Più di una vita voglio sia un museo

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Lauro alza un sopracciglio ironico, per poi scuotere la testa, riprendendo a disegnare:

"È un rapporto difficile quello che ho con te, loro li conosco da tutta la vita, c'è differenza, dai."

"Mhm... Come ti pare."

Lascia correre lui, un po' infastidito dal fatto che la ragazza non gli dia ancora quella fiducia. Certo non la conosce dal medesimo tempo dei ragazzi, però in un anno e mezzo certe cose lei le ha condivise più con lui che con loro:

"Come la vivi la storia di Lisa?"

"Dovete parlarmene tutti?"

"Se non ti sfoghi con lui, spero tu lo faccia con me. Non tenerti tutto o dentro o finirai per affogarci nei tuoi pensieri e lì saranno cazzi tuoi. Sono qua per ascoltarti, anche se non conoscevo così bene Lisa, diciamo che so cosa significa, già lo sai."

"È solo che..." E si siede di fonte a lui: "Non riesco a realizzare ancora che lei non sia più qua. Sono sempre stata insensibile verso la morte. Lisa non è la prima persona che muore. Nemmeno la prima persona a cui tengo che ci lascia. Il ragazzo di Samuel è venuto a mancare poco prima che tu entrassi nelle nostre vite. Lui era mio amico."

"Aspetta." La frena Lauro: "Samuel aveva un ragazzo?"

Samantha annuisce:

"Sì, si chiamava Michael, era un gran bel ragazzo pure lui, simpatico, rispettoso, educato, era proprio un pesce fuor d'acqua a Tufello. Lo ha ammazzato la leucemia."

"Cristo Santo."

"Già. Samuel non ha mangiato per giorni. Lisa non ha fatto altro che piangere. Alex si è chiuso in camera con la musica alta. Io... Nulla. Io al suo funerale non ho pianto. Ho stretto Lisa per darle conforto, non ho lasciato la mano ad Samuel neanche un secondo, ma io non ho reagito, era come se non provassi nulla. Ho provato a spiegarlo a Samuel che non fosse colpa mia, ma lui era incazzato, dicendomi che non provassi nulla, che ero una merda e tanti insulti. Quando siamo venuti alla tua festa, si stava riprendendo, era ancora scosso."

Samantha si passa una mano tra i capelli:

"Sapevo che Michael non ci fosse, ma era come se non l'accettassi, vedevo la realtà senza di lui, eppure sembrava una pausa, che prima o poi sarebbe tornato, come se fossi in un sogno."

"Non l'hai mai realizzato."

"L'ho realizzato quando ho visto la sua tomba, la sua foto, le due date. Quando Samuel è crollato di fronte a quella pietra e ha conficcato le mani nei sassi che la circondavano, ferendosi. Quando Alex si è messo di fronte a questa con il basso, suonando piano una canzone che loro amavano. Quando Lisa mi ha fatto notare di avergli portato i suoi fiori preferiti, chiedendomi se secondo me gli piacessero ancora.

Lì l'ho realizzato. Quando non c'era lui a consolare Samuel e ho dovuto farlo io. Quando con Alex nessuno cantava, allora ho cantato io. Quando ho assicurato Lisa che quei fiori erano splendidi, anche se non ne ero sicura.

Era come essere cresciuta di colpo, quel poco, ma che sentivi. Perché Michael non li avrebbe più consolati e toccava farlo a me. Michael non era più lì, ma loro sì, ma io sì, e nella vita vai avanti, se ti fermi perdi, finisce il gioco e te resti indietro. La vita non ti aspetta. La morte sì, ma se cadi nella sua trappola è finita."

"Non andarci a quel cimitero allora. Non voglio vederti realizzare che Lisa non è qua." Le dice Lauro, allungando una mano verso il suo viso e guardandola negli occhi: "Non voglio vederti stare male, tanto male, magari per giorni. Io... Non so se sono pronto a consolarti, non sono abbastanza forte e capace per farlo."

Di Nuovo Maggio | Achille LauroNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