Capitolo 2

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4 giorni.

Erano ormai 4 giorni che ero rinchiusa in quello scantinato e non avevo più rivisto Abbie dal giorno in cui mi ci aveva portata.

Non c'era giorno in cui non gridassi il suo nome, accompagnato da decine e decine di imprecazioni, ma lei nulla.

Il giorno prima ero però riuscita a sentirla parlare: era all'apice della scalinata di fronte alla mia 'cella', non riuscii a vederla ma avevo riconosciuto la sua voce; "Costringetela con la maledizione Imperius se necessario, ma fate in modo che mangi qualcosa, chiaro?" aveva detto, e non mi ci volle molto a capire che stesse parlando proprio di me.

Infatti un paio di volte al giorno (motivo grazie al quale potei capire lo scorrere del tempo) un uomo basso e grassoccio, con la faccia simile a quella di un roditore e una mano metallica, scendeva le scale e attraverso le sbarre della porta mi lasciava dell'acqua e del cibo, che non mi prendevo la briga di mangiare, non del tutto almeno.

Ogni volta mangiavo il minimo indispensabile per poter restare in vita, anche se una parte di me non avrebbe voluto continuare a farlo, ma comunque ciò che avevo ingerito in quei tre giorni non era neanche la metà di un pasto completo.

Mi sentivo completamente spenta e non avevo neanche le forze per muovermi.
Inoltre, avevo pianto così tanto che ero arrivata al punto di non avere più lacrime in corpo.

Come ho fatto a finire in questa situazione di merda?

Mi sentivo così impotente di fronte a tutto ciò che mi stava succedendo, così arrabbiata e al contempo così depressa che scegliere di non mangiare per farla finita mi sembrava quasi ragionevole.

Ma solo i vigliacchi e i deboli preferiscono morire piuttosto che affrontare le difficoltà della vita.
E io non ero nulla di tutto ciò.

Lo schianto di un corpo contro le sbarre dello scantinato mi spaventò, tanto da farmi indietreggiare nel tentativo di ripararmi dietro a una colonna.

Presi coraggio e sbirciai per poter vedere di chi si trattasse. Quando vidi il volto di faccia-da-topo schiacciato tra le sbarre e ricoperto di quella che doveva essere la mia cena. Un moto di speranza mi si mosse dentro: che Abbie avesse cambiato idea? Che fosse tutto parte di un suo strano piano contro Colui che Non Deve Essere Nominato?

Udii passi sulle scale farsi sempre più vicini e il mio cuore iniziò a battere più forte.
Nel momento in cui la porta si aprì e il corpo dell'uomo schiantato rotolo all'interno della cella, riuscii finalmente a vederne latino .

Draco Malfoy, con indosso il suo solito completo nero, si guardava attorno alla ricerca di qualcuno e quando incrociò il mio sguardo, il mio cuore perse un battito. Aveva il volto teso e la bacchetta levata in mano.

"Seguimi" si limitò a dire.

Mi bloccai per qualche secondo. "No, non lo farò"

"Cazzo, Jane. Sto tentando di salvarti! Seguimi, non abbiamo molto tempo"

Le sue parole mi ricordarono irrimediabilmente quelle che mia sorella mi aveva rivolto qualche giorno prima; rabbrividii. Ero finita in quella situazione solo perché mi ero fidata di lei, quindi perché avrei dovuto fidarmi mi Draco Malfoy, dopo tutto ciò che mi aveva fatto?
"N-no" dissi con voce tremante "Io non mi fido di te"

Light || Draco Malfoy Donde viven las historias. Descúbrelo ahora