1.non potrai mai avvicinarti a quella ragazza

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Marinette poggiò la mano su quella dell'autista che glie l'aveva appena posta,scendendo lentamente da ciò che l'aveva portata fin lì.

Alzò lo sguardo per guardare la nave davanti a sè in tutta la sua grandezza e fingendo di non essere affatto meravigliata,anche se lo era abbastanza.

-non capisco il motivo di tutto questo gran chiasso.-disse,girandosi verso Nathaniel che era appena sceso,poggiando una mano sul suo cappello.
-non sembra più grande del Mauretania-

-Si può essere plausibili riguardo alcune cose,Marinette,ma non riguardo il Titanic.-rispose.-è almeno 30 metri più lungo del Mauretania,e molto più lussuoso.-sospirò il rosso,girandosi verso la donna di una cinquantina d'anni scendere con l'aiuto dello stesso autista.

-Sua figlia è davvero impossibile da sbalordire.-comunicò,con un sorriso forzato sulle labbra.

La donna si fece scappare una risatina e si avvicinò di più alla nave.
-Allora sarebbe questa la nave che dicono inaffondabile.-commentò.

-È inaffondabile,nemmeno Dio può far affondare questa nave.-rispose Nathaniel alle sue spalle.

-Adrien,sei pazzo?!Hai scommesso tutto quello che avevo!-lo riprese Nino.

-Quando non hai niente,non hai nulla da perdere.-

Adrien assunse uno sguardo divertito sul volto e si girò verso i loro sfidanti che stavano ancora discutendo nella loro madre lingua.

-Allora.-iniziò,appena finirono di parlare.-la vita di qualcuno qui sta per cambiare.Nino?-chiamò.

-Niente.-rispose lui freddo,sapendo già di aver perso tutto il suo risparmio.

-Pierre?-chiamò ancora,girandosi verso il ragazzo affianco Nino che con sguardo deluso rispose allo stesso modo del moro.

Adrien si girò verso l'ultimo che,tibutante,poggiò la carta sul tavolo di legno.

Il biondo a quella vista sospirò.
-Mi dispiace,Nino.-

-Ma come ti dispiace?!-ringhiò lui.

-Mi dispiace perché non vedrai tua madre per un po' di tempo.-lo fermò,guardando con un ghigno stampato in volto il suo sguardo confuso.-perché ce ne andiamo in America fratello!-esclamò entusiasta,buttando le carte vincenti sul piano.

Nino a quella frase si alzò,stringendo tra le sue mani due delle tante banconote che aveva scommesso,urlando a squarciagola per la loro vittoria.

Pierre si levò lo stuzzicadenti dalla bocca e prese Adrien per il colletto della maglia,stringendo l'altra mano in un pugno davanti il viso del ragazzo.

Il 23enne chiuse gli occhi attendendo il pugno che,per sua sorpresa,arrivò all'amico di Pierre.
Adrien a quella scena rise divertito e guardò Nino che rise altrettanto.

Uno schiocco di dita fermò le risate dei tre.
-Il Titanic va in America.-pronunciò il barista,indicando l'orologio sul muro bianco.
-tra cinque minuti.-

I due ragazzi a quella comunicazione presero tutti i premi posizionati sul tavolo per la squadra vincente e le valigie poi uscirono in fretta dal bar,correndo il più veloce possibile verso l'entrata della nave.

-Sei un pazzo!-urlò il suo amico divertito,mentre correvano a perdi fiato verso l'ingresso.

-Può darsi ma li ho trovati io i biglietti!-rispose con il fiatone mentre continuava a correre velocemente.

-Aspettate!-esclamò,alzando il braccio per farsi notare.-Aspettate!Siamo passeggeri!-disse,dando il biglietto alla persona che stava per chiudere.

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