Desideri.

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Capitolo 3

Desideri.

Lately, I've been, I've been losing sleep
Dreaming about the things that we could be.

Se deve essere sincera, Vanessa, a lei i matrimoni piacciono.
Le piace prepararsi per bene, le piacciono gli abiti da sposa, le piacciono i giochi e gli scherzi che i due innamorati devono subirsi, l'atmosfera di festa e di gioia, di condivisione di un giorno così importante ed unico nella vita.
Sì, i matrimoni le piacciono davvero molto, se non fosse per due miseri dettagli: il primo è di poca importanza, anche se lei non ammetterà mai quanto le rode averlo come "pecca", e consiste nel non andare mai accompagnata da un ragazzo, sempre da sola, con i suoi genitori, certo, ma da sola, con la sua macchina, con il suo invito per un'unica persona.
Il secondo, invece, la fa proprio incazzare a morte, perché la gente deve sempre farla sentire sola e così indietro con il corso della vita, quando in realtà non è vero, dato che ha solo vent'un anni e tanti giorni ancora da vivere, ma si sa come ragiona le gente: una ragazza così bella, intelligente, con un lavoro, una vita perfetta ma... che vive da sola... ma...
«Quando ti sposi tu?» questo è il dettaglio che la fa arrabbiare, questa semplicissima domanda alla quale deve rispondere sempre a pappagallo «Appena trovo la materia prima, mi sposo!» accennando un sorriso che sembra una smorfia, un sorriso così falso che la fa sentire di pessimo umore, tanto che decide di buttarsi sul vino rosso, alla ricerca della felicità vera.
In questo momento Vanessa siede su una sedia, al tavolo riservato per lei, i suoi genitori, i nonni e un paio di vecchiette che lei non ha mai visto, siede con il calice pieno di liquido rosso in mano, sorseggia piano ma frequentemente, lo stomaco che implora pietà dato che, si sa, lei l'alcool non lo regge così bene, il vestito blu che indossa lo considera troppo corto, non riesce neanche ad accavallare le gambe, il colpo di grazia è dato dai tacchi che indossa, armi letali che rischiano di farla scivolare da un momento all'altro, dato che il vino mette a dura prova il suo nuovo equilibrio; ha le guance rossicce, i capelli biondi che cadono lisci e perfetti, gli occhi che sorridono e la voglia di sparare tante cazzate quante il vino le permette, non male, insomma.
A questo matrimonio c'è gente principalmente sulla trentina, neanche uno straccio di ventenne per lei, lei non vive in un film, non troverà mai l'amore ad un matrimonio, se lo deve segnare da qualche parte; sono tutti più o meno accoppiati, tranne le nonnine e tranne lei, sono tutti molto felici e soddisfatti della propria vita matrimoniale o di coppia, c'è amore infinito e puro in quella sala, Vanessa lo sente sulla propria pelle, lo respira nella speranza di potersene tenere un po', giusto per non pensare di essere così sola a questo mondo.
Sola, ma con un angelo.
Un angelo che, tuttavia, non si è fatto trovare quella mattina nel suo appartamento, come se fosse sparito nel nulla, senza lasciare una minima traccia; ma lei non aveva tempo di preoccuparsi, doveva vestirsi e rendersi presentabile, con Luke avrebbe fatto i conti non appena tornata.

