Cinque.

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Capitolo 18


Cinque.

I won't give up
even though it hurts so much
Every night I'm losing you in a thousand faces
Now it feels we're as close as strangers



Chi l'avrebbe mai detto che, da quel giorno, il tempo avrebbe deciso di velocizzare il tutto?Il tempo va contro Luke, va contro la sua storia con Vanessa, va contro il loro amore, va contro tutte le cose che stanno creando insieme, cose che si perderanno presto, senza che lei nemmeno lo sappia.La famiglia di Luke è loro ospite ogni domenica, pranzano con loro, o sono i due giovani ad andare lì.Parlano, discutono, cercando di recuperare il tempo perso, cercando di dimenticare quella sofferenza che ha riempito per anni i loro occhi, i loro cuori, i loro pensieri.La famiglia di Luke sa bene del suo patto, sa bene che se ne andrà presto, sa bene che quel numero sulla scapola sbiadisce sempre più.Ogni mese.Ogni giorno.Ogni ora.Ogni secondo.Lo sa, ma tenta di restare in pace.Luke ha già spiegato la possibilità di poter essere ritrovato, ha già rassicurato i loro animi dal timore di un altro addio, ha già asciugato le lacrime a sua madre cercando di calmarla, bisbigliandole quel segreto che pesa più di ogni dolore «Vanessa non lo sa.»Parole che hanno sorpreso tutti.Parole che hanno provocato critiche, commenti poco carini, nuove paure e timori che si sono formati dentro Luke.Lui lo sa, è sbagliato.Lui lo sa, lei non se lo merita.Lui lo sa, soffrirà.Lui lo sa, ma non ha cambiato idea.Ci ha provato a dirglielo, il giorno del compleanno di lei, una volta spente le ventidue candele.Ci ha provato davvero, ma... Il cuore gli è andato in gola.La voce si è bloccata.«Vane io...» frase che non ha avuto la fine giusta «Ti ho comprato questo» e dentro quella scatola troppo grande c'era un batuffolo di pelo, piccolo quanto una mano di lei, pelo color dello champagne, gli occhi grandi e verdi, quel miagolio che ora riempie il loro appartamento.Le ha comprato un gatto, un micio che lei ha chiamato Charlie, un micio che lei ha amato dal primo momento, mentre Jade si avvicinava a Luke, e in un sussurro non ha trattenuto quella battuta troppo crudele.«Non volevi lasciarle un figlio, le lasci un gatto? Carino, Luke, davvero» parole che l'hanno ferito a morte.Parole che sono costate a Jade un pizzicotto da Michael, mentre Vanessa accarezzava Charlie, ignara di ogni singola cosa.Dal suo compleanno sono passati mesi, giorni, ore.E Luke... Ha paura a guardare il suo riflesso allo specchio.Sono appena tornati da un week end a casa Clifford, in compagnia anche di Ashton e Anastasia, i tre amici angeli riuniti, con le rispettive ragazze.Un weekend passato tra risate e battute, un weekend che non doveva finire così velocemente, come sabbia tra le dita.Luke si guarda allo specchio, il petto nudo, i pantaloni del pigiama indossati.Teme a voltarsi, teme di non reggere il colpo, teme di svenire dall'emozione troppo forte.Si guarda.Si volta.Sulla scapola... Il numero uno sbiadisce sempre più.Manca poco, manca troppo poco.Mancano solo cinque giorni a quell'addio, mancano solo cinque giorni alla fine.
E le lacrime gli riempiono il viso, mentre indossa una maglia scura, mentre cerca lei con lo sguardo, notando solo la porta finestra aperta: lei è in terrazza.
È di schiena, davanti ai suoi occhi, Charlie vicino, intento a fare le fusa, accoccolandosi sui piedi di lei, mentre la ragazza continua a guardare il cielo, armata di giubbotto leggero per proteggersi dalla brezza ancora un po' fredda di un'estate timida che sta nuovamente avvolgendo Sydney.
I capelli sciolti, il naso all'insù, guarda le stelle, quasi le conta, e i suoi pensieri sono lame sul petto.
È felice.
È in pace.
In vita sua non è mai stata così bene.
Ha Charlie.
Ha Luke.
Ha la felicità in mano.
Lo ama.
Deve dirglielo.
Deve ringraziarlo per ogni cosa.
E lui vorrebbe solo non essere mai entrato nella sua vita.
Sospira Luke, avanzando verso di lei, lasciando che i suoi poteri l'avvolgano, dandole calore, proteggendola dal vento.
L'attenzione di lei si sposta su di lui.
L'ha già sentito arrivare, ancora prima che lui l'abbracciasse da dietro.
«Sempre a proteggermi» sussurra Vanessa, intrecciando le dita alle sue, sentendo la sua pelle così fredda.
«Che stavi facendo?» le bacia il collo, provocandole un brivido.
«Nulla, stavo... Boh, guardando in cielo» e lei mente, perché stava cercando un modo per confessargli i suoi sentimenti.
