Capitolo 3: La Sommatoria

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"Vedi, è incredibile quanto l'aggiunta di un solo semplice termine possa cambiare in modo esponenziale la realtà circostante, e non solo"

Quello fu un grande giorno, il giorno in cui lei capì, finalmente, la struttura del suo mondo, del loro mondo, lo stesso mondo nel quale aveva sempre vissuto, ma che allo stesso tempo aveva sempre odiato con tutta sé stessa. Tornata a casa, Giulia non ha fatto altro che sentire le solite lamentele dei suoi genitori:<Non farai mai nulla nella vita, non c'è dubbio che tu non lascerai mai questa città, sei debole>. Quella povera ragazza si rinchiuse in camera come ogni sera a piangere come una fontana, ma quella sera si asciugò subito le lacrime, pensando che il giorno dopo avrebbe passato un'altra bellissima giornata con Michelangelo, infatti l'unica persona che ha capito ogni suo comportamento, ogni suo sbalzo di umore, ogni sua pazzia, era proprio lui. Esattamente una settimana dopo, il nostro ragazzo tornò nel giardino portando con sé una Bibbia, e chiese:<Tu credi in Dio?> Lei disse:<In realtà sono agnostica>. Un sorriso spuntò sulla faccia di quel ragazzo, e poi disse:<Tu non finirai mai di stupirmi>. In quel momento le guance di Giulia si colorarono di rosso, come se avvertisse una specie di scintilla tra loro due. Dopo però il ragazzo riprese dicendo:<Sappi che anche io lo sono, ma scarto a prescindere l'opzione che esista il Dio che la Bibbia descrive>. A quel punto la domanda da parte della ragazza sorse spontanea:<Perché allora hai portato la Bibbia con te?>. Lui rispose:<Perché ci sono scritte anche cose che io stesso condivido, tra cui anche uno dei concetti che ritengo più importanti, ossia quello dei sette peccati capitali umani>. Lei non sapeva ancora cosa ci entrasse questo argomento, quindi gli chiese:<A quale di questi sei più legato?>. Lui, stupito dalla sua perspicacia, le sorrise e le rispose con uno sguardo soddisfatto:<Quello di cui voglio parlare oggi è proprio il peccato più importante di tutti, l'Ira, quella in cui tutti almeno una volta siamo caduti in preda, o forse no>. Giulia stupita di questa sua affermazione, gli chiese:<Cosa intendi con questo, vuoi forse dire che non hai mai fatto del male a qualcuno?>. Lui rispose con la faccia sorridente:<La mia affermazione è riferita anche ad un'altra persona, e quella sei tu>. Ad un tratto una faccia al quanto stupita spuntò sul viso di quella graziosa ragazza, come se fosse stata colpita da qualcosa, e allora chiese:<Come fai a saperlo?>. Michelangelo come se niente fosse chiese a sua volta:<Cosa?>. Lei a quel punto si lanciò davanti a lui, esclamando:<Che non ho mai fatto del male a qualcuno, che non sono mai caduta in preda all'Ira, come fai a saperlo?>. Lui con il suo solito sorriso disse:<È la nostra natura, ricordi? Noi siamo buoni, sappiamo cosa vuol dire e non lo rifacciamo a nostra volta, ma a differenza degli altri, la nostra rabbia può essere la più potente mai vista. Riflettici, abbiamo sempre subito il principio di minima azione, immagazzinando una profonda rabbia verso chi ci ha sempre sminuito, ma senza mai sfruttarla, proprio perché siamo devoti alla nostra natura buona. Ma sarai d'accordo con me che noi non dimentichiamo, infatti ciò che loro non hanno mai capito, è proprio l'importanza di non sottovalutare mai chi hai davanti, perché spesso chi è veramente un passo avanti a te è proprio la persona che magari si finge stupido, per studiare come tu sei fatto, ma loro probabilmente non capiranno mai. Detto questo, per spiegare la nostra Ira, voglio mostrarti due elementi fondamentali>. La ragazza era allibita dal discorso di colui che ormai definiva un maestro, ma che in fondo era soltanto l'amico che avrebbe sempre voluto. Curiosa di capire quali fossero questi elementi, chiese:<Quali sono?>. Lui rispose alla sua domanda:<Il primo è la terza legge della dinamica di Newton, la conosci?>. Lei rispose di si, e dopo Michelangelo continuò:<Il secondo è un operatore matematico molto importante, chiamato sommatoria>. Dopo aver sentito questo termine Giulia disse:<Qui sfortunatamente mi trovi impreparata, potresti spiegarmi cosa sia?>. Lui rispose:<Certo, hai con te il libro di meccanica?>. Lei, con faccia soddisfatta disse:<Certo, come dimenticarselo!>. A quel punto Michelangelo gli chiese di sfogliarlo, fino a che lui non mise il dito su una formula, esclamando:<Ecco vedi, questa è una sommatoria (Σn=1∞) si legge "sommatoria per n che va da uno a infinito". Oggi però useremo semplicemente la notazione semplice, ossia questa (Σ) che sta semplicemente a significare la somma di tutti i termini che si trovano davanti a questo simbolo>. Giulia aveva capito abbastanza bene il significato di quel simbolo, solo che successivamente si chiese:<Ok ma questo cosa c'entra con la terza legge di Newton?>. Michelangelo guardò la ragazza con un'aria quasi sognante infatti iniziò dicendo:<Intanto ricordiamoci cosa dice la terza legge di Newton, ossia che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, infatti la formula di questa legge è "Fa>b=-Fb>a ". Questo potrebbe anche essere una sintesi della famosa legge del taglione, occhio per occhio, dente per dente, infatti la formula dice che la forza che A imprime su B sarà uguale e contraria alla forza che B imprimerà su A, tu mi tagli un dito, io faccio lo stesso con te. Una persona normale ragionerebbe in questo modo, ma noi no>. Giulia iniziò a capire l'allegoria dell'Ira, ma era ancora più curiosa di capire come il suo maestro avrebbe utilizzato la sommatoria per descrivere la loro Ira, la famosa Ira che come è stato detto in precedenza, può essere la più potente di tutte. Michelangelo infatti continuò:<Mettiamo caso che tu sei A, all'improvviso ti trovi davanti la persona che ha sempre usato il principio di minima azione contro di te, per farti soffrire e per sentirsi superiore, infatti questa persona la chiamiamo B, la nostra reazione a quel punto sarà leggermente diversa da come la descrive la terza legge di Newton, ossia la formula in quel momento diventerà "Fa>b=ΣFb>a ". È incredibile infatti quanto l'aggiunta di un solo semplice termine possa cambiare in modo esponenziale la realtà circostante, e non solo. Ecco dove sta la differenza, perché noi non dimentichiamo, noi ci accaniremo contro queste persone usando tutti i nostri ricordi, infatti la nostra reazione sarà uguale alla somma di tutte le loro azioni contro di noi, a quel punto la rabbia che abbiamo immagazzinato per tutto questo tempo si riverserà contro di loro>. Giulia non credeva a quello che aveva appena sentito, ma soprattutto aveva finalmente avuto l'ennesima conferma che quel ragazzo era in grado di capirla, e fu in quel momento che lei capì definitivamente che loro due erano perfettamente uguali, e questo scatenò un'enorme felicità nel suo cuore. Michelangelo però non finì di parlare e continuò il suo discorso:<Questo è quello che ci passa per la testa in quel momento, poi ci ricordiamo come siamo fatti, ci ricordiamo come abbiamo sofferto, e per quanto noi disprezziamo quella persona, non vogliamo che nessun altro soffra come abbiamo sofferto noi. Ed è proprio in quel momento che A si allontana da B, con il cuore di chi magari agli occhi degli altri verrà visto come una persona debole, ma che dentro di sé sa che avere un cuore dolce conta molto di più dell'essere apprezzati da persone che non capiscono come tu realmente sia fatto. Dopo quell'incontro infatti B se ne andrà per la sua strada, mentre A camminerà verso la via dell'essere diversi da tutti, camminerà lungo la via dei sognatori, sognando un mondo migliore>. Finito il discorso, Giulia iniziò a piangere dalla felicità, non credeva ancora di aver trovato qualcuno che la capisse così nel profondo. La ragazza in quel momento si fiondò su Michelangelo per abbracciarlo, mentre pensava che finalmente non era più da sola in quella lotta. Dopo il profondo abbraccio, Giulia disse:<Michelangelo, io ti ringrazio, ti ringrazio per essermi stato vicino, io in cuor mio ti vedo come un maestro, proprio per questo io volevo essere come te, perché sapevo di avere il tuo stesso carattere, ma tu sei riuscito a perfezionarlo, anche se ancora non so come tu abbia fatto, da questo momento io mi definisco tua discepola, grazie di esistere>. A quel punto spuntò un sorriso enorme sulla faccia di Michelangelo, che accarezzò il viso di Giulia dicendo:<Io non sono il tuo maestro, io e te stiamo combattendo una guerra a bordo di una nave, una guerra che noi vinceremo con la sensibilità. A bordo di questa nave nessuno è inferiore all'altro, siamo tutti compagni pronti a dare tutto per uno di noi, io ho solo trovato una ragazza naufragata, che ora ha un posto d'onore nella nostra nave, diretta verso la vittoria>. Dopo le parole di Michelangelo, Giulia disse con aria realizzata:<Allora portiamo questa nave verso la vittoria, capitano mio capitano>. 

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