43. Sceglimi

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Solo quando riesco finalmente a fermarlo sul vialetto della casa noto il suo 'travestimento', una giacca in pelle e altri vestiti molto da bad boy, come da ieri sa piacere a me "Sei bello vestito così" dico guardandolo negli occhi mentre i suoi mi scrutano dalla testa ai piedi "E tu sei vestita come una ragazza poco fidanzata" risponde stizzito per poi riprendere il discorso che veramente premeva ad entrambi "Che cosa ci facevi da sola con Hamilton?" "Obbligo o verità, nulla di più te lo assicuro" "Dalle vostre risate sembrava non vi dispiacesse poi tanto" cerco di prendergli la mano ma si ritrae subito "Charles andiamo non puoi seriamente farmi una scenata di gelosia per questo! Stavamo solo parlando nulla di più" "Mio Dio Martina quanto puoi essere ingenua! Eravate attaccati, tu sei praticamente nuda e lui...beh tu stessa mi hai detto cosa pensi di lui" mi volta le spalle passandosi nervosamente una mano tra i capelli "E quindi pensi davvero che per una dannata discussione ti avrei tradito con Lewis? Sei bruciato proprio se lo pensi" "Io non so più cosa pensare di te, veramente, non ti riconosco quasi più. Da quanto sei rimasta - Martina perché ti comporti così?" Lo aggiro in modo da riavere il suo sguardo dritto su di me "Ma così come Charles io non capisco" "Mi dispiace ma questa non è la Tini di cui mi sono innamorato" mi passa oltre avviandosi verso la macchina parcheggiata poco più in là "Quindi credi che vestirti da cattivo ragazzo ti renda tale? Notiziona non è così, non sai mentire Charles e sappiamo entrambi che non pensi quello che stai dicendo!" Gli urlo con le lacrime che iniziano a rigarmi il volto rovinandomi il trucco "Vuoi sapere cosa penso per davvero?" Domanda con la voce fin troppo pacata "Penso che ad oggi preferirei quel bambino non fosse mio, preferirei tu potessi crescere con Stefano perché evidentemente io non sono abbastanza uomo da rendere te donna" Se devo essere sincera l'ultima parte del discorso mi scivola addosso come fossero parole vuote perché le precedenti, quel desiderio espresso nei miei confronti, mi ha fatto così male da non poter sentire nessun altro tipo di dolore. Rimango immobile mentre lo vedo salire in macchina ed andarsene, fisso il vuoto davanti a me, non provo freddo, dolore, tristezza. Non provo nulla "Martina!" Sento un urlo che mi appare così lontano, non saprei nemmeno dire a chi appartiene la voce. Chiudi gli occhi, almeno per un secondo, dice la mia coscienza e io la ascolto, chiudo gli occhi e non li riapro per qualche ora.

Ore 4.30
"Martina finalmente eravamo terrorizzati! Ti ho vista svenire davanti a me e non sapevo cosa fare" mi dice un'allarmato Lewis seduto al fianco del letto insieme a Lando e Maya "Dov'è?" Chiedo cercando di sollevarmi ma venendo presa da un fortissimo capogiro "Intanto stai giù" dice Maya continuando "Comunque non sa niente non sapevamo se volevi sapesse" sospiro guardando il telefono per sapere l'ora "Sto bene ora devo andare" "Tu non vai da nessuna parte Martina, basta" dice un serio Lando, che così serio non ve lo potete nemmeno immaginare. Sbuffo platealmente guardando i miei amici "E va bene starò qua ma voi andate a godervi la serata" Ci metto un po' a convincerli ad andarsene ma finalmente mi lasciano sola nella stanza dell'ospedale. Sai cosa devi fare, ricorda, la notte più importante della tua vita, la decisione da prendere...Questa costante voce della coscienza inizia a darmi sui nervi ma penso abbia ragione, è strano sentire come la propria mente dica qualcosa, non ci sono abituata ve lo assicuro, ma questa notte sembra che tutto possa accadere. Mi alzo, lentamente, rimettendomi il vestito e osservandomi nella telecamera del cellulare, sono distrutta ma poco m'importa, ora devo solo tornare in albergo, tornare da lui.
Esco correndo dall'ospedale, dopo aver firmato le carte necessarie e aver pagato il conto, obbligatorio qua in America, dirigendomi verso il primo taxi che vedo.

Ore 5.25
Finalmente arrivo alla nostra stanza, sospiro, busso una, due, tre volte, poi un semi addormentato Charles apre la porta sbiancando appena mi vede, devo essere in condizioni veramente pietose perfino per lui che è abituato a vedermi appena sveglia, struccata, il lunedì mattina, in hangover. "Che ci fai qui?" Mi domanda ma lo spingo all'interno senza farlo più parlare e iniziando quel monologo che tanto mi sono preparata venendo qua ma che mi sono già dimenticata "Non so cosa mi sia preso prima e non so cosa mi prenda ora. Quando sei andato via non ti ho fermato, ti ho odiato e avrei voluto solo non vederti per molto tempo. Mi hai ferita, non puoi nemmeno immaginarti quanto, di un dolore che non credevo esistesse. Sai è proprio vero quando si dice che le parole sono le armi più letali, possono distruggere una persona in un secondo, renderla nulla, azzerarla ma, allo stesso tempo, possono cambiare la storia" Il suo sguardo confuso mi fa quasi sorridere, è così bello quando è ingenuo, ma ora non è il momento per distrarmi, devo solo parlare con il cuore, come so fare. È la mia ultima chance, questa volta per davvero "Se tu non vuoi più avere niente a che fare con me dimmelo, ma fallo ora e non tornare mai più indietro, non tornare a baciarmi, non tornare a dirmi 'ti amo', non chiamarmi più Tini, non sorridermi come solo tu sai fare, non guardarmi con gli occhi illuminati e non sfiorarmi più. Charles se vuoi che finisca rispetterò la tua decisione, sparirò dalla tua vita e non sentirai più parlare di Martina Azzoli, ma se anche una minima parte di te mi ama ascoltala, ti prego" "Martina io-" lo interrompo, nuovamente, spaventata dalla sua risposta "Ma sappi, principino, che il nostro è stato l'amore più bello del mondo e che, se lo vorrai, potremmo renderla la storia più grande di sempre, la nostra storia, fatta di litigate e di compromessi, fatta di lacrime e risate, fatta di successi, paure e destino. Sappi che là c'è il nostro futuro, io, te e questo nano, insieme, per sempre" Lui sospira alzando lo sguardo al cielo per poi riportarlo su di me "Per sempre è tanto tempo" dice infine facendomi tremare il cuore dal terrore, una parte di me non accetterebbe mai un suo rifiuto, una parte di me lo amerà infinitamente per tutto il resto della mia vita "Sceglimi, amore mio" sospiro infine logorata da un'ansia indicibile "E se non fosse mio?" Domanda lui guardando la pancia e sfiorandola con due dita "Sono sicura che, se lo vogliamo, il futuro sarà nostro, ma ora scegli me, non lui, non il futuro, me"
A queste parole segue un silenzio lunghissimo e profondissimo, uno di quei momenti non detti che dicono tutto, uno di quei momenti che sai essere cruciale. Tremo e chiudo gli occhi, non ho nemmeno la forza di guardarlo, spero solo parli al più presto.

Cin Cin /Charles Leclerc/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora