Capitolo 26

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Uscita da quella grotta respirai profondamente finché non sentii una presenza dietro di me. Era Miguel.
"Fammi capire bene, tu ed Alma sparite per un mese, senza dare vostre notizie, senza avvisarmi e quando riapparite, ovviamente anche in questo caso senza preavviso, mi portare in una grotta sperduta in Dio sa solo quale posto, con un demone incatenato ordinandomi di ucciderlo. Santo cielo!".
Dissi tutto d'un fiato. Ero furiosa. "Cosa vi passa per la testa! Mio Dio!".
"Hai sempre dimostrato cosí tanto...astio per quelli come me. Sempre a parlare di giustizia, di ció che è giusto e ingiusto, come una bambina. Bene adesso ti sto dando la possibilità di fare quello che avresti voluto. Puoi agire secondo i tuoi ideali di giustizia, di morale che tanto ti stanno a cuore, ma dovrei sporcarti le mani per farlo" disse, con un pizzino di scherno.
Mi girai furiosa e avvicinai la mia facci alla sua.
"Io mi sporco le mani e l'ho già fatto, ma non posso andare in giro ad ammazzare persone, anche se demoni, se li reputo innocenti. Quel demone, lí incatenato, completamente inerme, come posso ucciderlo a freddo. Potrebbe non aver mai fatto nulla di male, per quanto ne so io".
"Porrebbe aver ucciso molto persone invece. Alcune volte bisogna agire anche senza sapere tutte le variabili in gioco" rispose lui.
"Si, si potrebbe e questo me lo dovreste dire voi, dato che suppongo siate stai voi ad incatenarlo li, ma io queste informazioni non le ho. Per me è un demone innocente, finché non verrà dimostrato il contrario, e io non mi vendico sugli innocenti".
Detto questo voltai le spalle a Miguel e raggiunsi il cavallo. Seguii il sentiero al contrario, per uscire dal bosco e poi mi diressi dritta a casa.

Miguel ed Alma arrivarono dopo più di un' ora, portando con loro il demone. Quando li vidi arrivare, li squadrai con aria incerta.
"Perché lo avete portato qui" chiesi.
"Non potevamo lascialo li" rispose Miguel.
"Oh si, portarlo in casa invece è molto meglio, è per questo che ha ancora le manette ai polsi vero? Perché qui è più sicuro giusto?" dissi sarcastica.
"Si è più sicuro, ha fatto un patto con me"
"Non ho avuto molta scelta..." sibilò il demone.
"Oh, ma certo un patto, certo" continuai ironica.
"Ragazzina" disse Miguel, visibilmente irritato   "Tu per prima dovresti sapere quanto sono efficaci i patti tra noi demoni". Sorrise con una sorta di ghigno. Io ammutolii. In effetti aveva ragione. Se il tempo per me si era fermato, era per via del patto che avevamo stipulato anni fa.

"Quindi ora starà con noi... come ti chiami?" chiesi.
"Barbas" rispose il demone. Teneva la testa bassa. Era in uno stato impietoso, magro, pallido, sembrava che il suo corpo dovesse cedere da un momento all'altro.
"Barbas... è il tuo nome da demone giusto?" chiesi io. Lui annuii.
"Non hai un nome da umano?"
"È la prima volta che metto piede sulla Terra" ripose, tenendo sempre la testa bassa.
Mi faceva tenerezza. Sarà perchè era cosí denutrito da avere la struttura ossea di un ragazzino, sará perché era stato trascinato in quella grotta ed incatenato senza motivo, sará perchè mi aveva appena rivelato di essere appena arrivato sulla Terra... Dio stavo provando pena per un demone.
"Vieni ti serve del sangue" dissi avvicinandomi.
Miguel a quelle parole parve visibilmente stupito.
"Ma che gesto compassionevole" disse.
"Preferisco prenda il mio, piuttosto che fargli bere quello di un passante qualsiasi rischiando che lo uccida. È così debole che potrebbe prosciugare dieci cristiani". Mi girai verso Barbas. "Ma dovrai fermarti quando te lo dirò" dissi severa. Lui annui.
"Bene" dissi "allora seguimi. Miguel, io e te parliamo dopo".

