Capitolo 14

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Hong Kong

Guardando i grattacieli di Hong Kong uno potrebbe anche confondersi. Oh ma siamo a New York! No. Siamo in Cina. Se fossimo a New York in questa categoria ci sarebbero molti meno piloti, e molte meno scuderie a gareggiare. La Nio è una di quelle che non si vedrà più in griglia, e nonostante sia già passata qualche gara, gli altri fanno fatica ad abituarsi alla vista di un garage con la serranda abbassata quando di solito tutti quelli a disposizione sono aperti e pullulanti di persone che corrono di qua e di là. André sospira nel retropalco. Tocca di nuovo a lui, il tizzone rovente di uccidere un suo collega. Sperava che fosse un altro a farlo, ma Sam, che era davanti a lui, si è dovuto ritirare all'improvviso, ed è finito dai commissari insieme a tutto il gruppo che si è ritirato a metà gara per colpa di un tamponamento a catena che ha mietuto quattro vittime. Non se la sente di avvelenare Alexander Lynn con del veleno che non sa in quanto tempo lo ucciderà, non vuole farlo soffrire più di quanto sia necessario, e l'unica alternativa che gli hanno dato i commissari è un taser che produce una scarica elettrica mortale. Si rigira tra le mani l'apparecchio nero con le punte di metallo, ha un solo pulsante, per accenderlo. Non vuole uccidere Alex. Gli vengono in mente solo i momenti della loro vacanza in Svizzera, a quanto poco lui reggesse l'alcol, poi pensa a Mitch, non sa cosa dirsi. Non sa se anche loro come lui e Jean si siano confessati quello che provano, se provano qualcosa. André scaccia dalla mente questo pensiero e si sposta sul palco. Alex è visibilmente terrorizzato, e i suoi occhi si posano sul taser che tiene il tedesco in mano. Anche André abbassa lo sguardo dove lo ha fermato Alex, il taser quasi si confonde con la gamba della sua tuta, poi alza lo sguardo su quelli che sono fermi a guardare sotto il palco. Vede solo gli occhi di Jean, vorrebbe parlargli, dirgli che va bene così, che ormai è un assassino e se n'è fatto una ragione. I suoi occhi si spostano un po' più in là, sui grattacieli della città, e ancora oltre, sul mare che si vede appena. Sospira. Non può scappare, lo vorrebbe, ma non può farlo. Fa due passi in direzione di Alex, lo guarda per un momento, poi abbassa lo sguardo per accendere il taser, che ronza piano. Alex sobbalza non appena lo percepisce.

"Fai solo in fretta, per favore." le sue parole escono veloci, gli occhi di André incontrano i suoi, il tedesco si avvicina ancora. "Ma ti prego non voglio vedere quell'affare toccarmi." Così André si ferma a dieci centimetri dall'inglese, e stando attento a non toccarlo passa il braccio che regge il taser attorno a lui, senza mai smettere di guardarlo negli occhi. André vuole dimostrargli che è con lui anche nella morte, nonostante non possa fare molto. "Vendicati." sussurra l'inglese, a labbra appena schiuse, tanto che anche André fa fatica a sentirlo. La mano di André appoggia il taser sulla schiena di Alex, che spalanca gli occhi e resta immobile. Il suo cuore si ferma all'istante, e lui cade, André si allontana per paura che l'elettricità in eccesso nel suo corpo passi a lui, di certo non vuole morire prima che sia giunta la sua ora, se e quando arriverà. Gli occhi di Alex rimangono aperti a guardare il cielo e le rondini in volo che lui non può più vedere.

Lucas, Sam, Robin, Jerome e Mitch non sanno chi sia morto, perché i commissari li hanno chiusi subito nella loro stanza, Robin è il più spaventato. Sa che non possono ripetere una tortura due volte allo stesso pilota e la tortura è uguale per tutti, non sa esattamente cosa aspettarsi, ci sono delle vasche d'acqua davanti a loro che stanno in piedi, hanno le mani legate dietro la schiena. Robin si volta a guardare Lucas, è il meno spaventato del gruppo, guarda l'acqua davanti a lui come se fosse un misero bicchiere che deve bere, come se la tortura incombente non lo sfiori nemmeno lontanamente. Robin è il primo della fila, e se ne accorge all'ultimo istante. Un uomo gli posa una mano sulla nuca e lo costringe a piegarsi in avanti, con il viso dentro l'acqua, Robin si dimena perché non ha fiato, e il terrore lo invade. Si ripete che non lo uccideranno qui, ma di certo sa che uscirà di nuovo terrorizzato come la prima volta da questa stanza. Quando lo fanno riemergere, per un secondo, mentre riprende fiato vede di nuovo gli occhi di Antonio, quando a Marrakesh aveva sceso le scale e lui lo aveva visto, e il suo sguardo tradiva la paura. La sua testa torna sott'acqua, non si agita più, tiene gli occhi chiusi, accetta quello che gli stanno facendo, è sopravvissuto alla morte di Antonio, in confronto questo non è nulla. E di nuovo la sente, dopo mesi di silenzio, proprio nel momento in cui lui ne ha più bisogno, la voce di Antonio, forte e chiara nella sua testa, che lo rassicura.

Electric Hunger Games {FE Crossover}Where stories live. Discover now