#FattiAvantiAmore

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Capitolo 14



#FattiAvantiAmore



Abbiamo mani per afferrarci
Girare insieme come ingranaggi e poi
Abbiamo occhi con cui vediamo
Ma se li chiudi ci riconosciamo
Perfetti come macchine
Miracolo di nervi ed anime
Io non ti chiederò perché
Ti stringo e credo a te
Siamo fatti per amare
Nonostante noi
Siamo due braccia con un cuore
Solo questo avrai da me
Fatti avanti amore



E sono passate quattro settimane da quell'incontro con Jade.

E Luke ci sta provando davvero.Ci sta mettendo anima e cuore per trovare Michael, per riportarlo alla sua famiglia, per farlo risvegliare da quella amnesia che lo tiene lontano da Jade e da suo figlio.Ma Michael sembra scomparso.Lo ha cercato tutte le notti, quando Vanessa si abbandonava al sonno profondo, lo ha cercato in ogni via, in ogni vicolo, in cima ad ogni palazzo.

Lo ha cercato di giorno, mentre Vanessa lavora, o anche in sua presenza: i suoi occhi azzurri non hanno mai smesso di cercare quella figura, facendolo sospirare amaro di fronte alla delusione.Ha chiesto pure ad Ashton di aiutarlo, gli ha spiegato la situazione, lo ha supplicato di non dargli le spalle, ma neanche gli occhi dell'amico sono serviti a molto.Sydney è grande, è immensa e Michael è un angelo con ali grandi in grado di portarlo anche più lontano.Vanessa, dal suo canto, continua a credere che la delusione di Luke sia dovuta al fatto di non riuscire a ricordare nulla riguardo i suoi genitori.

Gli chiede spesso se gli è venuto in mente un dettaglio, per esempio, quando lui si incanta a guardare qualcosa o qualcuno. Gli chiede spesso se si ricorda almeno se la sua casa è sempre stata Sydney o no. Gli chiede spesso di controllare l'elenco telefonico, facendolo ridere.Come può davvero credere di riuscire a trovarli chiamando ogni singolo numero?

Considerando poi che, forse, molti Hemmings non usano il telefono fisso? Considerando che, forse, i suoi genitori potrebbero essere morti?Vanessa rabbrividisce sempre a questa possibilità, scuote la testa, non vuole crederlo davvero: vuole dargli speranza, vuole dargli un motivo per continuare a cercare, non si vuole arrendere, vuole renderlo felice, lui ha fatto così tanto per lei.

E lei ora lo fissa, Luke, mentre lo guarda entrare nel bagno al posto di lei, appena uscita con l'asciugamano legato al petto e che arriva al ginocchio, i capelli biondi e ancora un po' umidi che scendono lunghi, gli occhi blu che, ora, guardano verso il letto ancora da fare, privando la curiosità di farsi sentire.Si siede sul letto, la pelle ancora un po' accaldata.Sono stati al mare questa mattina.Nonostante l'estate sia ormai quasi finita, hanno voluto tornarci ancora una volta, l'ha voluto lei, in particolare, per far diventare realtà quel sogno di molto tempo fa.

~

Loro due in riva al mare, seduti su un telo, sotto il sole non troppo aggressivo.
Le pelli che profumano di crema, perché quella serve sempre, soprattutto a lei che è così chiara.
La brezza del mare che muove appena i capelli.
Capelli biondi e umidi.
Perché Luke ha voluto farle fare un ultimo bagno al mare, prendendola in braccio di peso e correndo tra le onde, lanciandola in acqua, ricevendo insulti di tutti i tipi da parte di lei che, sempre troppo freddolosa, ha cominciato a tremare un po'.
Si sono avvicinati, o meglio, Luke si è avvicinato.
Il corpo perfetto, bagnato da quell'acqua cristallina, gli occhi azzurri e divertiti, le labbra aperte in un sorriso bellissimo, le braccia che prendono il corpo di lei, facendo combaciare i loro bacini.
Facendo sfiorare i loro corpi fin troppo scoperti, divisi solo dal tessuto dei loro costumi, procurando ad entrambi un lieve rossore sulle guance, rossore che lei si è affrettata a far indietreggiare, spintonandolo via, dicendogli di essere cattivo.
Ma le parole non combaciano con i gesti perché, Vanessa, lo ha abbracciato, si è stretta al suo corpo in cerca di calore, lasciando cadere tra di loro un silenzio timido, fino al momento in cui sono tornati in riva.
Si sono seduti.
Lei tra le gambe di lui.
Lui dietro di lei, le mani avvolte sulla sua pancia, i polpastrelli che accidentalmente sfiorano parti di pelle troppo sensibili.
E lei ha sentito il cuore battere più forte.
Anche perché lui ha toccato la sua spalla con le labbra, fino ad arrivare al collo, lentamente, facendole venire i brividi.
«Hai una strana cicatrice, sulla scapola» ha voluto deviare il discorso, sentendo quelle labbra allontanarsi, sentendo il mento di Luke appoggiarsi alla sua spalla destra, sentendo la sua presa un po' più stretta.
«Sono le ali» ha detto sicuro, ha mentito bene, senza che a lei venisse qualche dubbio: sicuro e deciso, mentre dentro sentiva il senso di colpa.
Quando dirle la verità?
Questa domanda è la peggiore delle torture, inoltre, la voce di Jade rimbomba prepotente nei suoi pensieri.
Quando glielo dirà, soffrirà.
Quando glielo dirà, lei non vorrà ascoltarlo.
Quando glielo dirà, troverà mille ostacoli che si metteranno in mezzo, impedendo la ricerca, quando sparirà.
Un brivido gli prende la schiena.
Un brivido di paura e timore.
E se lui sparisse davvero?
Se la sua tesi fosse completamente sbagliata e diventasse aria?
Cerca di mantenere la calma, cerca di bloccare quei pensieri così catastrofici.
Ma da solo non ci riesce.
Sarà lei, inconsapevolmente, a distoglierlo dal buio delle sue riflessioni.
Vanessa si è voltata a guardarlo.
Occhi blu specchiati in occhi azzurri.
E Luke crede di non aver mai visto un viso più bello.
Le ha sorriso, avvicinandosi un po' di più.
Le loro labbra si sono unite piano, leggere, come se temessero la passione, come se non fosse ancora il momento, insicuri di quello che potrebbe succedere, insicuri di sbagliare ogni cosa.
~

Ma, Vanessa, ora seduta sul suo letto, sente che stanno cercando solo scuse per rimandare.
Si sente quasi stanca della sua insicurezza, si sente troppo impaziente di aspettare.
Luke.
Luke lo conosce da quando aveva sei anni.
Lo ha visto crescere con lei, lo ha visto cambiare, farsi adolescente, farsi più uomo, ha visto sparire i brufoli dalle sue guance, ha visto le spalle diventargli più larghe e muscolose, ha visto quegli stessi occhi azzurri rimanere sempre uguali, soprattutto quando si rivolgono a lei.
Conosce Luke in ogni cosa, in ogni sfumatura, sa che è disposto a tutto per lei, sa che come lui non ci sarà nessun altro.
Lo ama.
Di questo è più che certa.
Ha confessato questo sentimento a se stessa milioni di volte.
Lo ama, ed è la cosa più sincera che sente.
Lo ha amato a parole, quando era ancora un angelo puro.
Lo ha amato pure quando le lacrime le rigavano le guance.
Lo ha amato in ogni possibile gesto, da quando lui ha dato una svolta alle loro vite, diventando, solo per lei, mezzo uomo.
Ma sa benissimo di volere di più.
Sa benissimo che lo vuole pure lui.
È il momento di amarlo del tutto, di amarlo con il corpo e non solo con le parole.
Concedersi a lui.
Concedersi a lui, un angelo, per la prima volta.
Deglutisce a vuoto.
Scuote la testa.
E se lui... non amasse il suo corpo?
E le mille domande nascono dentro di lei.
Dalle più banali, alle più insensate, alle più improbabili.
Ma sono le tipiche domande di chi ama davvero, di chi si preoccupa per l'altro, di chi si preoccupa di essere quello che l'altro desidera.
E lei vuole essere davvero quello che lui sogna, desidera, immagina.
Lo vorrebbe davvero, ma ammette le sue imperfezioni, le riconosce, non si possono cambiare con uno scocco di dita, mica ha i poteri di Luke, lei.
Sospira, quasi si ritrova a sorridere di se stessa per quei pensieri infantili, ma che proprio non riesce a scacciare via.
Quando aveva diciotto anni, è stata Clary la prima ad averlo fatto, del loro gruppo.
Poi Hilary.
Poi Anastasia.
Solo lei non ha mai sentito il bisogno di concedersi a qualcuno.
Perché nessuno era Luke, nessuno era paragonabile al suo angelo.
Le parole delle sue amiche se le ricorda a memoria, ma le loro preoccupazioni erano davvero inutili, almeno così pensa lei.
Hilary si lamentava delle sue cosce muscolose, le cosce di una ginnasta, sode, perfette, non così eccessivamente grandi come pensava lei.
Ma Hilary ha occhi profondi e bellissimi, le ciglia lunghe che catturano l'attenzione, che mettono ancora più in risalto il colore dei suoi occhi: quel verde mescolato al marrone, quel colore che incanta e fa arrossire.
Anastasia, invece, ogni scusa era buona per lamentarsi dei suoi fianchi larghi, non notando però, che la sua bocca carnosa racchiude un sorriso spettacolare; quelle labbra sono davvero un invito gratuito a baciarle, sono perfette, quasi a forma di cuore e, Vanessa, glielo ripeterà sempre quanto gliele invidia.
E poi c'è Clary, la piccola York, che pur di nascondere la sua bassa statura, indossa sempre tacchi da vertigine: era questa la sua paura, la prima volta che l'ha fatto, l'essere troppo minuta, troppo piccina, l'essere vista come una bambina.
Ma, tutte le sue amiche, le hanno fatto notare che di grande ha ben due cose: il cuore e le tette, e queste ultime, sono sempre andate a suo favore in fatto di ragazzi.
E, poi, Clary è una bomba, è una fonte di energia, ha la simpatia che scorre ovunque, si fa bene volere pure dal peggior nemico.
E lei, invece?
Vanessa che cos'ha di speciale?
Proprio non lo sa, dato che crede ancora di essere l'ultima scelta di quel gruppo di ragazze.
Non si ritiene l'emarginata socialmente, solo che... non ha ancora capito che punto del suo corpo sfruttare al meglio, non sa quale sia il suo punto migliore.
Lei, seno non ne ha, anzi, dato che "ama" farsi soprannominare "tavola".
È alta, ma non si ritrova le gambe così lunghe.
Ha le spalle più larghe delle sue amiche.
È bionda, ma mica naturale.
Ha un bel sorriso, ma non come quello di Anastasia.
Ha gli occhi blu, ma gli occhiali coprono sempre un po' troppo.
Sa essere simpatica, ma sa anche essere molto timida e silenziosa, pure scontrosa.
Sospira ancora dandosi della stupida.
Credendo di essere davvero all'apice della pazzia: da quando si fa tutti questi problemi con se stessa? Da quando ha cominciato a fare un elenco di cose belle e brutte del suo corpo o della sua personalità?