Si volta, incontrando quello sguardo perso, quegli occhi azzurri che le tenebre nascondono un poco, quella strana espressione che le fa inarcare il sopracciglio.
«Ti amo» la voce di lui esce così velocemente che quasi lei si sente inerme.
L'ha confessato così, di getto, di fretta, con una strana espressione addosso, con gli occhi lucidi che bruciano, con una lacrima che ora gli solca le guance.
«L-Luke» lei balbetta, e lui stringe la presa sulla sua vita, l'avvicina a lui, al suo corpo, le lascia un bacio che teme possa essere l'ultimo, bacia quelle labbra e si sente così colpevole.
Colpevole di troppa felicità.
«Ti amo e farei qualsiasi cosa pur di renderti felice» sussurra ad un respiro da lei, per poi allontanarsi un poco, perdendo il contatto con la sua pelle.
«E so benissimo che dopo quello che sto per dirti mi odierai, mi odio pure io per quel che ti ho fatto» e stringe i pugni.
«Ti amo così tanto che ho deciso di rinunciare alla mia vita di angelo, pur di restarti accanto, pur di stare con te. Ho deciso di farlo, a due condizioni» e Charlie distrae quel discorso, andando a miagolare vicino ai suoi piedi, ma senza interromperlo davvero.
«La prima: avrei amato e desiderato solo te e nessun'altra. Oserei dire scontata come condizione, non ho occhi per nessuna umana al mondo se non te, e non mi pento assolutamente di questo» e lei si sente arrossire.
«Tuttavia, potevo essere metà angelo e metà umano... solo per un anno. Un anno in cui avrei potuto toccarti, baciarti, sentirti sotto la mia pelle, essere visto da tutti, essere considerato reale agli occhi degli altri, ma soprattutto ai tuoi. Un anno per poi sparire» e lei ha smesso di respirare al sentire quelle uniche parole "un anno per poi sparire".
«Mi dispiace, Vane. Mi dispiace per ogni cosa, mi dispiace, ma... questa era l'unica occasione per poterti dimostrare tutto quello che provavo per te» e un'altra lacrima gli solca la guancia, una lacrima che, però, non sembra impietosire la ragazza davanti a lei.
Vanessa prende quelle parole, le sente entrare dentro di lei con violenza, brutalmente, lasciando che solo alcune rimbombino più delle altre.
Un anno.
365 giorni.
Non un solo secondo di più.
Stringe i pugni anche lei.
Indietreggia al vederlo avanzare verso di lei.
Lui si ferma, conscio di non poter più far nulla.
Sapeva che sarebbe finito così.
Sapeva che lei non avrebbe mai accettato una cosa simile.
Gliel'hanno detto tutti, gliel'hanno ripetuto tutti: sua madre, Jade, suo padre, i suoi fratelli, Ashton, Michael.
Più il tempo passa, più il tutto precipita.
Più il tempo passa, più lei si affezionerà a te.
Più soffrirà.
Più soffrirai.
Più sarà difficile accettare tutto.
«Quanti giorni mancano?»
La voce di lei arriva lieve, quasi inudibile.
«Cinque
«Come fai ad esserne così sicuro?»
«Ho un numero sulla scapola che sbiadisce di mese in mese. Quando è diventato un uno, ho iniziato il conto alla rovescia»
Silenzio.
Un silenzio che logora.
Un silenzio che si riempie di tensione.
Una tensione così forte da non rendergli possibile la lettura dei pensieri di lei.
«E dove vai tra cinque giorni?»
«Sparirò, perderò la memoria, mi dimenticherò di te, di noi, di questo anno. Tornerò ad essere un angelo ma... ma c'è una soluzione!» cerca di spiegare velocemente, ma lei non sembra proprio intenzionata ad ascoltarlo.
«Goditi questi ultimi cinque giorni, allora, senza di me» e la cattiveria messa in queste parole è falsa.
Sta soffrendo.
Ha il cuore spezzato.
La sola idea di perderlo la fa soffrire, le fa provare un male che neanche una lama provocherebbe.
Si sente a pezzi, distrutta, sorpresa da quella notizia così brutta.
Ma non riesce a stare calma.
Si lascia sopraffare dai ricordi, dai momenti passati insieme, in tutti questi anni, in questo anno in particolare.
Era tutto così perfetto, era tutto così falso.
«Vane, ti prego, lasciami spiegare, lasciami finire, ti prego» le si avvicina ancora, mentre lei arriva al muretto di quella terrazza, in trappola tra il marmo e il corpo di Luke.
Il cuore in gola e gli occhi che fissano per terra, nel tentativo di nascondere quelle lacrime che stanno per scendere senza timore.
«Michael era nella mia stessa situazione: lui era un angelo, è diventato mezzo uomo per amore di Jade, è sparito, ha perso la memoria ma... ma l'abbiamo ritrovato! L'abbiamo ritrovato e ora sta con Jade! Si ricorda di lei, si ricorda di suo figlio, sono felici ora» ma la voce trema.
«E quindi?» la domanda di lei è così dura.
«Quindi anche se sparirò tornerò da te, in un modo o nell'altro»
Silenzio.
L'ennesimo silenzio tra di loro.
Lei non osa alzare lo sguardo.
