❤️ L'Amore - quello con la A maiuscola

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Tag per questa storia: amore, drammatico, slice of life.

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L'Amore - quello con la A maiuscola

"C'è una sola cosa che tutto il denaro del mondo non potrà mai comprare:
lo scodinzolio di un cane."
(Lilli e il vagabondo)

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L'Amore - quello con la A maiuscola - non perisce mai nel nostro cuore, non svanisce né perde di intensità. Troppo spesso sentiamo chiamare amore altre tipologie di sentimenti, emozioni che nascono dalla paura, dal bisogno insano, dal dolore di una sofferenza preesistente, e troppo spesso sentiamo parlare di sofferenza in relazione a questa tipologia di sentimenti.

Non corri veloce, non corri forte: il tuo piccolo cuoricino non te lo consente. Anche il tuo respiro è troppo breve per consentirti di diventare una campionessa, a causa della conformazione del tuo musetto, ma quando sei felice mi corri incontro con gli occhi illuminati di gioia. Di te amo anche questo, la tua allegria nel vivere e la semplicità con cui ami me. Sei entrata per caso nella mia vita, proprio in un momento in cui il mio cuore era chiuso a questo tipo di amore, in cui non facevo che ripetermi che dovevo mantenere le distanze, per non soffrire ancora, per non provare più il dolore della perdita.

Spesso è poco il tempo a noi concesso, eppure con altrettanta frequenza siamo così stolti da non goderci ogni singolo attimo. Tu mi hai scelto con dolce prepotenza e io, travolta da te, non ho potuto fare altro che accoglierti e accettare che ti facessi spazio nel mio cuore pian piano. Volevi stare con me e soltanto con me, senza un vero motivo, per ragioni che razionalmente non sarei in grado di spiegare. Entravi nella solitudine della mia stanzetta e del mio dolore e mi fissavi coi tuoi occhioni grandi e scuri, pieni di un'aspettativa che non potevo disilludere.

Come potevo non amarti? È troppo facile corrispondere chi ti ama, troppo difficile non farlo, forse addirittura inumano. Avevo già amato e amato con intensità, ma tu sei diventata presto qualcosa di diverso, qualcosa di unico e particolarissimo, perché io non ero mai stata scelta, non ero mai stata la preferita di nessuno dei miei piccoli amici pelosi.

Non sono io a dirti che sei mia, piccolina, sono io che sono tua. Sei tu che hai fatto del mio cuore il territorio del tuo vivere, tu che hai preso posto tra le mie pieghe dispiegandole verso nuove profondità di affettività.

Andiamo, dobbiamo fare una passeggiata. Tu adori passeggiare e io mi sento troppo spesso stringere nei tre metri quadrati della mia cameretta, che impediscono ai sogni e alla fantasia di volare lontano. Camminiamo insieme, non troppo velocemente: devo frenare parte della tua esuberanza, per non farti affaticare. Nelle orecchie gli auricolari con la musica non troppo alta, che mi fa venire voglia di canticchiare tra me e me.

La primavera è bella e ci permette di goderci un po' di sole, così imbocchiamo una stradina di campagna, vicina alla periferia del paesino dove viviamo. Sono pochi passi, così non ti affaticherai. Ci mettiamo su una roccia e il venticello ci accarezza. Qui al sud non c'è una profusione di colori meravigliosi, perché il paesaggio ha in sé una tristezza che non saprei descrivere. Sì, ci sono i fiorellini colorati, gialli, viola... però guardare il terreno e gli alberi di questa campagna mi ispira sempre una grande malinconia. Amara terra mia, direbbe Modugno.

Più in là vedo un muretto in mezzo all'erba, vicino a un'altra stradina non asfaltata. Che ne dici, ci andiamo? Ti prendo in braccio - così non ti riempirai il pelo di erbacce - e ti poso sulla superficie pulita. Non c'è neanche un minuscolo ragno rosso che possa sporcarci, quindi anch'io mi siedo a cavalcioni sul muretto, con te che mi guardi incuriosita e la lingua penzoloni. Dallo zainetto tiro fuori la bottiglietta e lascio cadere un po' d'acqua vicino a te, che la catturi con gratitudine. Bevo un sorso anche io, poi prendo il quaderno e la penna.

Il cellulare tra di noi riproduce le mie canzoni preferite e qui, in mezzo al nulla, posso cantare senza l'imbarazzo di sapermi ascoltata da qualcun altro, la voce che si perde nel vento in pochi istanti. I fogli che ho davanti sono già pieni di tantissime parole scritte nel cuore della notte, quando la fantasia si risveglia e mi obbliga a far fuoriuscire quell'inchiostro dalla penna più bella che io abbia. Scrivo solo con penne a inchiostro liquido, preferibilmente blu, perché sto scrivendo Blue Lilium, il libro che parla di tutte le mie paure e le mie fragilità emotive.

A volte ho delle crisi di pianto dopo aver scritto, perché ha sempre fatto tanto male tirare fuori quel che è in profondità dentro di me. Fa dannatamente male, ma devo farlo per esorcizzare e affrontare un altro po' dell'amarezza che la vita mi propone. Tu, però, piccola mia, ci sei sempre, tanto di giorno quanto di notte, e mi stai vicino con la tua presenza muta ma pregnante, col calore del tuo corpicino morbido e peloso. Sembri un gatto che fa le fusa, quando ti accarezzo, anche se sei un cane.

Col cappuccio della giacca morbida in testa, lascio andare un altro po' di parole e un altro po' di lacrime mentre tu ti riposi tranquilla. Siamo solo io e te in un ventoso pomeriggio primaverile, che prendiamo possesso di questa campagna indesiderata e abbandonata. Posso accarezzarti ancora, poi torniamo a casa, insieme. Va tutto bene anche se non riesco a fare tutto ciò che vorrei; anche se ho perso il lavoro penso alle cose preziose che ho imparato.

Quando mi sveglio sento te che abbai perché vuoi uscire per i tuoi bisogni. Allora andiamo e un po' di coccole ancora, perché non c'è limite alla dolcezza che possiamo trasmetterci con dei semplici gesti quotidiani. In fondo non è fatto anche di questo, l'amore? Di piccole cose che si ripetono senza che ci sia un obbligo, come in un accordo privo di parole?

Non voglio lasciarti e non voglio che tu mi lasci, però la vita è così: sai già che finirà, prima o poi. Più un amore è forte, vero e sincero, più il dolore legato alla sua perdita è devastante e urente. Tu devi andare via. Lo so e so che non sono pronta - forse non lo sarò mai. Non piangere, piccina mia, perché stai dormendo e non soffri più. Non riesci più a respirare e io cerco di non soffocare. Non urlo e non parlo: guardo soltanto i tuoi occhietti - sembrano ancora così vivi e vispi - e il tuo corpicino colto dagli ultimi spasmi.

Non sono arrabbiata con te, piccolina. So che dovevi andare, però avrei voluto più tempo. Perché non abbiamo avuto più tempo? Sono grata del tempo che abbiamo trascorso insieme. Non sei andata via veramente, perché sei sempre dentro di me. È un amore che non è fatto di parole, che è difficile provare a spiegare. Il posto che hai preso e marchiato in me resterà inciso col tuo nome per sempre, finché avrò la possibilità di esistere e forse anche quando sarò soltanto spirito.

Io so che tu lo sai, che sai quanto sono orgogliosa che tu mi abbia scelto. Resti qui con me, e nessuno potrà portarti mai via dal mio cuore.

Fine~

Fine~

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Piume di sogniWhere stories live. Discover now