.Capitolo 13.

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Max si svegliò verso l'ora di cena, a metà tra le braccia di Marcus dormiente e le gambe di Lawrence, che alla fine si era svegliato e stava disegnando sul suo blocco. Il biondo sentì subito il piccolo svegliarsi, e gli sorrise dandogli una carezza per rassicurarlo: «oi, come stai? Sicuramente sarai ancora un po' scosso ma ti assicuro, passerà» disse prima di prenderlo in braccio facendo semisvegliare Marcus che non curante si sistemò meglio e riprese a dormire (non perché non gli interessasse in benessere del fratello, ma perché si fidava di Lawrence). Max si strinse al biondo cercando di stare tranquillo e non pensare a tutto quello che era successo e a quello che alla fine sarebbe potuto succedere. Lawrence gli baciò la fronte sentendo il suo sconforto e gli sussurrò: «stai tranquillo.... non ti faremo nulla lo giuro. Tu non centri nulla in questa situazione, sei solo una vittima. Come potremmo punirti o simili per essere scappato da una situazione così? Si hai salato ma neanche io che sono il più forte emotivamente avrei retto altre 2 ore a scuola.... e non mi chiedere come faccio a sapere cosa è successo..si vede benissimo ,anzi hai fatto bene, sei venuto dove sapevi in qualche modo che saresti stato al sicuro. Anche se poi hai fatto la cazzata dei tagli ma suvvia nessuno è perfetto... sappi solo che qui sarai sempre protetto, qualsiasi cosa tu faccia okay?»Max annuì e sorrise, stringendo Lawrence con affetto. Marcus, che aveva sentito tutto, decise di intervenire nella sua dormiveglia: «oi staccatevi voi due, son geloso!!» disse scherzoso. Max si rintanò un po' da Marcus giusto per par condicio, che sorrise e lo coccolò un po'. Il biondo scosse la testa: «sempre così eh...» riferendosi alla piccola gelosia del fidanzato, ma ottenne sono una risata affettuosa come risposta. Max stava meglio, lo sentiva dentro che il peggio era passato, ma ancora, nonostante l'affetto e il calore, non si fidava al 100% di quei due, spaventato da punizioni che sarebbero potuti ricadere su di lui. Così decise di godersi quello che riceveva sperando la situazione passasse in secondo piano, ma invece Lawrence aveva in progetto di fargli sputare il rospo con le buone e con le cattive. Infatti si intese con uno sguardo con Marcus che evaporò all'istante con un :«oddio devo preparare la cena!!» lasciando Max in braccio al biondo che subito lo abbracció per rassicurarlo. Il moretto sorrise non sospettando di niente ma alla fine raggelò quando Lawrence gli chiese: «allora... facciamo due chiacchere sulla faccenda di oggi? Non che voglia pressarti ma per prendere provvedimenti di ogni genere voglio sapere la vicenda almeno a grandi linee, per non causarti stress per i piccoli particolari...». Max guardò altrove per non affrontare quei occhi azzurri che stavano cercando di leggergli l'anima attraverso i suoi. Scosse la testa e non si smosse, facendo passare a Lawrence l'idea iniziale di usare le buone. Così giusto per spaventarlo, ma anche farlo sfogare ("uguale a Marcus, bisogna menarli per farli parlare. Orgoglio del cazzo preferiscono esplodere piuttosto che mettersi l'animo in pace e parlare." Pensò il biondo) se lo stese sulle ginocchia con estrema calma ma anche sicurezza, facendolo belare dall'ansia. «ascolta, come tu non vorresti essere lì, a prenderle, io non vorrei essere qui a dartele ma mi costringi. Max, quello che è successo oggi è gravissimo e devo per forza sapere. Quindi Ultima chiamata sennò uso le cattive e fidati, dopo mi ringrazierai...» disse Lawrence con un tono più preoccupato che arrabbiato, ma Max imperterrito cercava di fuggire e scalciava un po' da bimbo spaventato. Il biondo scosse la testa e gli accarezzò la schiena, cercando di fargli capire che non aveva intenzioni serie di menarlo ma la sua stretta attorno alla vita del fanciullo gli fecero anche capire che sarebbe arrivato fino in fondo ad ogni costo. E il primo sculaccione, anche