«Dopo quanto tempo avete ritrovato Michael?»
E lei sa fare le domande giuste.
Luke balbetta, esita.
«Qualche mese» sussurra, mentre lei si lascia scappare una risatina soffocata, nervosa, risatina che non promette nulla di buono, lui lo sa bene.
«E io dovrei sopportare questo? Essere in grado di cercarti, di non perdere la speranza, di ritrovarti e poi trovare un modo per farti ricordare chi sono?!» alza la voce, mentre lui tenta di avvolgerla tra le sue braccia, tenta di darle conforto, tenta... non sa neanche lui perché tenta.
«Non toccarmi» singhiozza Vanessa «Perché l'hai fatto? Perché hai deciso per entrambi?» e le lacrime cominciano a bagnarle la pelle, veloci, avare, e lui non può neanche fermarle.
«Stavamo arrivando al limite, tu eri al limite. Non potevamo continuare a guardarci, avevamo bisogno di qualcosa di più» lei sorride.
«E non ti sei chiesto se a me andasse bene il fatto di poterti avere solo per un ultimo anno, prima di vederti sparire per sempre?!»
«Lo volevi anche tu, volevi toccarmi, volevi che fossi reale! Non più invisibile, lo volevi, lo leggevo nei tuoi occhi, nei tuoi pensieri, nei tuoi pianti! Non eri felice, Vane, non eravamo felici»
«Perché ora lo siamo? Tra cinque giorni sparirai, dovrei essere felice di questo?!»
«Io non sparirò davvero, io sarò qui, da qualche parte, tu mi troverai»
«E se non ti trovassi?»
«Jade, Michael e Ashton ti daranno una mano, tu mi troverai»
«E se non ti ricordassi una sola cosa di me?»
«Perché non dovrei? Sei la persona più importante della mia vita»
«E se io mi stancassi di cercarti? Se mi stancassi di tentare l'impossibile per farmi ricordare da te?»
Il cuore perde un battito.
Luke indietreggia.
Vanessa si porta la mano alla bocca, nel tentativo di zittire i singhiozzi.
Lo ha detto davvero.
Lo ha detto a voce alta.
Nei suoi pensieri non faceva così male.
Non si può più cancellare nulla.
Luke non riesce a formulare una singola parola in più.
È... confuso.
La confusione regna nella sua mente, perché da lei non si sarebbe mai aspettato una cosa simile.
Lei che ipotizza di stancarsi.
Lei che preferirebbe rinunciare piuttosto che tentare ogni giorno.
Lei che schiva il dolore della delusione, per inoltrarsi nel dolore del dimenticare.
Vuole scordarsi di lui.
Vuole anche lei avere un'amnesia nel suoi confronti.
È pronta a crearsela, perché fa meno male.
Fa meno male cercare di scordarsi di lui, di loro, dei loro momenti insieme che tentare di riportarlo indietro.
Fa meno male questo, e lui non ci crede.
Jade non l'avrebbe mai fatto.
Avrebbe preferito urlare il nome di Michael fino al farsi sentire, piuttosto che dimenticare.
Dimenticare è come non dare importanza a quella persona.
E, Luke, in questo momento, si chiede se quella volta ha fatto la scelta migliore, buttandosi, lasciandosi cadere per una persona del genere.
Una persona che non vuole lottare per lui.
Una persona che preferisce il buio, preferisce oscurare ogni suo ricordo.
È senza parole, Luke, mentre lei continua a singhiozzare, cercando di fare un passo verso di lui.
«Luke... Luke io...» ma sta volta è lui ad indietreggiare, è lui a non voler essere più toccato da lei, tanto che prende la distanza necessaria a far uscire le sue ali, ali che rompono la maglia che indossa, ali che lo portano in alto, velocemente, prima che lei possa toccarlo.
Vola via da quella terrazza, con le lacrime che rigano il viso.
Vola via e finge di non sentire la voce di lei che urla il suo nome.
Vola via e vorrebbe davvero non essere mai esistito.
E Vanessa si odia, adesso, si odia come non mai.
Si odia per averlo ferito.
Si odia per aver mentito.
Si odia per aver lasciato che l'ansia e il panico parlassero per lei.
Come potrebbe arrendersi?
Come potrebbe rinunciare a lui?
Lui che ha fatto così tanto per lei.
Lui che ha rinunciato al suo essere angelo, ha rinunciato a quella situazione così insopportabile, pur di avere una svolta per loro due.
Lui che ha sempre tentato di renderla felice.
Lui che la ama, e tra i due è l'unico che è riuscito a dirlo a voce alta.
Lui che non merita una come lei, perché lei è solo una stupida.
Una stupida umana che non si preoccupa di quel che dice, pur sapendo di quanto male possano fare le parole.
Lei che ora piange, con Charlie che si accoccola vicino, distesa sul letto, la portafinestra aperta, gli occhi rossi che aspettano il suo ritorno, per ore e ore.
Ma di Luke non c'è traccia.
Luke se n'è andato.
E lei teme che questo sarà per sempre.

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