Pensando di aver tenuto il broncio abbastanza, mi alzai dal letto e scesi le scale in pigiama. Mi raccolsi i capelli in una coda di cavallo prima di versarmi un altro bicchiere d'acqua e sedermi sul divano.

Poi iniziai a pensare. Aggrottando la fronte, pensando e desiderando che non fosse così tranquillo in questa casa.

A volte avrei dato qualsiasi cosa per avere i miei genitori che trascorrevano una giornata normale con me.

Passò un secondo o due prima che sentissi suonare il campanello.

Guardai la porta d'ingresso, sapendo esattamente chi era. Alex. Non pensavo di essere pronta per vederlo, o forse lo ero. Era il mio migliore amico e di certo non potevo continuare ad ignorarlo per l'intera giornata. Se succedeva qualcosa, ne parlavamo sempre in un modo o nell'altro.

Facendo un piccolo sbadiglio, mi alzai dal divano e andai verso la porta. Quando l'aprii mi trovai faccia a faccia con l'unica persona che non mi aspettavo di trovare lì.

"Caden?" Dissi con gli occhi spalancati. "Cosa–come?"

Mi guardò con quegli occhi verdi e mi si mozzò il fiato. Ancora.

"Non è proprio bello rivederti, Anderson." Rispose senza mezzi termini, e riuscii ad accigliarmi anche se mi stavo trattenendo completamente.

Indossava la sua solita giacca di pelle sopra una maglietta nera, con jeans altrettanto scuri. Era davvero difficile distogliere lo sguardo.

Mi arrendo.

Questo ragazzo era proprio di fronte a me, fuori casa, in qualche modo conosceva il mio dannato indirizzo di casa, anche se non ricordo di averglielo dato, e non potevo fare a meno di ammirare quanto fosse estremamente bello.

"Come fai a sapere dove abito?" Chiesi.

Lui alzò un sopracciglio e fece una breve risata priva di senso dell'umorismo. "Non credo che vorrei dirtelo."

Aprii la bocca incredula. Aveva avuto il coraggio di trovare il mio indirizzo di casa e si rifiutava di dirmi come?

"Che ci fai qui?" Rimasi lì accigliata, mettendo le mani su entrambi i lati dello stipite della porta. Sarebbe stato molto più semplice se fosse stato Alex a suonare il campanello e non lui.

Gli occhi di Caden scivolarono lungo il mio viso, sicuramente giudicando il mio pigiama colorato, a differenza del suo completo abbigliamento nero. Incrociai le braccia sul petto e il suo sguardo guizzò verso i miei occhi, un angolo delle sue labbra si incurvò leggermente verso l'alto.

"Pensavo avessi accettato di darmi quella lettera." Dichiarò. "Non sapevo facessi schifo a mantenere le promesse."

Mi costrinsi a non agitarmi sotto il suo sguardo intimidatorio, anche se non era stata colpa mia. Mi ero dimenticata di tutta quella faccenda della promessa.

"Non eri a scuola oggi." Il suo sguardo non sembrava lasciare il mio.

Alla fine alzai gli occhi al cielo. "Sì, non c'ero. Ma visto che sei stato troppo gentile per venire qui di persona." Esitai un po'. "Potrei anche dartela adesso."

Ero consapevole che non avrei dovuto farlo. Invitare un perfetto sconosciuto a casa mia. Perché in primo luogo, non credevo che i miei genitori avrebbero apprezzato che avevo lasciato entrare un ragazzo in casa mia quando ero tutta sola. E in secondo luogo, se Alex avesse mai scoperto che avevo lasciato entrare Caden in casa mia, il suo odio per Caden probabilmente gli avrebbe fatto fare qualcosa di veramente stupido.

Esitai a lasciarlo entrare in casa mia, guardandolo scettica. "Uhm... sì." Poi mi feci da parte per lasciarlo entrare perché, davvero, faceva troppo freddo per stare fuori in quel momento.

Mi fissò con evidente divertimento prima di entrare e, una volta che mi superò, chiusi la porta d'ingresso e le voltai le spalle.

"Lasci entrare uno sconosciuto in casa tua quando sei tutto sola." Disse fermandosi a pochi passi da me. "E io pensavo che non fossi così stupida."