Dio mio quel ragazzino mi ha quasi prosciugato. Non riesco a reggermi in piedi.
Mi stesi a letto coprendomi il viso col braccio. Poi sentii bussare alla porta.
"Avanti" dissi.
"Sono io".
"Scusa se non ti accolgo, ma sento che potrei svenire da un momento all'altro".
"Preferisci parlare domani?"
"No, preferisco chiudere la questione ora" ispirai profondamente. "Fammi ricapitolare: mi porti in una grotta sperduta, dove trovo un demone, apparentemente innocente ed incatenato, e tu. dandomi una sorta di pugnale, mi ordini di ucciderlo. Posso chiederti perché?" ero talmente esausta che non riuscivo ad arrabbiarmi, perció dissi tutto con un tono di voce calmo e rilassato.
"Barbas è uno dei demoni minori dell'inferno. Lo abbiamo trovato due mesi fa, quando era appena arrivato sulla Terra. Non una delle migliori accoglienze lo ammetto, ma era il candidato perfetto".
"Perché è un demone minore?" chiesi.
"Esattamente, i demoni minori sono i piú facili da gestire, ed eventualmente rimandare indietro".
"Quindi quel pugnale...se lo avessi usato...avrebbe funzionato? Lo avrei ucciso?".
"Te l'ho giá detto, non si uccide un demone. Comunque la risposta è si, lo avrebbe riportato negli inferi, almeno avrebbe dovuto".
"Perchè quel pugnale?" chiesi incuriosita cercando di mettermi seduta.
"Non lo hai notato vero?" disse lui. Io feci di no col capo. Nella grotta era spaventata ed era buio, non avevo fatto molta attenzione a quel pugnale.
lui fece una pausa. "Ti ricordi quando ci siamo sposati? Dopo la cerimonia, ero particolarmente stanco". Io annuii col capo. "Ti ricordi cosa dissi? Il prete che celebrò la messa era un santone. Vedi di solito i crocifissi, le chiese, i rosari, non ci fanno effetto. Sono cosa umane, mortali, costruite da mortali per mortali. Alle volte però ci sono... come dire...delle eccezioni e queste eccezioni sono tutto ció che discende dal paradiso". Lo guardai corrucciata.
"Mi spiego meglio. L'anima di quell'uomo era pura ed immacolata, era una di quegli uomini che hanno già l'anima prenotata in paradiso, perciò la sua vicinanza, il dover toccare gli oggetti che lui toccava, mi ha prosciugato parte delle energie. Ovviamente una piccola parte: quell'uomo è ancora vivo, non fa ancora parte del paradiso, ma sono certo ci andrà. Queste sono le eccezioni, ci può ferire tutto ciò che risiede in paradiso" disse lui.
"Mi stai prendendo in giro vero? Per forza mi stai prendendo in giro" ora iniziavo ad incazzarmi. "Mi stai dicendo che per riportare un demone negli inferi, devo utilizzare ció che è in paradiso, cosa che ovviamente non potrò fare e anche se ci sono umani come quel santone che vi fanno effetto, non sono abbastanza potenti per rimandarvi nell'inferno perchè non sono ancora morti e perciò tecnicamente non appartengono al paradiso". Lui annui. Io mi lascia ricadere sul letto. Stavo per urlare.
"Il pugnale ragazzina, non hai controllato il pugnale" disse lui tirandolo fuori dalla giacca. Me lo porse. Lo presi tra le mani e subito guardai Miguel stranita e leggermente inorridita.
"È fatto di... osso" dissi.
Lui sorrise evidentemente divertito dalla mia confusione ed annuí.
"I santi sono in paradiso, ma le ossa rimangono".

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