Capitolo 9

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Lo spazio autrice lo scriverò nel capitolo successivo, dove dirò un po' di cose.

Buona lettura.🌷




DRAKE 

Quando mi svegliai, a darmi il buongiorno fu il mio forte mal di testa e lo stomaco sottosopra. Mi passai le mani sul volto e cercai di mettere a fuoco l'immagine davanti a me; notai subito le pareti lilla. A meno che non l'avessi ridipinta la notte passata, quella non era la mia camera. Osservai meglio ogni angolo della stanza e spalancai gli occhi quando capii dove mi trovavo. Girai bruscamente la testa alla mia sinistra, peggiorando le fitte alle tempie, e quando vidi Virginia ebbi la conferma dei miei sospetti. Era avvolta dalle coperte e non ci voleva un genio per capire che, oltre a quelle, non indossava nient'altro. Avevo passato la notte con lei e non ricordavo nemmeno come fosse successo. 

«Oh merda», mormorai quando mi resi conto di quel che avevo fatto. Scattai fuori dal letto e cercai i miei vestiti sparsi sul pavimento. Nella tasca dei jeans trovai il mio cellulare, così controllai l'ora. Erano le otto di mattina. 

Verificai se in giro ci fossero altre cose che mi appartenessero, ma per fortuna avevo preso tutto. Stavo per uscire da quella porta, intenzionato a non attraversarla più, quando sentii: «Dove vai?»

La guardai con sguardo ovvio. «A casa mia», e feci per andarmene. 

«Cosa?», la vidi alzarsi dal letto e mettersi una mia vecchia maglia che tempo fa avevo dimenticato da lei. Non me l'aveva più restituita e a me non importava più di tanto, poteva anche tenersela. «Te ne vai così?»

Mi trattenni dallo sbuffare. «E come dovrei andarmene, Virginia? Non so come ho fatto a ritrovarmi nel tuo letto, non ricordo nulla, ma so che è stato uno sbaglio».

«E da quando venire a letto con me è uno sbaglio? Fino a qualche settimana fa non ti dispiaceva affatto».

Sbuffai. «Lo so, ma adesso è diverso...».

«Certo», mi interruppe. «Adesso c'è la dolce Crystal! Nemmeno vederla con un altro te l'ha fatta togliere dalla testa».

In quel momento capii perché la sera prima non mi aveva mandato al diavolo quando l'avevo rifiutata, prima di andare a cercare Crystal. L'aveva vista parlare con quel tipo prima di me; conoscendomi, era convinta che sarei andato a cercarla e che avrei reagito in malo modo quando li avrei visti insieme. Non aveva previsto che avrei scambiato quel ragazzo per un molestatore, tuttavia era andato tutto secondo i suoi piani: io mi ero infuriato per quello che era successo e Virginia era venuta a cercarmi di proposito. Avevo bevuto qualche bicchiere di troppo ed ero cascato come uno sciocco tra le sue braccia, e poi nel suo letto. 

Dal mio sguardo dovette aver capito che avevo collegato tutto. Alzò le spalle con fare non curante, come se non avesse architettato tutto per avermi di nuovo per sé, anche se non era mai stato del tutto così. «Ti stavi allontanando da me per una che conosci appena! Non potevo permetterlo», si giustificò. 

«Non avresti dovuto intrometterti, Virginia. Se mi avvicino o meno a lei sono soltanto affari miei!». Stufo di continuare a discuterne, mi avvicinai di più alla porta ed afferrai la maniglia, ma non riuscii a piagarla perché Virginia mi strinse il polso per impedirmi di andare via. Stavamo sfociando nel ridicolo e la cosa non mi divertiva per niente. 

«Cos'ha lei più di me? Perché gode così tanto del tuo interesse?». Sembrava disperata mentre mi fissava con gli occhi imploranti. Occhi che anni fa mi avevano intrigato e spinto ad entrare in una relazione che non si sarebbe mai potuta definire tale. 

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