𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝒒𝒖𝒂𝒕𝒕𝒓𝒐.

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Infilo di fretta un jeans nero aderente con una semplice maglia nera anch'essa molto stretta, metto le air-force nere, faccio la piastra velocemente ai capelli, un filo di trucco giusto per essere presentabile e corro al lavoro.

Oggi è il primo giorno, certo la mia aspirazione nella vita non è fare la commessa in un negozio di abbigliamento per uomo, però adesso è meglio di restare a casa a non fare nulla e va bene per guadagnare qualcosa di soldi per me, non voglio pesare troppo sulla mia famiglia.

Entro da "Black Decisions", il negozio in cui devo lavorare e trovo una ragazza mulatta dai capelli scuri e ricci, che appena mi nota mi corre incontro.

-Ciao! Tu devi essere la ragazza nuova, io sono la tua collega, mi chiamo Cassie, è un piacere conoscerti!- si presenta e mi stringe in un abbraccio che all'inizio mi lascia un po' spaesata, poi seppur imbarazzata, ricambio.

-Ciao, si, sono la ragazza nuova. E' un piacere anche per me, io sono Sofia.-

-Non sei di qui, vero?- mi chiede con sguardo inquisitore.

-No, sono di Barcellona.- rispondo stupefatta, come fa a saperlo?

-Si capisce dal tuo accento che non sei inglese, tranquilla, non sono una specie di pazza psicopatica che indaga sulla vita della gente.- mi spiega scherzando, accorgendosi della mia faccia confusa e stupita al tempo stesso.

-Bene, mettiamoci a lavoro!- urla facendomi scoppiare a ridere.

Tra servire clienti, aiutarli, scambiare chiacchiere e risate con Cassie, sistemare vestiti e magazzino e pulire il negozio, la giornata sembra finalmente essere arrivata al termine.

-Come ti è sembrato questo primo giorno?- domanda Cassie chiudendo la saracinesca del negozio.

-Stancante, ma grazie a te che mi fai ridere tutto il tempo, non credo che mi annoierò mai.- le dico sincera.

-Bene! Allora cosa aspetti a darmi il tuo numero così ci sentiamo? Siamo amiche, sei nuova di qui, hai bisogno di conoscere gente nuova, baby!- mi sprona facendomi ridere per l'ennesima volta nell'arco della giornata.

Ci scambiamo i numeri e poi corro alla fermata, giusto in tempo per prendere l'autobus che mi lascia di fronte casa.

Entro in casa e mi dirigo verso la cucina, dove trovo Alex, Cody e Rafael scherzare con un ragazzo dalla carnagione scura, che guardandolo bene mi sembra di aver già visto.

-Sorellina!- Rafael mi viene incontro abbracciandomi come suo solito fare, facendomi quasi soffocare.

-Ciao, Sofia! Ti ricordi di me? Ci siamo conosciuti sabato in discoteca.- il ragazzo di cui non conosco il nome mi rivolge la parola.

-Adesso che ti squadro meglio, si. Ma non ricordo il tuo nome.- gli rispondo sorridendo e avvicinandomi al tavolo.

-Sono Tyson, piccola smemorata!- scherza facendo ridere tutti, me compresa.

-Bene, Tyson, è un piacere rivederti. Ma non provare mai più a chiamarmi "piccola smemorata"!- lo minaccio fulminandolo con lo sguardo in modo scherzoso.

-Non sia mai!- fa finta di spaventarsi e alza le mani in aria.

-Si vede che è una Suarez, è proprio tosta.- si rivolge ai miei cugini e a mio fratello, facendoli ridere.

-Ora, se permettete, corro a lavarmi dopo una stressante giornata di lavoro.- mi avvio verso le scale e corro in stanza da Camila.

Le racconto la mia giornata e lei mi avvisa di aver trovato lavoro presso una piccola caffetteria poco distante da casa.

Dannatamente complicato 🌙Where stories live. Discover now