«Hey, fanciulla!» la richiama una voce dietro di lei, una mano morbida sulla sua spalla, gli occhi di Vanessa che lentamente si proiettano verso la proprietaria di quella voce così calda: la sposa, in tutta la sua bellezza, gli occhi quasi a cuoricino, il vestito bianco che cade a pennello in quel fisico slanciato, un sorriso da far invidia a chiunque, più felice di lei, in questa sala, non c'è nessuno, forse, solo lo sposo.
«Devi venire con me!» la incita, mentre Vanessa trova un modo per alzarsi, abbassarsi il vestito e cercare di non inciampare sul vestito dell'altra.
«Cosa devo fare?» chiede, cercando di apparire più sobria possibile, quando invece la testa le gira un poco e gli occhi si chiuderebbero piacevolmente, giusto per riposare cinque minuti.
«Devo lanciare il bouquet!» esclama l'altra entusiasta, mentre la bionda fa spallucce: quante possibilità ci sono che riesca a prenderlo? Una su mille? Tempo perso e, comunque, lei non ha la materia prima.
«Siete solo tu e una mia amica, hai un cinquanta percento delle possibilità di farcela!» e la sposa non poteva dare notizia più sconvolgente: solo due persone? Così poche?
«Qui sono tutti sposati ormai...» sembra leggerle la mente meglio di Luke, Vanessa deglutisce e annuisce poco convinta, mentre raggiungono insieme un salone da ballo deserto, dove ci sono solo le casse con la musica che va da sola.
«Tutti di qua! La sposa lancia il bouquet!» intervengono i pochi bambini presenti, mentre il brusio degli invitati si fa sentire un poco, brusio di voci e rumori di scarpe con il tacco che accorrono per il grande evento, tutti curiosi di sapere chi sarà la fortunata.
Vanessa guarda la ragazza accanto a lei, sorride ubriaca.
«E tu ce l'hai il ragazzo?» le chiede, mentre la moretta si limita a voltare lo sguardo verso un ragazzo poco distante da loro; Vanessa segue la direzione dei suoi occhi fino ad arrivare alla figura di un ragazzo dai capelli ramati e lo smoking perfetto, lui sorride dolce alla sua amata, mentre Vanessa si sente nuovamente in più.
«Prendilo tu allora il bouquet, a me manca qualcuno da sposare» la incita, mentre l'altra perde il contatto visivo con il suo lui per rivolgersi ai suoi occhi blu.
«Ma sono troppo giovane per sposarmi, ho solo ventiquattro anni» e Vanessa ridacchia.
«Beh, io ne ho solo ventuno! Meglio te che me»
«Facciamo così, lo prendiamo solo se ci cade in testa»
«Affare fatto» stringono così il loro accordo, mentre la sposa si posiziona a dovuta distanza davanti ai loro occhi: sorride alle due contendenti, per poi voltarsi di spalle e urlare un felice «Conto fino a tre!» che cattura l'attenzione di tutti i presenti.
Il Dj decide finalmente di abbassare la musica, la sostituisce con un bel rullo di tamburi, incoraggiando gli ospiti ad emettere quel "ooooh" di suspance necessaria.
«Uno!» e Vanessa ha già visto che la tipa accanto a lei ha fatto un passo avanti.
«Due!» le mani dell'altra ragazza sono già in alto.
Per fortuna che doveva caderti in testa.
Si ritrova a pensare.
«Tutti lo vogliono quel bouquet, tu compresa» e quella voce la distrae dal mondo che la circonda.
«Tre!» e il mazzo di fiori è già in alto, neanche mezzo secondo e cade tra le mani della ragazza davanti a lei, sorride felice di essere riuscita nel suo intento, l'applauso generale l'avvolge, la sposa la sta già abbracciando e le bacia la guancia mentre Vanessa si guarda intorno stranita.
È quasi sicura di aver sentito la voce di Luke, anzi, è sicurissima di averlo sentito, eppure, non lo vede.
Guarda tra gli invitati, nessun biondo a catturare la sua attenzione; guarda dietro di sé, guarda pure il soffitto, ma di Luke non c'è traccia, sparito di nuovo nel nulla, la cosa inizia ad inquietarla un po', non capisce il motivo di tutto quel silenzio, non capisce perché sia sparito senza nemmeno avvisarla.
Che si sia offeso per qualcosa che ha fatto?
Che sia ancora arrabbiato per l'episodio della biblioteca di ieri? Impossibile, la scorsa notte sembrava felice e in pace, lui è assente solo da questa mattina.
«Vane, spostati! Gli sposi devono ballare» la richiama la voce di sua madre, facendole notare di essere l'unica in mezzo alla pista da ballo, imbambolata e con lo sguardo perso.
«Scusa, sono ubriaca» ammette senza problemi, facendo sorridere la donna che la sta conducendo verso una sedia, allontanandola dalla coppia che si sta già abbracciando sotto gli occhi di tutti.
Una melodia lenta avvolge l'atmosfera, una canzone che pure Vanessa conosce si fa sentire, quelle note musicali leggere e calde, lo sfondo perfetto per i due innamorati che si tengono stretti in mezzo alla pista da ballo.
Vanessa li osserva e non può negare a se stessa di provare un pizzico d'invidia.
Lui tiene le mani intrecciate dietro la schiena della sposa.
Lei gli cinge il collo, gli occhi che si perdono in quelli del suo sposo.
Si sorridono, canticchiano alcune frasi di quella canzone, come se stessero facendo delle promesse, arrossiscono quando un applauso generale si fa ancora sentire, o quando qualcuno si mette a fischiare, i loro visi si avvicinano ancora un po', le loro labbra che si uniscono sotto gli occhi degli invitati, labbra che si uniscono timide, labbra che si cercano con delicatezza come per paura di rompersi, un bacio tenero e meraviglioso che porta Vanessa a mordersi il labbro inferiore.
Lo deve ammettere almeno a se stessa, è invidiosa da far schifo.

An Angel In DisguiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora