9. Tu sei compresa nella mia solitudine

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« Sono tuoi i disegni?» chiesi osservandone un paio.

Erano tutti diversi tra di loro. Alcuni rappresentavano dei paesaggi, altri due persone che si tenevano per mano, altri non ne avevo idea visto che erano totalmente indefiniti. Ma di una cosa fui certa: ci teneva molto. Erano incorniciati e all'angolino di ciascuno di loro era segnata una data. Li aveva conservati tutti nel corso degli anni.

« Sì, sono molto importanti per me » mi disse, tornando dalla cucina e accendendo il fuoco nel camino.

« Sono molto belli » lo rassicurai, sorridendo.

« Alcuni sì, altri no. Diciamo che li tengo perché rappresentano momenti diversi della mia vita » spiegò.

« Ho visto che hai segnato delle date »

« A otto anni mi è venuta in mente la geniale idea di segnare le date sui miei disegni, per potergli conservare meglio in futuro »

« Missione compiuta, direi » mi sistemai sul divano.

Fu affascinante osservarlo mentre tentava di accendere il fuoco. Cominciai a trovarlo affascinante sotto troppi punti di vista, dovevo smetterla. Non sapevo quasi nulla di lui, non avevo idea di chi fosse, eppure quel mistero che lo contraddistingueva mi diede alla testa. Ero stata io a seguirlo, a voler stare in sua compagnia quel pomeriggio. Mi sentii una stupida.

« Mi manca da arredare solo una stanza, quella in cui dovrei dormire. Ma aspetterò un attimo, tanto alla fine non passo mai la notte qua » mi raccontò, sedendosi accanto a me.

« Come mai? »

« Diciamo che non va proprio a genio ai miei nuovi genitori. Non vogliono che passi le nottate fuori, vogliono avermi sotto controllo. E poi, non mi piace stare da solo e di notte è ancora peggio. Non che io abbia paura del buio, ma quando resto in totale solitudine di notte non sto molto bene » si confidò.

Nella mia testa non potei fare a meno di immaginare come possa aver passato le nottate da bambino, chiuso da solo nella sua cameretta, a pensare a come sarebbe potuto essere il suo futuro. Avrei tanto voluto abbracciarlo, o dirgli qualcosa che potesse farlo sentire capito, ma la verità fu che non c'erano le parole giuste per ciò che aveva avuto il coraggio di dirmi.

« I pro e i contro della solitudine. Voler stare da soli, ma non del tutto » risposi.

Mi guardò negli occhi per qualche istante, poi concentrò il suo sguardo verso il fuoco nel camino.

« Cos'è successo oggi? Mi hai detto di non stare molto bene »

« Un'altra giornata di merda, mettiamola così. Non possono più proseguire le indagini sulla morte di mia madre, quindi diciamo che non sono proprio al settimo cielo » spiegai brevemente.

« Per quale motivo?» mi chiese.

« Perché non si trova più il suo corpo »

« In che senso?» domandò confuso.

« Nel senso che qualcuno l'ha portato via per coprire il vero assassino, quindi non si va più avanti »

« Portato via? Si può fare? » domandò sbalordito.

« A quanto pare sì »

« E come pensi che andranno avanti le cose adesso?»

« Convincerò qualcuno a parlare. Non mi arrendo di certo ora, visto quello che ho sentito in aula degli insegnati. Può sparire il corpo da analizzare, non può sparire l'assassino o le persone che sanno chi possa essere stato » risposi.

« Tua madre sarebbe molto fiera di te » disse con sincerità.

« A te invece? Cos'è successo che sei scappato via senza dire una parola?» domandai.

LOVE AND LOSSDonde viven las historias. Descúbrelo ahora