4 - non c'è due senza tre

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Eccomi qua!

Vi lascio alla lettura, ma prima... Per la cronaca, Harry sotto la doccia canta le canzoni dei Puddle Of Mudd, dei Sum 41, dei The Shins e qualcosa dei My Chemical Romance: Hermione gli ha regalato una specie di radio magica che, opportunamente modificata, capta anche i canali babbani.

Spero che non vi foste aspettati ballate romantiche del folklore britannico!

Dal momento che è molto geloso della sua privacy, per favore non andategli a raccontare che ve l'ho detto.

Buna lettura, Puffole Pigmee! E fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo: io personalmente ho adorato scriverlo...



La mattina successiva era stata data voce in giro per il dormitorio dei Serpeverde di non rivolgere parola a Draco Malfoy. Persino i compagni del suo stesso anno si tenevano a debita distanza, figuriamoci i più piccoli.

Al ritorno dalla colazione in Sala Grande, dove di Draco non si era vista l'ombra, Tiger aveva posato un piatto di leccornie davanti alla porta del loro Prefetto e aveva bussato tre volte, per poi allontanarsi: qualche secondo dopo una mano candida e affusolata si era introdotta nel varco creato dal battente e aveva ritirato il piatto. Il tutto senza che venisse proferito verbo.

Verso le due del pomeriggio un elfo di Hogwarts era venuto a bussare alla Sala Comune e aveva consegnato direttamente nelle mani di Malfoy, che lo aveva atteso sulla soglia della sua stanza, una missiva. Nott aveva visto Draco inchiodato lì rabbrividire e aprire la busta con una furia controllata che si era via via fatta meno controllata mentre ne scorreva il breve contenuto. Alla fine, Draco aveva accartocciato e lanciato via la pergamena con un urlo, un ruggito, e schiumante di rabbia si era di nuovo chiuso in camera sua dove da ore passeggiava avanti e indietro come una tigre in gabbia. Goyle, incuriosito, era entrato nella stanza e ne era stato cacciato fuori con una fiumana di insulti che avrebbero scosso persino un gigante dei ghiacci. Da allora, regnava un silenzio innaturale da entrambi i lati della porta. Le congetture si erano sprecate, ma nessuno aveva osato chiedere.

Blaise, che immaginava cosa fosse successo, parlottava in un angolo della Sala Comune con Pansy: avevano recuperato la lettera e dopo averla letta avevano lanciato sguardi preoccupati in direzione della stanza dove Draco era barricato.

"Se parlerai tu, parlerò io, ripetendo quello che ti ho detto questa notte.

NON HA SIGNIFICATO NIENTE".

Solo queste parole erano vergate sulla pergamena, per di più anonima.

Ma i due ragazzi sapevano a chi appartenesse quella grafia un poco sghemba.


Mi rifiuto categoricamente di ammettere che la serata appena trascorsa possa avere avuto altro fine e significato che non fosse la vendetta!

Nego ogni coinvolgimento, ogni partecipazione emotiva! Capito, diario del cazzo?

E non mi interessa e non mi tange che lui accampi stupide scuse, come quella che il bacio non è contato niente per lui, solo per evitare che io divulghi la mia notizia!

Attenderò il momento opportuno per sputtanare Harry... Cioè, Potter!

Lui non mi piace, baciarlo è stato orribile e non l'avrei mai fatto se non avesse portato al compimento del piano!

Credo.


-Harry?-, chiamò Hermione da dietro la porta del dormitorio del sesto anno Grifondoro. -È tutto il giorno che non esci di lì, iniziamo a essere in pensiero... E poi, qua su fa un caldo terribile e tu non hai mangiato e bevuto niente in tutto il giorno: finirai con il sentirti male...-

Galeotto fu lo scherzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora