.Capitolo 7.

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Marcus era un po' stanco, aveva passato tutta la mattina in ospedale a dare una mano, tra giri in ambulanza e viaggi al pronto soccorso la prossima persona da internare in terapia sarebbe stato lui. Già sul pianerottolo però sentì che qualcosa non andava, troppo silenzio e troppa tensione erano nell'aria: era ufficiale, Lawrence si era incazzato con Max. Marcus scosse la testa e aprì la porta sapendo già cosa aspettarsi: Max piagnucolante e dolorante sui libri e Lolly super nervoso a scrivere appunti e fare schizzi per il lavoro. Non salutò neanche Max e subito andò dal fidanzato sul divano, cercando sia di confortare la propria stanchezza sia calmare l'ira del biondo. Max, ancora a studiare, appena vide il fratello entrare senti il suo cuore fermarsi, spaventato e impaurito. E se per Marcus quello che gli aveva dato Lawrence non fosse per lui abbastanza? Deglutì e cercò di non pensare a quello e andare avanti con lo studio,ma fu impossibile appena sentì che i due parlavano di lui. «ti ha fatto incazzare vero? » chiese Marcus accarezzando il viso del biondo: «ho dovuto fargli venire la voglia di studiare....con le cattive.... con possiamo parlarne mentre mangiamo qualcosa? Per in nervoso non avevo fame.» disse Lawrence cercando calore tra le braccia di Marcus, che lo accolse volentieri, e si misero a parlare del ragazzo che nel mentre avrebbe voluto morire. Poi Marcus si alzò e andò da Max, che trasalì appena lo vide. «vai in camera tua ADESSO!» disse solamente Marcus al fratello che evaporò in pochi istanti. Lawrence si lasciò scappare un sorrisetto compiaciuto a vedere non solo Max scattare come un soldato, ma anche abbastanza dolorante per la bella lezioncina che gli aveva dato. Marcus ritornò in salotto rivolgendo uno sguardo al biondo per invitarlo a raggiungerlo in cucino. Lawrence lo seguì felice e lo osservo cucinare :«lo lasci senza pranzo il piccolo?» chiese con una punta di preoccupazione. Marcus non si scompose e messo il coperchio alla pentola con la pasta, si avvicinò a occhi azzurri: «beh, direi che un po' di fame e bruciore non gli faranno male, anzi...lo aiuteranno a riflettere. Però ora non voglio pensarci, o mi sale il nervoso...» e detto questo si dedicò a un lungo bacio con il biondo. Mentre i due pranzavano e si coccolavano, Max era ancora a studiare, o meglio ci stava provando. Il bruciore del culetto non gli dava tregua, e la fame iniziava a sentirsi, e la sua mente era piena di domande: "Marcus mi punirà ancora dopo quello che ho già preso da Lawrence? Oppure mi dirà che non mi vuole più come fratello??? E se non mi volesse più? E se mi mandasse via per come mi comporto????". Così preso, stressato e dolorante Max esplose in un pianto infantile e liberatorio ma senza nessun posto dove cercare riparo. Si limitò a stringere il cuscino e a gridarvi dentro urli soffocati, un misero sfogo per tutte quelle paure che lo tormentavano.
«ogni volta che cucini, mi stupisci!» disse Lawrence pulendosi la bocca dopo un piatto di pasta ai pomodorini e formaggio molto gustoso improvvisato da Marcus al momento. Il biondo sorrise e si andò a sedere in braccio all'angelo, che stava anche sui riposando. Si strinsero e si baciarono a lungo, prima di lasciarsi per tornare ai rispettivi doveri. «sei davvero bloccato in galleria fino a domani? » disse Marcus con la testa del biondo sul petto, il quale si limitò ad annuire e a baciarlo ancora e ancora, fino a quando non ci fosse stato abbastanza di loro stessi per potergli dare la forza di stare lontani.Così a lungo. Quel saluto fu dolce, con la promessa dell'indomani. Marcus, una volta chiusa la porta, decise di chiudere una volta per tutte la questione con il fratellino.Max, dopo tante lacrime era sprofondato in un sonno profondo e buio, sono ristoro per la stanchezza ma non per la paura che continuava anche nel regno di Morfeo a tormentarlo. Non si accorse neanche che Marcus era lì accanto a lui, seduto sul letto a guardarlo dormire. Si era deciso a parlargli e a indirizzarlo a delle regole una volta per tutte, anche perché non voleva che fosse continuamente punito per cose delle quali non sapeva l'alternativa giusta da compiere. Marcus rimase a pensare per un po', guardando il fratello ancora turbato nel sonno, fino a quando non si decise a provare a svegliarlo con delle leggere scosse. Max sbuffò e cercò di non farci caso, fino a quando non mise a fuoco quello che stava succedendo e che il fratello stava cercando di svegliarlo magari per punirlo di nuovo. Non ci mise neanche un secondo a rizzarsi a sedere spaventato, prima di accorgersi dell'errore di essersi seduto con il culetto martoriato dalla spazzola di Lawrence e tirare un:«Ahi!».
Marcus scosse la testa e lo guardò con severità facendolo tremare. Max cercò di dire qualcosa ma Marcus lo anticipò: «se vuoi sbiascicare delle scuse dal misero valore, fai pure... non ti salveranno da questa situazione. Primo, sono estremamente deluso dal tuo comportamento con Lawrence, non solo perché è il mio ragazzo e quindi mi sento di difenderlo, ma anche perché ritengo che la tua negligenza e superficialità nello studio siano una cosa gravissima, in più sei stato anche irrispettoso e maleducato, peggiorando la tua già grave situazione. Secondo, sono stufo di vedere che più ti puniamo e più tu non capisci, continuando imperterrito per la tua strada» . Bastarono questa premessa per far scoppiare Max in lacrime, per quanto gli facesse male, suo fratello aveva ragione; ogni volta che Marcus lo sgridava automaticamente andava a prendere tutti i punti deboli e dolenti del ragazzino, che non sapendo come difendersi dalla verità si limitava a piangere. Marcus si fermò un secondo prima di giungere al suo verdetto, così da far sfogare Max affinché potesse avere più calma e lucidità per capire il resto. Dopo neanche cinque minuti Marcus sentenziò:« bene.... questo comportamento va corretto....sdraiati di schiena sulle mie ginocchia forza» Max sbiancò in un secondo, e cercò di distogliere il fratello dal punirlo ancora: «m-ma Marcus, i-i-io ....non puoi punirmi ancora, g-già Lawrence mi ha picchiato, non puoi anche te... ti prego! I-io cercherò di..di...di miglior...» «Lawrence ti ha punito per quello che hai combinato in mattinata, io non ti voglio punire per quello, voglio solo insegnarti, e sò che se vado a dare un po' di...patacche al tuo già dolorante lato B, ti farà solo bene perché magari ti rimarranno in testa di più. Quindi ora o ti sdrai da solo o ti faccio sdraiare io e non sarà una cosa piacevole.». Max che prima aveva paura del fratello, ora ne era terrorizzato, ma non aveva scelta, si sdraiò sulle ginocchia del fratello scoppiando in un pianto miserevole, che fu accompagnato da suppliche quando Marcus lo girò di schiena e gli alzò le gambe portandogliele al petto: «così almeno vedo per bene se capisci quello che ti dico... prima di tutto...» e detto ciò gli diede un primo sculaccione «..devi smetterla di essere maleducato e irrispettoso.» (ogni virgola e pausa era un sonoro sculaccione che faceva gridare il povero Max).« non puoi continuare a insultare e trattare male coloro che cercano di aiutarti, in particolare me e Lawrence.». Tra le lacrime Max riuscì ad annuire e a promettere di essere più educato. Marcus andò avanti per lo studio, lo stile di vita, l'alimentazione, il fatto che gli aveva trovato delle sigarette nello zaino etc.... decise che erano sufficienti quando vide Max ridotto a uno straccio piangente che non aveva più la forza neanche di provare a ribellarsi e che si limitava a stringere la mano del fratello che gli teneva alzate gambe e pantaloni. Così con delicatezza lo tirò a sedere, cercando di farlo stare appoggiato ma non seduto per evitare di amplificare il dolore già abbastanza forte. Max non fece altro che piangere e piangere, sentendosi solo e con il mondo contro come all'inizio: Lawrence che lo puniva per ogni cosa, Marcus che lo rimproverava e magari non lo voleva piu come fratello. Continuò con questi pensieri fino a che non sentì il fratello stringerlo in un caldo abbraccio, andando a fargli poggiare la testa sulla sua spalla: «su..su....E tutto apposto, lo so che ti sembra che il mondo stia giocando contro di te, ma purtroppo è un momento che tutti dobbiamo affrontare. Con il tempo lo so che cambierai, e magari troverai la tua strada. Io e Lawrence siamo qui per questo, anche se questo comporta certe volte punirti per farti vedere quale sia la strada da seguire. Sono tuo fratello maxwell, è mio dovere proteggerti e guidarti, perché tu voglio bene.» e gli diede un bacio tra i capelli, cominciando a confortarlo accenndando una cullata per farlo calmare. Max strinse forte Marcus e lasciò fare il fratello, fidandosi per una volta di qualcuno che lo amava e che a sua volta era amato.

Per la Giusta Strada (IN REVISIONE)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant