Scrutinio finale

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Di te ricordo poco,

pacchi di sigarette a stecche

e una stanza buia con solo la luce di un computer,

poi la guerra in casa,

urla e polizia,

la normalità non sapevo cosa fosse,

promesse non mantenute,

che ormai ho dimenticato,

un ruolo nella mia vita mancante,

che tuo non è mai stato,

una vita penalizzata,

per un errore altrui,

occhi macchiati d'odio,

ancor prima del primo litigio personale,

la prima scazzottata senza timor di entrare in casa,

la prima partita senza nessuno in tribuna,

le prime vittorie senza mai un tuo messaggio,

le guerre personali senza aiuto,

un vuoto insostituibile,

un vuoto che nel tempo non se ne andrà,

che nel tempo è ancora qua,

un vuoto che ormai ha preso il tuo posto,

il posto che non hai mai occupato,

che non hai mai voluto,

il posto che ti sei scelto,

il posto che non hai avuto la decenza di onorare,

il posto che hai voluto abbandonare

e dopo anni,

quante scuse avrai trovato,

quante promesse avrai infranto,

quante volte avrai ripensato a quel posto ormai vandalizzato,

quante volte?

E non voglio una tua risposta,

sono stanco di sentire bugie,

la risposta la so già,

zero,

l'unico numero che ti può descrivere nella mia vita,

nella vita di chi è cresciuto senza di te,

quello zero è il numero che ti descrive come padre,

quello zero è un numero che prima o poi dovrai accettare,

perché per quanto ci potrai provare,

i voti li diamo noi

e come padre,

non puoi farci molto,

zero è il tuo voto

e bocciato è il risultato.

Ombrello (per quando pioverà)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora