Cattivi Presagi

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Tornare alla vita ha molti aspetti, nessuno di questi può dirsi semplice. Uno dei tanti era che ripensavi spesso a come eri morto e perché, e raramente molto raramente, erano ricordi felici. Rinascere per alcuni era ritornare dalla propria amata come nel caso di Newt per altri, era tornare a risolvere affari in sospeso. In questo caso il cipiglio del demone che si stava scolando la bottiglia di vino, era legato al pensiero che era tornato giusto in tempo per la probabile seconda fine del mondo. Cosa gran poco serena oserei dire.

Aziraphale, riposava sul piccolo divano del cottage e di tanto in tanto emetteva qualche suono, qualche verso indistinto. Poco dopo il suo ritorno alla forma consueta aveva decido di prendersi una pausa e dopo essersi trascinato fino al divano ancora piazzato nel giardino aveva chiuso gli occhi e aveva cominciato un lungo sonno. 12 ore, 12 ore di sonno ininterrotto. La strega fece circa la stessa cosa ma decise che il luogo più adatto erano le breccia del suo amato. Crowley e Newt avevano rimesso in sesto il piccolo cottage mentre i due riposavano, era una cosa totalmente insignificante ma a loro sembrava l'unica cosa fattibile al momento. 

Il ragazzo prese l'ennesima sedia mentre il demone sfoggiava una forza sovrumana e alzava da solo il pesante tavolo di mogano. Era tornato con un corpo nuovo di zecca per la sua anima ed era allo stesso modo meraviglioso e sbagliato. Adorava quel corpo, aveva avuto quelle sembianze per secoli ma ora lo sentiva diverso. Qualcosa era cambiato, ora come una demonietto alle prime armi faticava a tenere sotto controllo i suoi poteri. Forse per quello l'umano teneva una certa distanza, lui stesso sentiva la sua aurea demoniaca svolazzare qui e la. La sua lingua da serpente riuscì a liberarsi al suo controllo per un instante e uscì dalle sue labbra a indagare la situazione, al tutto si aggiunse un sibilio irritato. Sentì la mano appoggiarsi sulla sua spalla all'ultimo minuto "Non essere così di cattivo umore, in fondo siamo vivi, e abbiamo anche preso quello che cercavamo" il ragazzo ora gli parlava senza paura, come fossero vecchi amici. Crowley lo osservò per un istante, il suo cervello aveva staccato le connessioni. Poi mentre Newt usciva le funzioni normale furono ripristinate e il demone realizzò che forse quando era stato dentro di lui aveva sottovalutato il fatto che l'umano potesse arrivare ad avere alcune informazioni su di lui. Ora Newt sapeva, e sapeva un sacco di cose. Quando l'ultima sedia venne posata Crowley prese due bicchieri e si diresse al portico, senza troppi complimenti ne mise uno in mano al ragazzo e gli versò un picchiere di un rosso d'ottima annata. 

Non era servito nemmeno un instante perchè Risengard sentisse l'energia. Era volata fuori e si era immersa nella beatitudine di un altro angelo. Aveva dimenticato quanto bello potesse essere avere quell'aurea attorno. Era magnifico. Poco distante sul tetto dell'edificio Miro era caduto in negozio e piangeva silenzioso, la beatitudine lo feriva ma non riusciva a sottrarsi a quel tocco. Troppi secoli erano passati da quando avevano lasciato il paradiso. Fu solo un instante come era apparsa scomparve nel nulla. Una sola lacrima era scivolata lungo il viso dell'arcangelo che non l'aveva nemmeno notata. Come quel momento la lacrima cadde a nel vuoto e non lasciò traccia, come se non fosse mai esistita. 

Quando anche Risengard atterrò sul tetto, il suo seguace ancora singhiozzava, ci mise un po' a smettere. "Miro, penso proprio sia giunto il momento di riunire tutti quanti, il secondo pezzo è stato preso. E' giunto il nostro momento, è arrivato il tempo di essere liberi, di ricominciare da zero", prese la mano del demone di fronte a se e si diresse verso la porta che li avrebbe portati all'interno. Dentro la reazione a quello che era appena successo era ben diversa, le bestie e i mostri si dimenavano al suolo sofferenti e pieni di rabbia. Molti erano completamente accecati dalla furia e si azzannavano l'un altro, alcuni erano spaventati e si nascondevano gli uni dietro gli altri come cani bastonati, più piani scendevano più le bestie si facevano imponenti e orribili. L'odore di putrefazione che emanavano era sempre più terribile, in parte veniva da loro e in parte dai resti dei corpi umani che avevano lasciato le fiere dopo i loro pasti. Scesero lentamente un passo dopo l'altro osservando quella parte di esercito che erano riusciti a raccogliere. 

Era stato difficile ma erano riusciti a mettere insieme un gruppo alquanto vario. Pian piano alla loro porta avevano cominciato a bussare parecchi demoni tra i peggiori, stanchi delle stupide gerarchie e dell'inattività degli ultimi secoli avevano deciso che quel mondo era stretto. La sorpresa più gradita era stato l'arrivo di alcuni angeli. Si angeli del paradiso mai scesi dalle loro delicate nuvole avevano deciso di andare in cerca di un nuovo inizio. Il mondo su cui dovevano vegliare era troppo corrotto e troppo debole. I primi e ora anche i più fidati che erano arrivati a chiedere di loro erano stati l'arcangelo Amenedial, e una delle ultime creazioni di Dio, Stria. Quando li aveva accolti non era sicuro che tutto andasse nel verso gusto, aveva persino sospettato che il paradiso li avesse inviati per riuscire controllare la situazione ma aveva piacevolmente scoperto che non era così. Erano arrivati alla sua porta con una speranza, anche loro erano stanchi, stanchi di un mondo che non andava, un mondo che non accoglieva più l'amore, che non rispecchiava la sua forma più pura. Ora anche tra gli angeli avevano cominciato a farsi strada le emozioni umani. Avevano cominciato a rivoltarsi gli uni contro gli altri anche se così non sembrava e avevano cominciato a provare tristezza e solitudine, anche in paradiso alla fine la perfezione si era infranta. Poi anche lassù era giunta voce di una nuova fazione, non c'era più solo inferno e paradiso, c'era la fazione della nuova creazione. Ne avevano parlato molto negli ultimi mesi e alla fine avevano deciso di vedere con i loro occhi se esistesse. 

Risengard sapeva di avere ben più di  una possibilità ora. Così aveva iniziato a tessere una complicata trama affinchè Aziraphale e Crowley potessero arrivare ai pezzi e portarli fuori dai regni senza che nessuno si accorgesse che dietro c'era lui. Si quei due dovevano arrivare ai pezzi perchè solo un amore nato fra due eterni poteva avere il potere di ricostruire lo specchio. Questo doveva essere impossibile da far nascere e per questo sembrava che i frammenti fossero al sicuro ma non era così. Alla fine era nato ed ecco che gli ingranaggi si erano messi in moto.

Arrivarono all'ultimo piano e Risengard interruppe il filo dei suoi pensieri, era il momento. Attorno al frammento che fluttuava nell'aria molti demoni si erano riuniti e ne prendevano piccole quantità di potere. L'ultimo che non fu abbastanza veloce da spostarsi venne toccato dall'arcangelo e in istante quello che ne rimase fu solo cenere. Una risatina si levò dalle labbra di Risengad mentre tutti gli altri si appiattivano gli uni contro gli altri. "Ottimo lavoro in Paradiso, non avrei mai pensato di vedere due angeli mentire tanto bene miei cari" disse alle due figure nella penombra. Amenediel fece un passo in avanti tenendo tra le braccia la piccola Stria, "Abbiamo fatto quello che dovevamo" rispose lento e controllato con un moto di rabbia che però era palpabile sul fondo delle sue parole. Gli era stato promesso che non avrebbero avuto conseguenze, eppure erano stati torturati dopo la loro cattura finchè Amenediel era riuscito a liberarsi e a portare con se Stria fuori dal paradiso. Finchè osservava il copro tra le mani dell'arcangelo che aveva di fronte a se Risengard per un instante vide la sua Olympia. Si mosse senza nemmeno pensarci, nessuno si accorse del movimento troppo veloce persino per gli occhi dei demoni. Si fermo vicino al corpo dell'angelo svenuto e pose una mano sulla fronte dell'angelo incosciente, Amenedial tentò di tirarsi indietro ma era già tutto fatto. Stria riaprì gli occhi e sorrise tranquilla. "Si l'avete fatto e per questo che ora possiamo realizzare insieme il nostro sogno" disse Risengard mentre tornava veloce verso il frammento, allungò la mano e chiuse gli occhi, era il momento di far conoscere la sua presenza al resto del mondo. Il potere cominciò a liberarsi dallo specchio da prima lento e silenzioso poi sempre più abbondante e temibile scorrendo dentro di lei. Sopra la città di Londra cominciarono ad accumularsi nuvole scure e minacciose che promettevano una tempesta terribile. Intanto, sul portico di un piccolo cottage, un demone e un ragazzo osservavano il cielo e pensavano che quelle nuvole all'orizzonte non erano altro che un cattivo presagio.

Good Omens - Tu ed IoWhere stories live. Discover now