7•capitolo - potrebbe diventare il nostro momento-

2.4K 135 100
                                    

Siria

«Io adesso vado»

Prendo un profondo respiro e poi torno nei suoi occhi che sono già incollati ai miei.

Mi guarda stordito, e lo capisco, fino a qualche minuto fa eravamo avvinghiati.

E no, non ho avuto nemmeno per un'istante il pensiero di baciarlo. Perché tra noi c'è ancora molta chimica e lo avverto, ma non l'ho perdonato. Volevo solo capire fino a che punto si sarebbe spinto, volevo provocarlo, capire qualcosa in più. Perché detesto i suoi atteggiamenti ambigui di questi giorni. Sembra che tutto sia cambiato semplicemente perché ci troviamo nello stesso posto.

E poi...

Ho questa strana sensazione addosso, c'è qualcosa che non mi torna nel suo modo di guardarmi pensieroso, nel suo volermi tenere stretta. Non percepisco la sua sincerità, anche se so che potrei sbagliarmi, ma avverto come se mi mancasse un pezzo di puzzle. E mi manda in bestia farmi domande su di lui, perché vorrei solo provare indifferenza. Vorrei pensarlo come qualcuno che ho amato in passato, un bellissimo ricordo sbiadito, una foto da riguardare col sorriso. Ma poi ce l'ho davanti, lo guardo, e capisco che è ancora il mio presente. Dentro di me esiste, è persistente il suo pensiero, il mio amore per lui.

«Di già?»

Si alza dal letto, mi viene di fronte, mi guarda dalla sua altezza che è decisamente molto più della mia. Sospira, il suo respiro mi va in viso, sento un fremito dentro, perché sì, è vero che non volevo baciarlo, ma questo non vuol dire che non senta il desiderio nei suoi confronti. È forte il mio rancore se ripenso ai vecchi momenti, ma quando ce l'ho vicino una parte di me cancella gli avvenimenti.

«Si, si è fatto tardi!»

So che vorrebbe dire qualcosa in più, forse vorrebbe fermarmi, ma non dice niente e scrolla le spalle, annuendo.

«Bene, allora... buonanotte», si limita a dire con un cenno del capo e il respiro corto. Sembra essere andato in apnea, credo sia causato dal suo non capire cosa stesse succedendo solo pochi minuti fa tra noi.

So che non è stata proprio una gentilezza la mia, eppure io avevo bisogno di comprendere. Non è che poi io abbia ottenuto qualcosa, forse dovrei chiedergli perché si comporta così, ma preferisco capirci di più da sola, perché probabilmente affrontare il discorso non farebbe altro che mettere benzina sul fuoco. Potrebbero, in fin dei conti, essere solo miei pensieri, basati su un sentimento che non ho mai negato di provare ancora per lui.

«Buonanotte, Marco», lo dico con freddezza, perché adesso voglio solo mettere quanta più distanza tra noi.

Gli volto le spalle, la mia mano stringe la maniglia per andarmene via, ma Marco mette la sua di mano nella mia. Sospiro, non ho il coraggio di voltarmi e tornare a rispecchiarmi nei suoi occhi.

«Se... se vuoi puoi... potresti...»

«Compra una vocale», lo prendo in giro, mi volto e purtroppo ci casco nei suoi occhi, che sembrano essere malinconici, e forse vorrebbero esprimere qualcosa che a parole fa fatica a dire.

«Cretina», sorride, con una dolcezza che esprime rarissime volte, e purtroppo ha avuto sempre un ascendente su di me. «Volevo solo dire che se vuoi puoi rimanere ancora».

Scuoto la testa in segno di dissenso, prendo un profondo respiro e poi dico "no".

«Preferisco tornare in camera mia, sono davvero molto stanca», mento, non è che sono stanca, è che voglio mantenere queste distanze che fatico a imporre.

Annuisce e mi saluta nuovamente.

Quando esco fuori dalla sua camera, faccio solo qualche passo, prima di inciampare sui piedi di Bernardo. Mi sta osservando stranito, capisco che deve essere dovuto al fatto che mi trovo così vicino la camera di Marco e, probabilmente, starà pensando che ci sia di nuovo qualcosa tra noi. Fingo un sorriso, per affievolire l'ansia che mi divora, perché non vorrei mai che andasse dagli altri a dire questa cosa. Mi farebbe sentire in imbarazzo, inoltre non è così, né ci sarà mai un ritorno con questo.

Another day  (Completa)Where stories live. Discover now