7 - cinghiale a cena

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Dedico questo capitolo a Ste_exLagu, che mi ha provvidenzialmente fornito l'ispirazione per sbloccare la narrazione: cinghiali marinati always!

Grazie, Ste, da parte mia, ma soprattutto da parte di Harry che non sapeva come uscire dall'impasse.

Piccola nota ad alcuni capitoli precedenti: vengono fatte delle magie da personaggi che sono ancora minorenni e al di fuori di Hogwarts; teoricamente questo non sarebbe possibile senza un intervento del Ministero; tuttavia la Rowling stessa nei suoi libri viene meno al rispetto di questo Decreto (vi prego, fidatevi e non mi fate elencare gli esempi): si può presumere che l'applicazione sia piuttosto flessibile, soprattutto se i minorenni si trovano in ambienti senza Babbani intorno.

Anche qui e nei prossimi capitoli, se mi servirà per la trama, i protagonisti faranno magie: quindi tenete per favore presente che siamo sempre tra maghi e streghe e che il Ministero deciderà di chiudere un occhio.

Ammetto anche che qui ho focalizzato molto su Harry e Draco, lasciando gli altri personaggi di sfondo; contrariamente all'altra fanfiction (L'Ottavo Anno) non ho molto interesse a portare avanti una narrazione corale e ad approfondire molto le personalità di tutti...



Draco si era premurato di caramellare a suon di lamentele le orecchie di Blaise, via camino, via gufo, via Strillettera: tuttavia il contratto era irrevocabile e lagnanze varie non avrebbero mutato la situazione di una virgola.

Il biondo Serpeverde aveva anche pensato di raccontare l'intera storia a sua madre, che di sicuro avrebbe raso alle fondamenta la dimora degli Zabini a suon di fatture se lui avesse dipinto il fine settimana abbastanza foscamente: ma quando scese dalla sua camera per la cena, i genitori lo informarono che sarebbero partiti quella sera stessa per una seconda... No, terza luna di miele.

-Draco, tesoro, qualsiasi cosa tu mi debba dire può aspettare che io ritorni-, mormorò distratta la madre, accarezzando la testa del figlio e poi tirandoselo al petto in un abbraccio profumato e tenero.

Narcissa era molto prodiga di manifestazioni di affetto, ma in quanto a sesto senso materno... Non ne possedeva un'oncia e non aveva mai indovinato la realtà del carattere del figlio: non era della tempra algida dei suoi genitori e spesso rimaneva vittima del proprio temperamento, scostante ma fondamentalmente appassionato.

E parlarne con il padre? Per Merlino, non si sarebbe fatto scoprire così debole da non sapere affrontare un fine settimana insieme a Potter, per quanto la cosa lo disgustasse.

Certo, per essere disgustato dalla prospettiva aveva accumulato una notevole quantità di bagagli, una volta risalito in camera dopo aver cenato e salutato i suoi: non sapeva decidersi su che abiti portarsi dietro. E inoltre aveva cominciato a riempire bauli giorni e giorni prima. Come se fosse scandalosamente in preda all'entusiasmo. Assurdo, davvero assurdo.

"Sono abbastanza sicuro che la veste cerimoniale non mi servirà", pensò occhieggiando la tunica di seta nera che pendeva da un attaccapanni in un angolo della stanza. "Ma non si sa mai, io me la porto, metti che decidiamo di sacrificare Potterginello su un altare..."

Come sempre, pensare allo Sfregiato gli procurò un intenso brivido giù per la colonna vertebrale, come se una goccia di pioggia gelida fosse scivolata lesta dal collo all'osso sacro; per quanto fuori si schiattasse di caldo, nel Maniero dei Malfoy la temperatura era decisamente più bassa grazie a muri spessi e incantesimi refrigeranti: però sentì il bisogno di farsi una doccia fredda, pur negando con fermezza a sé stesso che il motivo fosse il ricordo di due occhioni verdi e di una bocca umida...

Galeotto fu lo scherzoWhere stories live. Discover now