Strinsi la mascella, poi gli puntai contro l'indice. "Stai zitto," dissi. Mi hai salvato la vita una volta, ricordai a me stessa. "Non sono solo. Ho la mia gatta con me."

E davvero, non stavo nemmeno scherzando. Chicken sarebbe potuto essere una vera minaccia con le sue zampe se mai l'avessi messa alla prova. Sfortunatamente Caden non lo sapeva. Ecco perché rispose con uno sguardo leggermente incredulo nella mia direzione, come se fossi la persona più idiota che avesse mai incontrato.

Non riuscii a individuare Chicken in giro per il salotto e quasi imprecai in silenzio.

Quella traditrice!

Quando sentii qualcosa di peloso che si arricciava attorno al mio piede destro, guardai in basso e vidi Chicken, che in realtà era stata qui con me per tutto questo tempo.

Vabbè.

Mi chinai per prenderla in braccio, ma invece calpestai i pantaloni del pigiama troppo grandi e finii per inciampare prima di cadere sul sedere. Chicken reagii saltandomi addosso.

Caden, invece, mi guardò con le sopracciglia alzate, inclinando leggermente la testa di lato, come se mi stesse esaminando. "Mi diverti molto, Anderson." Confessò prima di venire verso di me.

In quel momento pensai che davvero mi avrebbe dato una mano e mi avrebbe aiutato ad alzarmi. Dopo tutto questo tempo, mi avrebbe dato una mano! Ma tutto quello che fece fu prendere Chicken e lasciarmi dov'ero.

Lo guardai incredula. Come si può essere così scortesi con la stessa persona che l'aveva fatto entrare in casa sua?

Un po' esasperata, mi alzai anch'io e cercai di non sussultare forte per l'improvviso martellamento dietro la testa, che si stringeva con il digrignamento dei denti. Vidi Caden fissarmi e risposi velocemente: "Vado a prendere quella lettera. Aspetta qui."

Quando raggiunsi la mia stanza al piano di sopra, lasciai andare un piccolo sospiro doloroso e mi avvicinai alla mia scrivania. Iniziai a frugare nei miei cassetti che erano pieni di vera schifezza. Forse la mamma aveva ragione. Dovevo sistemare la stanza.

Dopo aver cercato in giro per qualche minuto, finalmente trovai il foglio bianco accartocciato che avevo ricevuto. Dopo aver richiuso i cassetti, lo aprii e provai a lisciarlo mentre tornavo di sotto.

Caden era esattamente dove l'avevo lasciato. L'unica differenza era Chicken, che adesso vagava in giro. Una volta sceso l'ultimo gradino, Chicken corse verso di me e io la presi in braccio prima di metterla sul divano.

"Resta qui, Chicks," le sussurrai e lei miagolò.

Caden mi lanciò un'altra strana occhiata quando mi voltai verso di lui, come se non potesse credere che stavo parlando con un gatto. Prima che potesse commentare, i suoi occhi si spostarono sul foglio che avevo in mano.

Glielo diedi.

I minuti successivi trascorsero in totale silenzio mentre lo osservavo guardare il foglio, leggendo le parole con uno sguardo un po' vuoto.

Poi le sue sopracciglia si aggrottarono e finalmente mi guardò, con una strana espressione nei suoi occhi che non riuscivo davvero a capire.

"Che cos'è?" Chiesi quando il silenzio sembrò prolungarsi, non riuscendo a nascondere il nervosismo nella mia voce. Qualcosa nell'espressione del suo viso mi rendeva nervosa.

Tornò a guardare il foglio e non sembrava affatto felice. Quando iniziai a pensare che non avrebbe detto nulla a breve, finalmente aprì la bocca, sembrando non essere sicuro se valesse la pena dirlo ad alta voce o no.

"È la East Gang." Mormorò.

______________________________________________________________________________

Ehi!!
Cosa ne pensate del capitolo? Cosa pensate succederà nel prossimo?

Non dimenticate di mettere una ☆ e di commentare qui in basso ⬇️⬇️

Scusate per gli errori!

Xx.

Buon Natale a Tutti❤

Bitter Heart | ✔ (Italian Translation)Where stories live. Discover now