IV

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Agitato ChatNoir iniziò a chiamarla. Vide i suoi occhi stringersi per poi delicatamente aprirsi.
Quando la chiamò un'ultima volta, attirò la sua attenzione facendola sobbalzare.

«Dormito bene Principessa? Ora perdonami, ma ho la mia Regina da salvare...» Marinette notò un tremore nella sua voce, come quando si cerca di trattenere le lacrime; ciò fu confermato dai suoi occhi lucidi. Notò agitazione nei suoi movimenti, e quando stava per andar via, afferrò la sua coda.

«Perdonami, ma se nel pacchetto ho trovato te, significa che lei è ancora in pericolo».

«Non andare da solo»

«Devo andare!»

«Sono sicura. Sta bene! Ora se aspetti qui, arriverà e combatterete insieme»

«Lei è intrappolata sott'acqua ed io l'ho lasciata sola!» si sentì quasi aggredire da quella rabbia. Si pietrificò nel vederlo per la prima volta in quello stato, mentre una lacrima finalmente si liberò dalla sua stretta.

«Basta che la chiami»

«Basta che la chiami?» ripeté con aria inquisitoria, avvicinandosi delicatamente «Cosa mi nascondi, conosci LadyBug?».

«Sento che lei è al sicuro. Fidati di me!»

«Come puoi essere così sicura?»

«Aspetta qui, ti prego».

Sospirò forte, fissando di nuovo il soffitto. La neve continuava a scendere da quella fessura da lui creata.
Quanto ancora poteva aspettare?
Per quanto tempo era svenuto?
Guardò Marinette, percepì di trasmetterle paura, cercò di calmarsi, di liberarsi dalla sua agitazione. Aprì il bastone e cercò di chiamare LadyBug.

«Se non risponde, andrò subito a cercarla!».
Vide lentamente Marinette sgattaiolare dietro l'albero di Natale.

«Se andasse da solo e fosse imprigionato non saprei come ritrovarlo...»

«Non pensi che sia troppo vicino?»

«Tikki trasformami».

ChatNoir, intanto era tornato indietro, avvicinandosi all'estremità opposta dell'albero dove si era nascosta, lì poco distante era stata poggiata una ghirlanda con pacchettini rossi, fiocchi e pupazzi di neve.

Una strana decorazione da trovare su un albero di Natale. La toccò delicatamente per analizzare un suo decoro, ma cadde. Quando l'afferrò per cercare di rimetterla a posto, pensò alle sue mani perfettamente separate l'una dall'altra per reggerla, unite dallo stesso compito, ma non vicine, come lui e LadyBug: uniti nella stessa missione, ma separati da un muro invisibile, come Marinette e lui in quel preciso momento. Separati da un gigantesco albero di Natale.
Sentiva una voce dentro di lui ripetere di distruggerlo, abbattere quell'albero e raggiungerla.

Non voleva farlo. Distruggere un simbolo così importante l'era stato impossibile già una volta, non l'avrebbe rifatto.

Nonostante questo, qualcosa dentro di lui lo spinse sotto la fioca neve a lasciar cadere quella ghirlanda, pronunciare "cataclisma" e distruggere quel muro che separava lui da lei. Lei che non era solo Marinette, ma anche Ladybug. Qualcosa dentro di lui sapeva dove trovarla. Quando quel povero albero divenne polvere e di quel simbolo rimase solo la ghirlanda, vide Marinette terminare la sua trasformazione in Ladybug.

Un sussulto al cuore lo bloccò.

Lei sentì qualcosa di diverso alle sue spalle e quando si voltò, rimase scioccata dal suo gesto.

«ChatNoir, ma che cosa hai fatto?»

Era sempre stata al suo fianco sia come Marinette, sia come Ladybug. Serviva solo una spinta per distruggere quelle barriere. Sapeva che lei temesse di esser stata vista. Voleva nasconderlo, la sua voce tremante, la sua agitazione. Lui sapeva, ma lei non voleva saperlo, perché un altro muro invisibile li separava... era vietato sapere le proprie identità, il perché era un altro muro da distruggere.

«Si sa Insettina, tu crei ed io distruggo. Visto Marinette per caso?»

«Certo, è stata lei a chiamarmi...»

«Certo» sorrise, pensando a quanto volesse rinfacciargli tutto.

«Bene sono sicuro che riuscirai a mettere a posto il casino combinato dal tuo gattino, ma prima bisogna sconfiggere il cattivo».

«Guarda chi abbiamo qui!»

«Che tempismo!» pronunciò ChatNoir, quando alle sue spalle fluttuò Séparateur, con una capriola, afferrò LadyBug portandola in alto, riparandosi in una delle rientranze che sorreggeva la cupola.

«Qual è il tuo piano Marilady?»

«Marilady?»

Fece spallucce, sorridendo. Lei lanciò il lucky charm ricevendo di nuovo una forbice. Quando l'akumizzato iniziò a cercarli tra i vari terrazzi della galleria, ChatNoir saltò alle sue spalle, riprendendo la ghirlanda.

«Sai cosa adoro di più? Preparare i regali di Natale» pronunciò attirando il cattivo verso di sé, conficcandogli metà corpo con forza nella ghirlanda. In contemporanea, LadyBug depredò la sua tavola, afferrata da ChatNoir. Con il suo yoyo Ladybug, infine catturò la vittima di Papillon e una volta arrivati a terra, tagliò la base che si rimpicciolì, tornando una foto divisa in due dal suo taglio.

«Ciao Ciao Farfallina» pronunciò facendo tornare tutto alla normalità.

«Ben fatto!».

La foto, la vetrata, l'albero, il vigilante tutto tornò come prima.

ChatNoir cacciò del vischio vicino alla sua Lady, lei voltò di scatto il capo maliziosa. Quando lui cacciò un broncio, LadyBug gli schioccò un bacio sulla guancia lasciandolo soddisfatto, mentre poté fissare gli ultimi fiocchi di neve.

«Ci rivediamo a Disneyland Paris" bisbigliò.

Prima che lei potesse aprir bocca, lui andò via con il suono lampeggiante del suo anello.

I dubbi di Marinette durante il ritorno da Adrien l'assalirono. ChatNoir l'aveva vista?.
Quando tornata in bagno, entrando da una finestra, aprì la porta, trovò Adrien pronto ad aspettarla.

«Come vedi hanno risolto tutto. Ci hai messo molto ad arrivare...»

«Arrivare da dove?»

«Secondo te, Marilady?»
La lasciò così, facendo il segno del silenzio ed un occhiolino.

Il suo Gorilla era tornato a prenderlo.
Una volta in macchina Plagg spuntò da sotto la giacca.

«Sei stato tu a spingermi a farlo?»

«Distruggere è il mio mestiere».

«Mi ha lasciato il regalo più grande che potessi immaginare. Lei è sempre stata al mio fianco, e adesso lo so. Un giorno Papillon sarà sconfitto e potrò dirle tutto ciò che provo. Nel frattempo mi godrò la mia Lady sia nei giorni comuni, sia nei giorni di sfida».

Plagg fissò con lui quella foto. Adrien non poteva saperlo, ma lì in quello scatto non erano soli.

«Avrei dovuto chiuderli in una stanza da soli come fece LadyBug con noi due!» pronunciò Alya guardando la sua amica imbambolata, inginocchiata sul suolo innevato.

Appuntamento Sotto la Neve - Miraculous Fanfiction Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum