Scosse la testa e si concentrò nuovamente sulla conversazione. Chi cazzo era Doyoung?

Qual era il piano di Taeyong?

Via d'uscita?



"Tutto ciò che Jungkook ha fatto è stato andare in giro per il palazzo mostrando i suoi muscoli, la sua capacità artistica e la sua voce ed ecco che ha subito avuto il futuro re in pugno".


Jungkook sentì il rumore di un vetro che si infrangeva contro l'anta sulla quale era appoggiato e sussultò.


"Se può farti stare meglio, uno dei nostri uomini ha detto che Taehyung ha trovato la lettera che gli hai lasciato. Non ha lasciato la sua stanza per tutto il giorno ed i re hanno lasciato perdere il loro lavoro per quanto era distrutto. Una delle cameriere ha detto che ha dovuto cambiare le lenzuola della sua camera da letto perché zuppe delle lacrime reali" rise crudelmente Doyoung.



"Il tocco finale non credi?". Jungkook non poté vede il sorrisetto furbo sulle labbra della donna.



"Si sarà sentito così distrutto dal rifiuto del suo 'amore' che non si accorgerà nemmeno di quando taglieremo la sua splendida gola".



Jungkook non riuscì a contenersi.

Lenzuola zuppe di lacrime.

Pianto.

Una lettera.

Quello che hanno fatto a Taehyung.

Mina si voltò di scatto all'urlo proveniente dall'armadio.

"TAEHYUNG"

La donna alzò gli occhi al cielo per il lamento seguito da una serie di colpi. Sapeva che stava cercando di aprire le porte nonostante le mani legate.

I suoi passi riecheggiarono nella stanza mentre apriva l'armadio, guardando con disprezzo il patetico ragazzo che cadde al suolo. Il volto era coperto di lacrime e gli occhi spalancati per il panico.

Mentre spingeva il debole corpo di Jungkook su una sedia, la donna ridacchiò ai fallimentari tentativi di quel ragazzo di alzarsi e combattere. Strinse la presa sui suoi polsi mentre Jungkook si contorceva dalla rabbia.

Mina desiderò che smettesse di urlare e di piangere visto quanto la irritasse il suono di quell'inutile pianto.

Jungkook la guardò con aria di sfida, ancora incapace di domare la tempesta che regnava negli occhi da cerbiatta della donna.

E' davvero triste, pensò lei fissando il ragazzo indifeso il cui viso era distorto dal dolore per il tentativo di liberarsi i polsi.

"Vedi... adesso che hai sentito tutto non posso proprio permettermi di lasciarti andare, giusto?" disse lei, non potendo fare a meno di ridere al pensiero che tutto ciò su cui aveva lavorato duramente stava finalmente per dare i suoi frutti. La ciliegina sulla torta sarebbe stata l'espressione disperata e il panico sui volti della famiglia reale. Loro avevano ucciso suo padre.

La sua vendetta era quasi completa.

"Sei una di loro, vero? Tu, Mark, Taeyong. Siete tutti dei Rivoltosi" Jungkook pronunciò l'ultima parola con disgusto. La voce gli tremò mentre la sua mente continuava a pensare al rischio di morte imminente dell'amore della sua vita.


La donna si girò di scatto e lo fissò. Camminò verso di lui e gli carezzò il capo.




"Certamente, tesoro. I paesi con re intelligenti come Namjoon non cadono di certo da soli".




Non c'era più tempo però. Lanciò un'ultima breve occhiata verso il ragazzo prima di richiudere la porta, non prima di aver atteso qualche istante sulla soglia. Voleva dare un'ultima speranza a Jungkook prima di girare la chiave nella toppa.

Il suo piano funzionò perché, prima di sentire quel clic della serratura, Jungkook aveva iniziato a pensare ad un piano per poter evadere. Adesso, il suono della serratura che lo rinchiudeva e lo abbandonava al suo destino, risuonava tra le pareti della sua prigione.



Clic



Urlò.

Non c'era nessuno che lo potesse udire, ma non riusciva a trattenere il dolore che gli spezzava il cuore.

Quindi, seduto ed intrappolato alla sedia, chiuso a chiave in una stanza, pianse e tirò con forza la corda finchè le sue mani non sanguinarono. Doveva provare a salvare la vita di Tae.

Era tutto confuso, il suo corpo inondato dall'adrenalina, le dita che si agitavano sui nodi per liberarsi o perlomeno allentare i nodi abbastanza da liberare una delle mani.

Non appena riuscì a liberarne una, cercò disperatamente di liberare anche l'altra. Raggiunse la porta e le gambe gli cedettero per la debolezza.

Sapeva di non poter aprire la porta ma aveva bisogno di almeno provare a fare qualcosa per salvare Tae. Batté di nuovo il pugno contro la porta, che provocò solo un leggero tonfo. 


Colpì la porta.


Di nuovo.


E di nuovo.


Colpì la porta fin quando il suo corpo non crollò per lo sfinimento. Con le mani sanguinanti, la mente freneticamente attiva ed il cuore che sembrava essergli stato strappato dal petto,  pianse tutte le sue lacrime, fin quando non ne rimasero più.

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(NDA): Gli ultimi due capitoli mi hanno messo una tristezza :(

autore: royalkook98

CINDERFELLA|| TAEKOOK (Italian translation) ✔︎Where stories live. Discover now