Penelope - Finale Alternativo

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Oltre quella porta c'è l'unico motivo che l'ha spinto a tornare in quella città, in quella prigione che per tanti anni lo ha stretto e costretto ad una vita di dolore e di senti, di sofferenze e di vuoto.

È tornato per lei.

Scuote la testa, riprendendo coraggio e togliendosi la giacca, abbandonandola su una sedia, per poi aprire piano la porta della camera, bloccandosi quando vede la ragazza dargli la schiena, coperta fino ai fianchi dal lenzuolo, immersa nel cuscino.

Chiude la porta alle sue spalle, cercando di fare il minor rumore possibile e si morde le labbra, iniziando a camminare verso di lei, con passi leggeri, per non disturbarla.

Si perde nei ricordi di molti, troppi anni prima.

Ora è stabile, felice, ma certe cose lo legano in modo indistruttibile a Samantha e né Federica né altre potranno mai cancellare.
Si ferma a guardarla, ricordandosela costantemente nuda nel suo letto, a darle la schiena da addormentata, tremante per il freddo e magra, spesso fin troppo, mentre sembra sana ora, in forma, al caldo, tranquilla.

Si blocca quando la vede muoversi:

"Samu, ora mi alzo, non stressarmi..."

Biascica, muovendosi:

"Puoi uscire? Mi infastidisce che resti a fissarmi."

Quasi ordina, infastidita, mentre il biondo resta immobile, a disagio quasi.
Samantha si muove ancora, per poi girarsi quasi di scatto, pronta a cacciare Samuel.

Non appena vede chi c'è in camera sua, si congela sul posto, mettendosi poi a sedere di scatto e allontanandosi, non riconoscendo immediatamente la figura che ha di fronte per poi, una volta riconosciuto, restare ferma, non realizzando.

Entrambi tacciono, nessuno dei due dice nulla.

Lauro sorride, notando, nell'apertura del pigiama, l'inchiostro del tatuaggio che le fece anni prima, ancora lì, intatto, leggibile, fermo ed eterno:

"Ciao..."

Si sforza lui, a disagio, non sapendo cosa dire.
Samantha non parla, non comprende a pieno ciò che sta accadendo:

"Tu..."

"Mi hai riconosciuto? Sai chi sono?"

Domanda, seppur ben conscio della risposta:

"Come potrei non farlo? Come posso scordarmi di te?"

Chiede lei, sul punto di piangere, coprendosi gli occhi. Lauro scuote la testa, avvicinandosi al letto ed abbassandosi lì, aprendo le braccia verso di lei:

"Mi sei mancata."

"Non sei mai tornato a trovarmi, però."

Lo rimprovera quasi, rifiutando la sua stretta:

"Non potevo."

"Non volevi. Avevi tutto, i soldi, la possibilità, il tempo tra un disco e l'altro. Tu te ne sei andato e non sei mai tornato, questo è solo il senso di colpa."

"No, credimi. Io..."

Boccheggia, cercando le parole adatte:

"Non servono giustificazioni, davvero Lauro."

Il corpo del biondo freme, sentendo il suo nome pronunciato dalla ragazza:

"Non guardarmi in quel modo Sam, sono tornato per te. Ho fatto di tutto per essere qua. Hai ragione, hai perfettamente ragione. Potevo tornare prima, molto prima, sarei dovuto tornare da prima di Ragazzi Madre, lo so."

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now