se non forte ma deciso, cadde sul povero culetto di Max solo quando Lawrence vide che non ci sarebbe stato altro modo. Nonostante scalciasse e cercasse di liberarsi con tutte le sue forze, si sentiva che il ragazzo era debole e che le sue resistenze erano misere, infatti con appena cinque sculaccioni assestati bene, anche se non dolorosi, parlò con voce piangente: «è stato Giordano!!!» Lawrence si fermò un secondo, ma riprese subito più lentamente, cercando di ottenere risposte: «cioè? Max racconta ti prego, togliti questo peso...» e a ritmo delle sculacciate di Lawrence (non forti o dolorose solo un po' decise per spornarlo parlare) Max raccontò tutto, in ogni singolo particolare e dettaglio su quello che era successo e che era stato costretto a subire. Solo quando Lawrence cominciò a sentire più lacrime che parole si fermò e se lo prese tra le braccia, stringendolo forte, lasciandolo sfogare. «lo so che è difficile e spesso fa male, ma devi essere forte. Quando hai un problema sentiti libero di venire da noi, magari può farti paura, ma non ti devi preoccupare! Si magari potremmo arrabbiarci un po', magari ti puniremo, e sappi che anche questo è per il tuo bene, però saremo i primi a dirti "risolviamo questo problema insieme". Insomma Max siamo la tua famiglia adesso....abbi fiducia» disse Lawrence cullando il piccolo tra le braccia che rispose subito piangendo più forte e stringendosi ancora di più al petto del biondo che sorrise e lo strinse a sé a sua volta. Domani Marcus e lui avrebbero affrontato quel mostro al suo fianco!
Era da più di dieci minuti che Max era davanti alla scuola in ansia in attesa della campanella. Infatti a colazione avevano deciso Marcus e Lawrence di mandarlo a scuola un ultimo giorno prima di cambiarla e che in mattinata sarebbero andati a parlare con il preside riguardo agli atti di bullismo che Max aveva subito da quel gruppetto di ragazzi. Ma nel mentre doveva affrontare quell'incubo ancora una volta. Il ragazzino cercò di rimanere nascosto fino al suono della campana sperando di non incontrare per alcuna ragione né Giordano né i suoi, ma volle il fato avverso che a un certo punto si sentì tirare dal dietro mentre una mano lo strattonava per il cappuccio:« ma guarda guarda chi non ha ancora capito che deve restare a casa...i nostro frocetto Max! Non hai ancora capito che DEVI SPARIRE?» disse Giordano sbatacchiandolo di qua e di là. Occhi d'ambra rimase immobile alla mercé dei ragazzi della banda sperando solo finisse presto mentre insulti e spinte lo facevano girare come una trottola sentì un'altra mano tirarlo fuori da quel mucchio e stringerlo: «lasciate stare mio fratello stronzi!» tuonò Marcus che era intervenuto per salvare Max dalla situazione. Giordano diventò nero appena lo vide, ma il suo metro e settanta non potevano competere con i due metri e le spalle da armadio di Marcus così scappò come un codardo: «stai pure con lui frocio magari ti piace inculare tuo fratello...» e detto questo se ne andò. Max rimase per un po' con gli occhi chiusi e tremante tra le braccia di Marcus fino a quando non sentì una carezza sulla testa:« sono andati via sta tranquillo...meno male che io e Lawrence siamo rimasti in auto a controllarti... lo sapevamo che sarebbe successo qualcosa ma fortunatamente Lawrence non mi ha tenuto fermo abbastanza e sono intervenuto. Anche se avrei voluto intervenire a sprangate!» Max rise e abbracciò il fratello prima di sentire il suono della campana. Si staccò da lui di controvoglia ma più sicuro, e corse in classe per non incontrare nessun altro nel tragitto. Marcus rimase a guardarlo dal cortile fino a quando non fu dentro alla scuola e al sicuro, mentre percepiva la presenza del biondo incazzato alle sue spalle:«lo so.non sarei dovuto intervenire, ma ci mancava un altra rissa ed eravamo apposto...su forza andiamo a parlare con il preside di questa scuola....»

Per la Giusta Strada (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now