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Rosa Ardinghelli, figlia di Niccoló Ardinghelli e Lucrezia Donati era una fanciulla semplice, dai capelli color ciliegia e dagli occhi che sembravano smeraldi. Non era molto alta, anzi forse un poco bassa per l'età, ma era ben formata e molto matura.
L'affetto non ricevuto dal padre sin dalla nascita e però manifestatosi dalla madre aveva permesso alla giovane di crescere forte e sensibile.
Ciò che la cottradinstingueva però era l'amore per la semplicità e il disprezzo per la ricchezza. Ella amava il fruscio del vento tra le foglie primaverili, il sole che le ofuscava la vista appena uscita di casa, il rumore che provocava la caduta dell'acqua sui sassi e il cinguettio degli usignoli, poteva restare la giornata a goderne la soave musica.
Rosa, anche se non lo ammetteva,era molto talentuosa, con in mano un foglio ed una matita di carboncino sapeva far trasparire la natura su carta, se ne stava ore sulla riva sinistra dell'Arno, quella più sottile, quella baciata dal sole di metà mattina, la sua preferita.
Ciò che amava disegnare era la natura e lo spettacolo che da sola, senza l'intervento dell'uomo creava.
L'affascinavano molto le nuvole,esse le suscitavano soggezione,ma alla stesso tempo pace. Era una cosa che non riusciva a spiegarsi, ma che l'ammaliava ogni volta, costantemente.

/autrice/
che cosa ne pensate?
è un po' corto, i prossimi saranno più lunghi ed avvincenti <3

semplicità|mediciWhere stories live. Discover now