Capitolo 6

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03 gennaio 1940
Situazione attuale: ... basta non aveva più senso fare quello stupido ragionamento, ormai era chiaro, nulla sarebbe cambiato. Suo padre non l'avrebbe mai ascoltata, suo fratello non avrebbe mai potuto capire la sua situazione e lei non sarebbe mai andata in America. Sembrava un sogno, ma troppo lontano da raggiungere perfino per lei. Leah sfrecciava veloce per le strade della città, tutto sembrava uguale: la gente, le bancarelle, i negozi...tutto grigio e monotono come era sempre stato. Anche se sognare cambiava la prospettiva delle cose, non farlo sembrava rendere tutto ancora più triste. Piano B: usare la fantasia, semplicemente la fantasia. Si vedeva lì, insieme a sua madre mentre gustava deliziose donuts e si ingozzava di pancakes a non finire. Le navi che facevano avanti e indietro nel porto di New York, la bellissima Time Square e tutte le cose che lì non esistevano. Un velo di felicità si stese negli occhi della ragazza, che si era distratta di nuovo. Ed è lì che nacque la magia. "Oh scusami non volevo ". Leah era andata a sbattere contro un ragazzo ed intanto aveva fatto volare tutti i suoi fogli in aria.
Era un ragazzo magro ed esile con delle lunghe gambe. Aveva un viso allungato e lineamenti  delicati, tranne il naso che era un po' aquilino, il che lo rendeva estremamente seducente. Leah si soffermò sugli occhi: non erano chiari come quasi tutti i nordici...erano sul marrone chiaro, con una leggerissima sfumatura di verde, erano profondi e allo stesso tempo espressivi. Aveva dei capelli castani chiaro con un ciuffo biondo dorato: sembravano fili d'oro. Leah era incapace di muoversi, era incantata da quel ragazzo che stranamente l'aveva colpita molto... nel vero senso della parola. Sentiva le farfalle nello stomaco, era molto agitata. Sembrava passata un'eternità dalle sue scuse quando il ragazzo rispose: "Non preoccuparti...capita"
Eh cosa? Aveva sentito bene? Capita? Come era lontanamente possibile? Non l'aveva insultata né presa a calci... c'era qualcosa che non quadrava. Avrebbe voluto urlare: "ehilà? Sono un ebrea lo vedi? Dovresti aggredirmi" invece niente. Vedeva solo un ragazzo che si alzava e andava per la sua strada. Furono i cinque secondi più lunghi della sua vita. Per un momento Leah si era staccata da terra e aveva fatto il giro del mondo in un secondo. Era andata sulla luna per poi ritornare in picchiata sulla terra . Il suo cuore aveva fatto una scintilla. Tutto quello che ricordava era lei, che aiutava il ragazzo a raccogliere i fogli e che sfiorava quell'esile mano, per poi incrociare il suo sguardo. Fu un attimo, ma fu abbastanza per capire la scintilla. Non aveva mai provato quella sensazione di...leggerezza e libertà. Era forse impazzita? Forse, ma era pazza di lui.
A distoglierla da i suoi pensieri ci pensò una signora, che intanto si era avvicinata a lei, notando il suo strano comportamento "Signorina c'è qualcosa che non va?"
Leah si risvegliò dal suo stato di trance e si rese conto di essersi incantata a guardare il vuoto, si stava comportando da pazza psicopatica, sembrava un ebete. Se andava tutto bene? Altro che bene! Era tutto perfetto! La ragazza avrebbe voluto dire a quella signora " si tutto alla grande, ho appena visto la creatura più incantevole degli ultimi 10 anni " invece di limitò a sussurrare un debole " si..." Si sentiva una stupida. Detto ciò si precipitò nella direzione del ragazzo, sperando di incrociare nuovamente il suo sguardo ma niente, vedeva le solite facce tristi. Era un po' delusa, avrebbe voluto soffermarsi sui suoi occhi ancora un po' ma sentiva in cuor suo che non lo avrebbe rivisto.
Leah si diresse verso casa a testa bassa ma non era triste, si sentiva emozionata e allo stesso tempo rinata, qualcosa le aveva fatto tornare il sorriso e stavolta non erano ne i sogni ne la cioccolata.. era qualcosa di reale e bellissimo.
"Sono a casa!"
Leah poggiò le chiavi sul tavolo e si tolse la giacca, prese qualche cosa da sgranocchiare e tornò in camera sua. Voleva rivivere quella sensazione magica che aveva provato prima: libertà, leggerezza e estasi. Non era drogata. Ma quel ragazzo dallo sguardo magnetico era più che semplice droga. Era come morfina ed eroina mischiate insieme. La faceva andare in trip.
"Ehi combina guai che fai di bello " Abel, suo fratello, si affacciò alla porta della camera di sua sorella e si rese subito conto che quel giorno, non era giù di morale come al solito.
" Niente di speciale..."
" Come niente di speciale?" Disse Abel aggrottando la fronte.
" Stavo pensando "
" Wow che novità "
"Si ma adesso sto pensando ad una cosa che mi è successa ".
"Davvero?" Chiese Abel incuriosito " e che cosa?"
" beh ecco..." Leah non sapeva se dirglielo o meno, era un ragazzo, non poteva capire, ma era pur sempre suo fratello. " E va bene te lo dico ma non metterti a ridere ."
Leah fece sedere suo fratello vicino a lei e dopo aver preso un bel respiro cominciò a parlare.
"Oggi ho...incontrato una persona "
Abel spalancò gli occhi non poteva crederci
" Cosa? Davvero?"
"Si davvero! "
" E chi è questa persona?"
" Non so il suo nome, ma so solo che è un ragazzo dagli occhi magnetici e dai capelli dorati ed ha un viso meraviglioso. Avrei voluto osservarlo per quattro ore, e poi aveva un sguardo così profondo e...ipnotico. È stato...è stato..."
"Strabiliante ? "
" Si direi di sì "
Leah continuò a parlare del ragazzo ad Abel, che non sembrava affatto annoiato, anzi era contento per la sorella, finalmente aveva un metodo di sfogo.
" E cos'altro hai notato?"
" Beh a parte il suo bel faccino...non aveva la stella di David sulla manica"
" Come?" Abel rimase esterrefatto, non andava affatto bene!
" È un tedesco?"
"Forse ma non lo so "
" E non ti ha detto niente dopo che sei andata a sbattergli contro?"
"No, ha semplicemente detto " fa niente capita"
" Uff ... meglio così, almeno non ti ha presa a bastonate "
"Prometti di non dire niente a papà?"
"Perché mai?"
"Perché mi aggredirebbe subito. Ti prego, che rimanga un segreto fra noi ..."
" Va bene lo prometto "
Leah abbracciò suo fratello e gli sussurrò all'orecchio: " ti voglio bene "
Abel ricambiò l'abbraccio anche se in fondo era preoccupato per lei.

Tavolette di cioccolatoTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang