«Guarda Mary, io ne ho abbastanza, lei non è reale!».

Mary ribatté arrabbiata: «Lei è reale! Non riesci a vederla? È proprio davanti alla tua faccia!!». Poi, se ne andava via arrabbiata e si chiudeva nella sua stanza, sbattendo la porta. Sua madre stava impazzendo e così anche sua figlia, e non sapeva più che altro fare, a parte piangersi addosso.


Dopo quella discussione, decise di tornare dal medico che le aveva prescritto quella medicina e iniziò a raccontare tutto quello che le stava capitando ultimamente. Il medico fece una lunga pausa, poi rispose.

«Allora, penso di non avere altra scelta, Katherine… suppongo che ci sia solo una cosa da fare».

Quel giorno, la madre di Mary tornò a casa e salì le scale, andando nella stanza dove si trovava sua figlia. Aprì la porta e le parlò.

«Mary, c’è qualcuno che ti vorrebbe vedere». Mary si voltò verso la porta e vide due uomini vestiti di bianco, affianco a sua madre. «No… mamma… non puoi farmi questo! NOOOOOOO!!». Entrambi gli uomini la afferrarono e Mary tentò di divincolarsi dalla loro salda presa. La portarono in manicomio, dove rimase per tre mesi.

I tre mesi passarono e la madre di Mary volle andare a vedere come stava. Un’infermiera le mostrò la sua stanza di degenza e aprì la porta. «Tesoro?». Mary si voltò verso di lei… non disse una parola, ma rimase lì a fissarla con una faccia inespressiva e gli occhi, accesi di un odio radicato nei suoi confronti. 

«Va tutto bene,mamma!». Irruppe un’infermiera, rispondendo al suo posto. «Adesso però lasci entrare i dottori che devono fare alcuni test su di lei, per favore». L’infermiera la accompagnò fuori dalla stanza, chiudendo la porta e la portò in una camera affianco, facendole vedere sua figlia da dietro una finestra di vetro molto spesso. La donna pulì un po’ il vetro, per vedere meglio la ragazzina e osservò due medici entrare nella stanza, per iniziare a eseguire dei test e somministrarle delle pillole. In un flash,  Mary era scattata in piedi e aveva iniziato ad agitarsi violentemente. «È LEI!! NON RIUSCITE A VEDERLA? È PROPRIO QUI!!!». Aveva iniziato a urlare, finché uno dei due dottori non tirò fuori un dissuasore elettrico e le diede una scarica dietro la testa.

Poco dopo, cadde il silenzio.


Una piccola pozza di sangue si stava allargando sotto la testa della ragazza. Le infermiere e i medici entrarono nella stanza, mentre sua madre assisteva alla scena, scioccata… la sua unica figlia era morta, proprio davanti ai suoi occhi.


«Mi… mi dispiace tanto per la perdita di sua figlia, mamma… so quanto possa essere difficile per una madre single perdere il proprio figlio».


«Beh… penso che questa fosse la cosa migliore per lei… è tutto okay».

Un paio di settimane dopo, c’era silenzio attorno a casa… fino a una notte tempestosa.


Era quasi mezzanotte e la madre di Mary stava leggendo un libro, in un angolo della stanza. Era una notte tranquilla, dopo quelle settimane trascorse nella solitudine, senza più sua figlia attorno si sentiva dispiaciuta, anche se continuava ad avere la sensazione di non essere mai sola… finché non udì un forte trambusto e qualcosa rompersi nella cucina.


Lei scattò subito in piedi e lentamente, si incamminò verso la cucina… per ritrovare un corpo senza vita e ricoperto di sangue, che stava appeso al suo lampadario. Era… il dottore! Lo stesso che le aveva prescritto quella medicina per Mary.


I suoi bulbi oculari erano stati asportati dalle cavità, i suoi denti erano stati rimossi e il suo intestino era stato tirato fuori da un’apertura all’altezza dello stomaco.

La scena fece gridare per l’orrore la madre di Mary e obbligandola a voltarsi dall’ altra parte. Su un muro della cucina era stata lasciata una scritta col sangue, che diceva: “TEMIMI”. Diede un’occhiata disgustata alla scritta e poi, si guardò intorno. Si voltò di nuovo verso di corpo, ma come i suoi occhi tornarono a fissare in quel punto, non lo vide… al suo posto, c'era una donna.


Una donna molto alta, con un vestito nero, lunghi capelli corvini, uno sguardo psicopatico e un naso appuntito a righe bianche e nere. La fissò, inespressiva, coi suoi occhi lattiginosi e la madre di Mary era così spaventata che non poteva nemmeno muoversi… stava vedendo un fantasma? Poi, la donna la afferrò per il collo e la scaraventò contro un mobile pieno di fragili porcellane, piatti e bicchieri costosi. La madre di Mary raccolse un pezzo di vetro e quando la donna la afferrò di nuovo, rapidamente affondò il vetro in uno dei suoi occhi. La donna mollò la presa e rimosse il pezzo di vetro dal suo occhio, ora grondante di sangue nero. Tuttavia, non era riuscita a provocare un danno serio e infatti, l’occhio di quella mostruosa donna, recuperò in fretta, tornando normale.

Poi, lei sparì in un flash e la madre di Mary pensò che se ne fosse andata… invece, in un lampo riapparve alle sue spalle. In quel momento, la donna le piantò una lama nella parte posteriore del suo cranio… era la lama di una motosega. La macchina iniziò a tagliare il suo corpo in due metà e fiotti di sangue iniziarono a zampillare dal suo corpo brutalmente trucidato. Questo, aveva fatto ridere in modo incontrollato la donna e quando il suo lavoro fu terminato, nel momento in cui stava per andarsene, lasciò un messaggio scritto col sangue sulla parete del muro.

«JILL È STATA QUI». 

𝕾𝖍𝖔𝖗𝖙 𝕳𝖔𝖗𝖗𝖔𝖗 𝕾𝖙𝖔𝖗𝖎𝖊𝖘Where stories live. Discover now