Capitolo 3

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Una spallata minacciò il mio equilibrio precario una volta poggiati i piedi sulle strade affollate di Londra, e per poco non caddi a terra.

Come Draco mi aveva già preannunciato, ero arrivata a Piccadilly Circus, una delle piazze più famose di Londra, nonché una delle più frequentate, essendo il punto nevralgico del distretto di Westminster.

Attirata dalle luci dei grandi schermi pubblicitari e distratta dal continuo traffico di persone, ci mesi qualche minuto per riuscire a tornare alla realtà e ricordarmi cosa avrei dovuto fare.

Aumentai il passo, superai la Shaftesbury Memorial Fountain e mi diressi dritta lungo le scale della metropolitana.

Andavo spesso a Londra in vacanza con la mia famiglia, e  i nostri genitori ci avevano fatti spostare con la metropolitana, affermando che "Londra è più bella se vista con gli occhi di un Babbano". 

Al ricordo di loro con in mano mappe turistiche e cappellini a visiera in testa, mi prese una fitta al cuore e ricacciai indietro le lacrime. Non c'era tempo per inutili sentimentalismi.

Aspettai qualche minuto vicino le rotaie in attesa della prossima metro e, appena si aprirono le porte, mi ci fiondai dentro, senza aspettare che gli altri passeggeri scendessero.

Subito l'odore acre del sudore e un forte caldo mi colpirono. Fortunatamente, la metropolitana non era troppo affollata, ma comunque non trovai posto per sedermi.

Mantenendomi a una delle sbarre di metallo blu scelsi a caso una delle diverse fermate della metropolitana.

Scesi e cambiai linea, più e più volte, il tutto in modo totalmente casuale. Le mie scelte dovevano essere imprevedibili, in questo modo avrei avuto un alta possibilità di non essere trovata.

Decisi infine, quando mi sembrò abbastanza, di scendere a New Cross, un quartiere conosciuto soprattutto per la presenza di ristoranti e caffè.

Non avevo idea di dove andare, nè di cosa fare, e più ci pensavo, più sentivo l'ansia salire.

Inspirai ed espirai lentamente, tentando di regolarizzare i respiri.

Non c'era molto da fare. Avrei dovuto soltanto:
-Trovare un posto economico in cui stare;
-Restarci.

La mia immagine riflessa in una vetrina, mi distrassi per qualche secondo, ma non fu del tutto positivo.

Ero distrutta, i miei capelli erano arruffati, il mio viso scavato e sporco e i miei vestiti umidicci e macchiati. Senza contare l'insopportabile puzza che il mio corpo emanava.

Se chiedessi aiuto a qualcuno probabilmente scapperebbe solo dandomi uno sguardo, senza contare il fatto che sarebbe stato meglio tenere un profilo basso.

Camminai per qualche metro cercando di passare inosservata agli occhi delle persone che, man mano mi allontanavo dalla metropolitana, tendevano a diminuire.

Fortunatamente non dovetti fare molta strada per trovare quello che aveva tutta l'aria di essere proprio ciò di cui necessitavo: all'angolo tra Heald St e Tanner's Hill si ergeva il Venture Hostel, un modesto ostello poco affollato, che, dall'aspetto esterno, mi ricordava molto il Paiolo Magico della Charing Cross Road.

Un po' titubante, entrai nel Royal Standard, il bar attraverso il quale, probabilmente, si raggiungevano le stanze.

Lo spazio interno era angusto e l'arredamento decisamente kitsch per i miei gusti. Una accozzaglia di stili rendevano il tutto ridondante.

La stanza era quasi del tutto occupata dal lungo bancone, dietro il quale si trovava un ragazzo sulla ventina, dalla pelle olivastra e i capelli neri perfettamente ingellati, impegnato ad asciugare meticolosamente un calice.

Light || Draco Malfoy Where stories live. Discover now