«Sei turista?» mi chiede quello seduto accanto a me, facendomi scoprire che quindi anche lui parla italiano.

«Mi sono appena trasferita. La mia migliore amica vive qui già da un paio di mesi.» gli rispondo.

Ammetto di non sentirmi minimamente in pericolo. Credo che, se avessero voluto farmi del male, avrebbero potuto farlo in qualsiasi momento, invece non l'hanno fatto, e poi non sarebbero molto intelligenti visto che sono stati ripresi dalle telecamere dell'aeroporto.

«Com'è tuo nome?» mi chiede quello seduto davanti, non quello che guida, lui ha parlato soltanto all'inizio e non mi sembra nemmeno interessato a ciò che stiamo dicendo ora.

«Greta... il vostro?» chiedo loro.

«Io Alexander, di fianco a te Yuri e lui Konstantin.» presenta tutti.

È bello che dopo solo pochi minuti dal mio arrivo abbia conosciuto delle persone, magari li rivedrò, ma anche se non accadesse sarò comunque felice di averli conosciuti, perché se non fosse stato per loro sarei ancora lì, nel panico, non sapendo cosa fare, come e cosa dire.

Alexander sembra il più simpatico, lo dico perché continua a girarsi e a sorridermi. Ha gli occhi azzurri, i capelli castani e un bellissimo sorriso. Yuri invece sembra soltanto stanco, visto che tiene la nuca appoggiata al sedile e ha gli occhi chiusi, occhi che ho visto prima e sono di un bellissimo azzurro anche i suoi, mentre ha i capelli biondi rasati quasi a zero e sembra avere il corpo ricoperto di tatuaggi, visto che ne ha sul collo, sulle braccia e sulle mani, ma qualcosa mi dice che ne ha anche sotto ai vestiti. Konstantin ha i capelli castani, tenuti all'indietro, le labbra leggermente sottili e uno sguardo molto serio. È muscoloso, il più muscoloso di tutti, perché gli altri due sono invece più magri. Dallo specchietto retrovisore si accorge che lo sto guardando, sposto subito lo sguardo arrossendo e mi giro a guardare fuori dal finestrino, non dicendo una parola e non spostando più lo sguardo fino a che l'auto non si ferma e scendiamo tutti. Noto subito Asia appoggiata al muro fuori dal ristorante. Anche lei mi nota e iniziamo a correre l'una verso l'altra. Ci abbracciamo per minuti, alcune persone ci guardano come se non avessero mai visto delle ragazze abbracciarsi.

«Mi sei mancata da morire!» esclama non appena ci stacchiamo.

«Anche tu!»

«Ora mi spieghi che cosa ci fai con Konstantin Grubov e i suoi amici.» mi giro a guardare i tre ragazzi che parlano tra loro in russo.

Li conosce anche lei?

Questo mi fa credere che questa non è l'ultima volta che li vedrò, me lo sento, ma magari sbaglio.

«Li ho incontrati in aeroporto. Si sono offerti di darmi un passaggio... li conosci?» le chiedo.

«È gente da cui è meglio stare alla larga... credimi, non sono belle persone.»

Se Asia dice così significa che è successo qualcosa... e non sono sicura di voler sapere cosa.

«Hanno le mie valigie... le prendo e poi entriamo a mangiare, sto morendo di fame!» annuisce e insieme ci avviciniamo ai tre.

Konstantin punta i suoi occhi nei miei e non fa nemmeno caso alla mia amica. Visto quello che lei mi ha detto credo che non sia il caso di fare le presentazioni. Non dico niente, ma Yuri capisce e apre il bagagliaio dove prende le mie due valigie e me le mette davanti.

«Grazie...» dico ai tre.

«Dove vivrai?» mi chiede Konstantin.

I suoi amici lo guardano con la fronte corrucciata. La sua domanda mi sorprende, perché non ha detto una parola per tutto il viaggio, anzi, da quando ha scoperto che sono italiana, ma a quanto pare non ha sorpreso solo me, visto il modo in cui Asia e i suoi amici lo guardano.

«Sai benissimo dove abito.» gli risponde Asia al mio posto, anche perché io non avrei saputo cosa dire.

Quindi lui è stato a casa sua?

In un altro momento avrei fatto domande, ma sono così stanca che non mi importa ora e non mi importerà mai.

La mia migliore amica prende una delle mie valigie e se ne va verso il ristorante, mentre io prendo l'altra e guardo i tre ragazzi, che mi guardano a loro volta.

«Grazie mille per il passaggio. Spero di rivedervi, in quel caso... vi offrirò qualcosa per sdebitarmi.» sussurro imbarazzata.

«Bacio da bella italiana basta.» mi dice Yuri abbassandosi e picchiettando il dito sulla guancia.

È serio?

Beh, si tratta solo di un bacio sulla guancia, e dal modo in cui tutti ridono credo mi stia prendendo in giro, ma non importa. Mi guardo intorno e, una volta constatato che nessuno è nei paraggi, mi avvicino a lui e gli do un bacio sulla guancia, lasciandoli di stucco. Anche Alexander si abbassa, faccio la stessa cosa, e infine guardo Konstantin, che non si abbassa come hanno fatto i suoi amici, ma mi avvicino comunque a lui e mi alzo sulle punte dei piedi prima di stampargli un dolce bacio sulla guancia. Ancora più imbarazzata non li guardo nemmeno più prima di girarmi con la mia valigia e andarmene.

«Stai attenta. Russia non è Italia.» mi dice Konstantin, ma faccio finta di niente ed entro nel ristorante.

Sarebbe potuta andare meglio?

Il regalo più belloWhere stories live. Discover now