Capitolo 1) Sedetevi comodi, la mia è una lunga storia

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Bienvenito in questa storia, non so se si scrive così, comunque, dichiaro che questa storia potrebbe causare shock emotivi e chi più ne ha più ne metta. Spero che vi possa piacere e se no... Niente potrei cadere nella disperazione più totale😂😭
La canzone sopra è Machine degli Imagine Dragons.
Buona lettura

Premessa, la vita fa schifo.
Credo che l'abbiate notato anche senza che ve lo dicessi io vero?
La mia storia non inizia con un c'era una volta una principessa rapita,rinchiusa in una torre e salvata dal principe deficiente di turno.
Certo che no, ma non vivo nemmeno un fottuto cliché dove la protagonista è dapprima una sfigata anonima che si innamora del bello e dannato della scuola per poi perdere la sua verginità, essere tradita, perdonare il soggetto del suo dolore e procreare in una numerosa famiglia.
Cose del genere accadono nei film a mio parere, ma sto divagando,perdonatemi.

Sono nata per sbaglio a causa di un preservativo rotto, grazie mille Durex, da due genitori che non possono definirsi un modello di vita.
Madre alcolizzata , depressa, con problemi esistenziali.
Padre, tossico, violento, che dimostra la sua forza sulla figlia che cerca di sopravvivere in questa merda di mondo.
Già, un classico modello di famiglia americana negli spot pubblicitari insomma, ma non gliene faccio nemmeno una colpa, più che altro me la prendo con la società in cui ho vissuto, e vivo tutt'ora.
Se sei la figlia di due tipi del genere, vieni giudicata per ciò che fanno loro, piuttosto che per quello che cerchi di essere.
Sono sempre stata una tipa che tiene le distanze. Ero la più bassa, la più magra e forse la bambina più stronza in tutta la scuola materna che gli insegnanti avessero mai visto.
Per loro , ero un colpo all'occhio in mezzo a tutti gli altri e io continuavo ad essere me stessa, perché loro continuavano ad ignorare i lividi con cui mi presentavo.
Come degli allocchi credevano davvero che fossi caduta, ma una volta testai la loro intelligenza dicendo la verità.
Risultato? Scoppiarono a ridere e mi diedero della bugiarda, per cui fanculo la società, che si è accorta di me solo quando mio padre superò il primato di botte una notte.
Credo che all'epoca avessi dieci anni, era ubriaco, o fatto, o entrambi, ma diede il meglio di se a sfogare tutta la rabbia ingiustificata che aveva in corpo su di me.
L'ultima cosa che ricordo, prima di perdere i sensi in una pozza di sangue, è un volo da primati contro una cristalleria che avevamo in cucina, l'unico pezzo a non essere di legno marcio.
Un vero peccato, era una delle poche cose che mi piacevano di quella casa.
Comunque, al mio risveglio c'erano degli sbirri che parlavano con i medici, spiegarono che non era la prima volta che accadeva dato i risultati delle lastre.
Dissero qualche parola di circostanza della serie "ora va tutto bene",oppure, "sei al sicuro".
Le conseguenze che seguirono? Semplice, i servizi sociali levarono l'affidamento ai miei genitori biologici che finirono in carcere per qualche anno e iniziai il mio pellegrinaggio da una casa famiglia ad un'altra.
Quasi ero felice... Appunto, quasi.
Diciamo che essendo cresciuta in un determinato modo, non volevo che qualcuno mi cambiasse, ma quelle teste di cernia a cui mi affidavano non importava più di tanto.
Ricordo che una volta capitai in una famiglia che dire sdolcinata era un complimento.
Avevano già una figlia, più grande di me ed erano totalmente devoti al Signore. Altro mio difetto? Non credevo. Ditemi quello che volete, ma se avete letto com'è iniziata la mia storia non potevate pretendere qualcosa di diverso.
Tornando al discorso principale, la suddetta "sorella", era una vera stronza.
Si atteggiava con le amiche e mi parlava del suo fantastico fidanzato, che poi a quindici anni, posso solo immaginare il suddetto stallone.
Sottolineo inoltre, che il suo ragazzo mi fissava come ad un vecchio giapponese con il complesso di lolita, se non sapete cosa significa lo semplifico. Pedofilo, però mi viene da giustificarlo.
Ero sempre stata magra, come detto in precedenza. Avevo lunghi capelli neri, occhi celesti, carnagione pallida, tappa e compatta.
Il ciclo mi venne precocemente, ad undici anni mi sembra, ciò comportò anche il diventare signorina con i suoi benefici e difetti.
Parlando del pedofilo, tentò di baciarmi quando a casa c'era una festa organizzata dalla smorfiosa e si beccò un calcio nelle palle.
I problemi vennero dopo, quando mi diede la colpa e ovviamente, essendo figlia di tossici, tutti gli crederono.
Quella che doveva essere mia sorella maggiore iniziò ad odiarmi senza motivo, d'altro canto io continuavo ad ignorarla, fino a quando un giorno non mi umiliò di fronte ai suoi amici che decisero di giocare al tiro al bersaglio con me.
Peccato per lei, poteva essermi simpatica... Certo, come no.
Mi vendicai in grande stile, le riempii il letto di terra e dei suoi abitanti, tra cui vermi, insetti del sottosuolo ecc...
La sua faccia quando si svegliò non potrò mai dimenticarla.
Vennero a prendermi e cambiai famiglia, ma ne era valsa la pena.
Da qui le situazione sono più o meno le stesse.
La svolta arrivò quando compì tredici anni.
Stufa dello schifo di vita che stavo facendo scappai di casa, dopo aver derubato quei poveri malcapitati che mi ospitavano.
Ero una mocciosa senza lavoro, dovevo poter sopravvivere in qualche modo.
Rubacchiai a turisti ingenui e idioti distratti, fino a quando una lampadina non si accese sulla mia testa.
Un giorno origliai una conversazione con delle persone che di legale non avevano nulla, ma mi diedero la spinta per farmi diventare quello che sono oggi.
Ho sempre avuto un gran talento per i numeri e la tecnologia, modestamente, ciò mi portò a diventare un hacker.
In un mondo dove le macchine si guidano da sole e i satelliti spia individuano anche una pulce, la migliore arma che potesse esistere era uno schermo di monitor.
Quindi perché non sfruttare questo mio talento?
Giustamente era una scelta sbagliata, che ne portò altre e altre ancora.
Cambiai aspetto, tinsi i miei capelli di bianco e tatuai il mio corpo con disegni che mi rappresentavano. Primo fra tutti le ali di farfalla sulla schiena, e voi vi chiederete il perché?
Semplice, non ero più una ragazzina qualunque proveniente dal Bronx, la mia identità non la conosceva nessuno, ma tutti mi chiamavano Butterfly, perché come ad una farfalla potevo essere graziosa, e collegandomi alla tesi Lorenz, letale.
Con un battito d'ali era possibile scatenare uragani e disastri di portata maggiore, come entrare nel sistema informatico del FBI, rubare a qualche viscido della società soldi macchiati di sangue, dare inizio a rivoluzioni in piccoli Stati.
Il resto dei dettagli ve li dirò più in là.
Conobbi diverse persone, alcuni erano signori, altri criminali, ma l'ultimo, lui era il peggiore di tutti e io non lo scoprì subito, ma come ho detto prima , avevo un dono a compiere scelte sbagliate, che però mi porteranno per una volta a voler fare la cosa giusta.

Peccato che le conseguenze saranno catastrofiche, e come se lo saranno.

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Manu

Colpo al cuore  "Hai la mia vita nelle tue mani"Where stories live. Discover now