Forse, innamorarsi di un angelo così perfetto comporta pure a questo.
Comporta al domandarsi se si è davvero abbastanza.
Si stringe nelle spalle.
Sente i brividi del freddo.
L'asciugamano non la tiene sufficientemente al caldo.
Ma non ha il tempo di alzarsi, dato che Luke esce dal bagno, l'asciugamano bianco stretto in vita, i capelli biondi ancora leggermente bagnati, gli occhi azzurri che si rivolgono ai suoi, mentre sorride appena, avvicinandosi.
«Hey» le dice piano, mentre si siede dal suo lato del letto, guardandola, incitandola con la mano a stendersi vicino a lui.
«Dovrei vestirmi» risponde lei, arrossendo leggermente, volgendo lo sguardo al pavimento.
Sente, però, le braccia di lui avvolgersi al suo corpo.
Lo sente trascinarla su quel letto, facendole appena il solletico, comprendo i loro corpi con il lenzuolo, mentre si posiziona sopra di lei, beandosi di quella risata speciale.
I capelli di lei sono lunghi sul cuscino, gli occhi blu tentano di nascondere un po' di vergogna, si morde il labbro e arrossisce, quando si rende conto che l'asciugamano si è abbassato un po', lasciando scoperto il suo seno, tanto che si affretta a coprirsi con le mani, sotto lo sguardo serio di lui.
Luke non esita ad avvicinarsi al suo viso, racchiudendo le sue labbra in un bacio, dando vita, nuovamente, a quella passione che a Venezia hanno controllato.
Passione che brucia.
Passione che, adesso, non vogliono fermare.
Come se fossero curiosi, forse.
Come se volessero sapere cosa si prova.
Come se fosse il momento, questo e basta.
E la mano di Luke esita un poco, prima di scostare quella di Vanessa dal suo petto, andando ad accarezzarle il seno scoperto, facendola rabbrividire, facendola irrigidire, perché mai nessuno l'ha mai toccata così.
Le mani di lei passano sulla pelle della schiena di Luke, mentre quelle labbra gli baciano le guance, la mascella, le spalle, in modo lento, perfetto, facendogli sentire quelle emozioni così forti.
E lui, sotto quel tocco, quasi si dimentica quanto brucia il ricordo di quel numero che gli segna la scapola.
Quel nove che sta sbiadendo sempre più verso un otto, ma che ora non ha importanza.
Troppo presi l'uno dall'altra, da quel momento tanto atteso, da quel momento che stanno condividendo insieme.
La prima volta per entrambi, la timidezza e l'esitazione a renderli impacciati e disarmati.
Come si impara ad amare qualcuno?
Come si capisce qual'è la cosa giusta da fare?
E neanche qui non ci sono regole.
«Vane...»
«Luke...»
Si chiamano quasi all'unisono, dando voce alle loro paure.
«Io non l'ho...»
«Neanche io»
E quasi sorridono.
«Non voglio farti male»
«Mi fido di te»
Una carezza sul fianco di lei.
«Sei sicuro, Luke?» e lui inarca il sopracciglio.
«Dovrei farti io questa domanda...»
«Chi non vorrebbe un angelo come te?»
Lei arrossisce.
Lui sorride, intuendo subito le sue paure, sentendo quei pensieri che rimbombano nella sua testa, sentendo tutte quelle paure che sono troppo difficili da confessare.
Le si avvicina.
Le lascia un bacio.
«Sei bellissima, Vane» e lei sente il cuore in gola: come nel suo sogno.
«Non desidero nessuno se non te. Credimi» tenta di rassicurarla ancora, lasciando una scia di baci sul suo collo, per poi scendere sulle spalle, sul petto, lasciandole sentire a pieno quei brividi mentre, con la mano, cerca nel comodino quella bustina argentata che ha tenuto nascosto ai suoi occhi.
Si guardano ancora una volta.
Lui in cerca di consenso.
Lei in cerca di sicurezza.
Le loro bocche tornano ad unirsi ancora, mentre diventano una cosa sola.
Lasciano che la stanza si riempia dei loro gemiti, dei loro respiri più profondi, del rumore dei loro baci, mentre le loro mani toccano e sfiorano leggere.
Avviene tutto così velocemente.
Veloce ma intenso.
Le loro guance sono rosse, così come le loro labbra.
Il corpo di lei quasi trema, ma trova rifugio presto, perché lui l'avvolge tra le sue braccia, baciandole la fronte.
E lei non si è mai sentita così protetta.
E lui crede di non aver mai amato così a pieno.
Lei gli carezza la guancia.
Lui bacia quelle dita magre.
Si sorridono.
E le parole non servono.
Occhi blu che si perdono in occhi azzurri.

An Angel In DisguiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora