Capitolo 2: La Bellezza Della Simmetria Mentale

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"Buio, è la prima cosa che ho visto, era buio e avevo paura".

Da quel momento, il principio di minima azione divenne una specie di modello su cui basarsi per quella povera ragazza, non era più la persona in cerca di risposte che Michelangelo aveva visto per la prima volta ma ora è una ragazza che si sta avviando per capire il concetto di ordine, o potremmo dire di simmetria. Passarono i giorni, le settimane, i mesi e Michelangelo non fu mai più solo in quel giardino, e adesso aveva trovato una persona con cui condividere l'unica cosa a cui teneva: quel libro di Meccanica Lagrangiana.

 Esattamente 2 mesi dopo le vacanze di Natale, Michelangelo si ripresentò, come ogni giorno, al giardino di Via Teodoto, ma con un libro completamente diverso, intitolato"Apologia Di Socrate". La sua compagna di avventure si chiese il motivo di questo suo cambio, ma lui non gli rispose in maniera diretta, anzi, come suo solito, le chiese: <Te lo ricordi l'enunciato del principio di minima azione?>. E lei rispose: <Sì, nei fenomeni della natura l'azione viene sempre minimizzata, giusto?>. A questa supposizione lui rispose con enfasi: <Esattamente! Non ti piacerebbe trovare un modo per scampare a questa regola?>. Lei rispose stupita: <Si mi piacerebbe moltissimo, ma tu mi hai sempre insegnato che non esiste via di uscita a tutto questo>. Lui le rispose con il sorriso sulle labbra: <Ed è vero, ma esiste un modo per ammorbidire la sofferenza facendoti stare dalla parte del vincente.> Lei era felice come non mai, e la prima cosa che disse fu:<Ti prego, insegnamelo, darei qualsiasi cosa per impararlo.> Lui la guardò convinto e disse: <La risposta è qui dentro, dentro questo libro che oggi ti ho portato, e che ti regalo. Leggilo e poi ne riparleremo>.

 Il giorno seguente, la ragazza arrivò con quindici minuti di anticipo per aspettarlo al giardino, ansiosa di parlare con lui un'altra volta. Michelangelo arrivò puntualissimo come sempre e gli chiese:<Scommetto che hai già finito il libro, vero?>. Lei rispose sorridendo: <Sì, non pensavo che i libri di filosofia potessero essere appassionanti come quelli di fisica, ti ringrazio per avermelo fatto scoprire>. Lui rispose con un'aria felice: <Non mi devi ringraziare, per me è un piacere essere qui a parlare con te, e non vorrei essere da nessun'altra parte se non qui.> Lui continuò: <Forse ti starai ancora chiedendo perché ti ho fatto leggere quel libro>. Lei disse: <Ne ho una mezza idea>.Infine lui parlò, e con decisione disse: <Io, te e quelli come noi siamo una cosa sola, non c'è nulla di diverso tra me e te, e nemmeno tra noi e quelli come noi, siamo sensibili, siamo empatici, siamo sensitivi, e questo è il nostro dono, o almeno noi lo definiamo così. Ti sarai accorta che forse sono il primo che indovina ciò a cui tu stia pensando senza che tu mi abbia mai parlato, perché so quello che tu hai passato, sono le stesse cose che ho passato io. Le persone di questo mondo non ci accettano, per loro siamo delle anomalie, sono invidiosi di quello che noi abbiamo, ossia un cuore, ma loro hanno il coltello dalla parte del manico, perché sanno come abbatterci, semplicemente perché siamo troppo buoni, e non riuscendo a venir meno a questa nostra natura, siamo completamente scoperti. Infatti, il principio di minima azione è il loro principio fondante, loro minimizzano, minimizzano e continuano a minimizzare, facendo vedere quanto all'apparenza siamo deboli.Sfortunatamente in questa epoca vige il darwinismo sociale, e noi siamo gli ultimi della catena della specie, e ci ritroviamo soli, senza nessuno dalla nostra parte, ragion per cui tendiamo a rimanere soli, fin quando non troviamo qualcuno come noi. Siamo rimasti in pochi, siamo una razza in estinzione, ecco perché dobbiamo difenderci. La nostra arma più efficace è la logica, il ragionamento, e la capacità di essere umani, che loro non hanno. Dobbiamo far valere questi nostri principi da soli, perché mai nessuno sarà dalla nostra parte, siamo da soli contro tutti. Per questo motivo ti ho fatto leggere questo libro, noi siamo come Socrate, che era da solo contro tutta la Grecia, eccezion fatta per le persone come lui. Socrate è stato una persona fantastica, perché anche a costo di morire, ha mantenuto i suoi principi fino in fondo, dando un segnale che nessuno mai scorderà, ha usato le accuse di Meleto, Anito e Licone contro di loro, usando la logica, la ragione e l'umiltà, quella di cui noi siamo ricchi. Noi siamo come Socrate, e il resto del mondo è contro di noi, e solo noi possiamo cambiare le cose. Noi siamo gli Ippaso davanti a Pitagora, non contenti di essere sconfitti dall'ipse dixit>. 

Finito il monologo di Michelangelo, la ragazza lo guardò allibita, come se fosse riuscito ad aprire una porta della sua mente chiusa da anni ormai. Quel ragazzo, quasi con un'aria realizzata, tornò a casa, all'entrata c'era la mamma ad aspettarlo, e gli chiese perché era tornato con una mezz'ora di ritardo, ma il ragazzo gridò felice: <Mamma, ho trovato una ragione di vita>. E lei rispose:<Sarai anche la mia copia fisicamente, ma il carattere l'hai preso tutto da tuo padre>. Finita la conversazione, lui non andò a pallanuoto, anzi si mise a dormire, pensando: <Domani sarà un grande giorno, non posso deluderla>.

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