Capitolo 1

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Uscita dall'appartamento, al primo piano, salutai Murphy, il nostro portiere e uscii di casa e mi diressi verso lo Starbucks Sulla quinta. Da casa mia ci vorranno cinque minuti contati, quindi vado a piedi, approfitando di quella manciata di minuti per stare sola con i miei pensieri.

Durante il tragitto passai accanto alla vetrina di un negozio di antiquariato, anche se non ho capito se sia più vecchia la merce o la proprietaria del negozio, che credo risalga all'età vittoriana ma gli storici non sono mai riusciti a fare studi più approfonditi sulla mesozoica creatura. Mi fermai un attimo per guardare la mia immagine nel riflesso. Alle medie odiavo il mio corpo, troppo gracile e ossuto e miei capelli sempre crespi e dal colore indefinito. Ma dal primo liceo, o dall'incontro dell' uragano Lexi, cambiai completamente. Durante l'estate il mio corpo si era tonificato e non davo più l'impressione di poter volare via con una folata di vento, Lexi invece mi fece cambiare abbigliamento e mi aiutò a curare i capelli che sono diventati più luminosi e il mio biondo cenere era più valorizzato.
Ma il mio vero punto di forza sono gli occhi, ambra, che, incorniciati dalle ciocche bionde, risaltavano ancora di più. Mi trovavo carina ma niente di più.

Continuai a camminare fino allo Starbucks quando una, non ben definita, entità mi placcò con la grazia di un rugbista. Ovviamente non poteva che essere Lexi. I suoi capelli neri facevano risaltare i suoi occhi verdi, era un verde un po' opaco, ma li illuminava con la sua solita felicità.
"Lory! Mi sei mancata un sacco" esclamò ancora tenendomi in posizione yoga kundalimico tra sue braccia. Era più alta di me di  cinque centimetri ma la vedevo comunque torreggiare sul mio modesto metro e sessantotto.
"Anche tu, ma mi piacerebbe tanto tornare a respirare" mugugnai ancora vittima della sua presa
"Oh certo, scusa" e così mi lasciò tornare a immettere aria nei polmoni "Ho già preso la nostra colazione!" Disse mostrandomi tutta fiera i nostri due caffè macchiati appoggiati sul tavolino dietro di lei e due biscotti al cioccolato grandi quanto la mia faccia.
"Sei fantastica" le dissi già in procinto di imbottirmi di zucchero.

Una volta finita finita la nostra colazione di routine ci avviamo, a braccetto, verso la scuola come ogni mattina. Peccato che allora non sapessi che varcando quella soglia avrei detto addio alla mia vita monotona, per lasciar spazio ad una marea di eventi che se mi avessero raccontato qualche giorno fa mi avrebbero fatto ridere, pensando che non mi avrebbero mai toccato. Peccato che la verità era ben diversa, ed era in agguato, pronta a sbucare all'interno di quella banale mattina come tante altre

VertiginiTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon