiche rimangono a fissarmi scioccate.

<Va bene, va bene Chloe abbiamo capito che e un Dio greco, ma ti ricordo che e sposato forse ti era sfuggito>

<Ma scherzi? Sai benissimo che non sono quel tipo di donna, adesso non voglio più parlarne sono troppo stanca, vado a fare un bagno> dico lasciandole a guardarmi ancora inebetite.

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