Chapter 5 -I'll Kill You-

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"Perchè dovrei?"

"Forse perchè così posso strozzarti?"

"Questo è proprio un bel motivo per farmi aprire la porta!"

Risponde con ironia al mio commento. 

Se non ha intenzione di uscire di sua spontanea volontà, allora dovrò trovare un modo per fare in modo che diventi una sua priorità uscire da quel bagno. Ha iniziato un gioco? Allora giochiamo, ma non penso sappia con esattezza chi ha sfidato.

"Che peccato che tu sia chiuso tutto solo soletto in bagno mentre io ho libero accesso alla tua camera"

"Non oseresti" 

Chissà perchè mi ricorda vagamente qualcosa questa frase.

"Oh, scommettiamo?"

Sbatto i piedi sul pavimento, man mano sempre piú piano, cercando di simulare una persona che scende le scale e senza mia sorpresa, il genio di mio fratello, ci casca.

Non appena apre la porta, sorpassandomi, lo prendo per la maglietta e lo trascino di nuovo al suo interno.

"Rikki lasciami, alla fine non ho fatto nulla" 
Usa troppo spesso questa frase per i miei gusti. Se non ho fatto nulla corrisponde a rompere le palle potrei anche essere d'accordo, ma visto che non penso sia così, questa frase è assolutamente insignificante. Lui mi ha svegliato? Bene, adesso ne paga le conseguenze.

Giro la manovella della doccia per far si che l'acqua si raffreddi e non appena penso sia alla temperatura giusta, inizio la mia vendetta, bagnandolo.

"Rikki smettila! É fredda!"

"Impari" 
Rispondo con indifferenza, alzando leggermente le spalle.

"Ragazzi che state facen-"

La frase di mia mamma non viene nemmeno finita non appena vede che stiamo combinando. La sua espressione mi fa capire che forse non dovevo farlo; ma ormai non penso di poter tornare indietro nel tempo quindi non posso farci sostanzialmente nulla.

Spengo l'acqua per poi riporre di nuovo l'attenzione su nostra mamma con estrema calma, non preoccupandomi più nemmeno troppo di quelle che potrebbero essere le conseguenze.

"Spigatemi. Ora."

La situazione che si crea non appena vengono pronunciate due semplici parole è tutt'altro che semplice. Entrambi parliamo uno sull'altro e le mie parole, a spezzoni, sovrastano quelle di Jason, e le sue, a volte, sovrastano le mie. Entrambi ci incolpiamo a vicenda dicendo che è stata colpa dell'altro. In un modo o nell'altro ci ritroviamo sempre in questa situazione; ormai è diventato tipico.

"Zitti!" 
Anche questo lo è.

"Jason, spiega"

"Ma mamma non dovrebbe essere la piú grande che inizia?" 
Al mondo d'oggi vengono commesse troppe ingiustizie e proprio per il fatto che sono una sorella maggiore posso saperne qualcosa. Qualsiasi cosa accada è sempre colpa mia; perfino se è lui che si fa male da solo. E questo perchè? Perchè sono la più grande e avrei dovuto prestare più attenzione a cosa succedeva. Mi dispiace, ma adesso ne ho abbastanza.

"Allora avanti, Rikki vai"

"No! Io sono il piú piccolo, devo andare io per primo!"

Ecco che si intromette il nano da giardino. Deve sempre metterci il.becco, sempre. Dovrebbe imparare a tapparsi la bocca.

Tanti dicono che assomiglia a me, quando avevo la sua stessa età, ma allora c'è davvero da preoccuparsi. Lui è insopportabile.

"Basta. Tutti e due! Mi farete venire una crisi isterica"

Penso sia già successo; ma questa volta è meglio che stia zitta. Mi so controllare quando voglio, il problema è volerlo davvero.

"Jason, porta pazienza, lascia andare prima tua sorella" 
Mi giro verso facendogli la linguaccia prima di cominciare.

"Semplicemente mi ha svegliato, saltando sul letto, buttandomi un bicchiere d'acqua in faccia e poi, non trovo piú la mia sveglia. Non mi sorprenderei se l'avesse presa il pidocchio per fare in modo di non lavare i piatti."

Reprimo un sorrisino mordendomi il labbro inferiore. Forse ho aggiunto dei particolari che non sono esattamente veritieri. Peccato, ormai l'ho detto, non posso più cambiare la mia versione.
Accipicchia.

"No, non devi ascoltarla! Non l'ho fatto. Insomma, si, l'ho svegliata saltando sul letto e anche buttandole il bicchiere d'acqua in faccia, ma non ho preso la sveglia" 

Ora mi diverto.

"Provalo" 
Esclamo portando le mani al petto ed incrociandole.

"Avanti, tutti e due nella camera di Rikki; se la sveglia non c'è vuol dire che ha ragione tua sorella, se c'è hai ragione tu"

Quanto mi piace tutto ciò. Camminare verso la vittoria ha un sapore tanto piacevole. Penso che, dopo questa storia, abbia imparato che non deve mettersi contro di me; o almeno che non gli conviene molto.

"Allora, dov'è la sveglia?"

"Non c'è" 
Fingo di tossire subito dopo aver detto quelle due semplici parole, abbastanza divertita dalla situazione generale.

"Jason, spiegami questa cosa"

"Mamma ti giuro, non l'ho fatto!"

Quanto è divertente potersi prendere gioco del mio amato fratellino; ma c'è da dire che l'avevo avvertito. Uomo avvisato, mezzo saltavo. Peccato che lui non l'abbia capito.

"Jason basta. Questa volta ha ragione tua sorella" 
Signori e signore, chiamatemi genio.

"Rikki preparati. Jason fila in camera tua a vestirti, parleremo di questa cosa questa sera" 
Dice per poi uscire dalla mia stanza, lasciandoci soli. Strano che la mamma mi abbia dato ragione, ma una volta tanto ci sta no?

"Stai attento contro chi ti metti, pidocchio"

"Oh non preoccuparti, zuccherino. So badare a me stesso e preparati alla vendetta" 
Okay, effettivamente un pó mi assomiglia. Giusto un pochino peró. 

"Che paura"
Rispondo alla sua minaccia in modo ironico mandandogli un bacino volante.

"Attenta Rivas"

"Vai a giocare con le macchine, ti conviene" 
Devo dire che sta imparando velocemente come minacciare, difendersi e soprattutto ideare scherzi. Alla fine ha un esempio vivente in casa dal quale prendere spunto. Forse non dovrei sorprendermi delle sue parole.

"Ho di meglio da fare, zuccherino" Dice uscendo dalla mia stanza.

Quanto odio quel nomignolo. Il mio ex fidanzato mi chiamava sempre in quel modo odioso e, quando ho scoperto, che mentre stavamo insieme se la faceva con un'altra ho iniziato ad odiare lui e tutto quello che lo riguardava.

Tutte teste di cazzo. Al giorno d'oggi i ragazzi sono tutte teste di cazzo. Parlano tanto di principe azzurro ma non penso esista sul serio, solo che una parte di me non è ancora pronta ad accettarlo.

É sempre bello avere qualcosa in cui credere. Perchè mai dovrei distruggere da sola quello in cui credo?

-Piccolo spazio per voi-

Non voglio dilungarmi troppo, voglio semplicemente ringraziare di cuore tutte voi un'altra volta e sappiate, che prima o poi, avrete tutte un capitolo dedicato. Approfitto però per lasciare un'avviso: thescreame- mi ha chiesto di leggere la sua storia e devo dire che è molto bella; quindi se vi fa piacere, passate. Si chiama I wanna scream. Grazie ancora! 

Stubborn -Luke Hemmings-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora