7|funerale

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Nik pov's
Ancora non riesco a crederci. Sono sconvolto... Sono sul posto dell'incidente e non riesco a capire come tutto sia successo.
Solo ora mi accorgo che sto piangendo come un bambino, ma nulla importa perché niente mi riporterà lui. Domani ci sarà il funerale e non sono pronto a dirgli addio.
"Vieni Nicholas, andiamo a casa" mi chiama mia mamma con la voce rotta dalle lacrime. La accompagno, lo faccio soltanto per lei perché so che avrà bisogno di me.

Mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto. "Ehy, mi stai preoccupando, dove sei? Perché non ti fai piú sentire?"
Senza aprire la foto whatsapp capisco di chi si tratta. È Alexia. Non le rispondo e spengo il telefono.
Sto riguardando le foto della mia infanzia, erano i momenti piú felici della mia vita. A noi piaceva viaggiare, anche se la nostra situazione non era delle migliori. A volte andavamo al mare, a volte in montagna e a volte, il ricordo piú bello che ho di lui, andavamo in Spagna. Perché li c'erano dei suoi amici. Lui adorava la Spagna, voleva trasferirsi li.

Due ore dopo
Sono davanti allo specchio e sto cercando di mettermi questa dannata cravatta, ma non sono capace,cosí, con un gesto di rabbia la lancio sul letto. Mi guardo e mi riguardo, mai avrei immaginato di vestirmi cosí per lui. Come ci penso scoppio in lacrime.
Guardo il telefono dopo averlo acceso e guardo le notifiche.
Alexa mi ha scritto, mi esce un sorriso tra le lacrime e le rispondo "come diamine si fanno i nodi alla cravatta?" Cosí mi chiama e correggo un po' la voce per non sembrare triste
"Preferisci una descrizione dettagliata o vuoi che venga da te? Ma aspetta... A cosa ti serve una cravatta?" Ho le lacrime agli occhi, sento mia mamma uscire, probabilmente mi aspetterà in chiesa. "Vieni qui..." Lo dico come se fosse tutto quello di cui ho bisogno per stare meglio. Poi ci ripenso e non voglio farmi vedere in questo stato, ma oramai ha attaccato.
La aspetto e finisco di sistemarmi, non pensavo ci mettesse cosí poco ad arrivare.
"Ehy come va?" La saluto cercando di non far trasparire le mie emozioni
"Io tutto bene, tu invece? Ti vedo turbato..."
"Ah niente, è morta una persona a me cara... Nulla di importante tranquilla" tralascio i dettagli, è una cosa troppo importante.
Lei si rattrista e non parliamo per tutto il tempo. Dopo avermi annodato la cravatta e sistemato la camicia mi accompagna alla porta per andare a casa, ma poi si ferma. "Vuoi un passaggio?" Mi chiede.
"No grazie, faccio una passeggiata..."

Ha insistito e ora siamo davanti alla chiesa. Vedere quanta gente c'è mi rasserena perché sono sicuro che mio padre era una brava persona ed era ben voluto da tutti. La saluto velocemente e mi dirigo verso mia madre. Sta piangendo e non posso fare altro che abbracciarla e consolarla, i parenti e le persone che ci conoscono vengono a farci le condoglianze, una cosa che detesto, ma "sto al gioco" per i miei genitori, loro amano il rispetto e la cordialità.

Una volta usciti andiamo verso il cimitero per salutarlo un'ultima volta; ed ecco che le lacrime tornano a scorrere sul mio viso. Non riesco ancora a immaginare come sarà la mia vita, anzi la nostra vita. Avete presente le famiglie perfette? Ecco, esattamente cosí, anche se io ero la pecora nera della famiglia.
Lui, tutte le mattine, leggeva il giornale davanti a una tazza di té caldo, che fumava e andava a finirgli negli occhiali. Mentre mia mamma puliva la cucina e preparava il pranzo a tutti (che io ho sempre dimenticato a casa)
Poi, mio padre prendeva le chiavi e il giaccone e andava a lavoro, ma non dimenticava mai di dare un bacio a mia madre.
Stringo forte la mano a mia mamma mentre entriamo nelle grandi cancellate del cimitero.
Lo stanno sotterrando e io continuo a piangere come un bambino, perché ho passato una vita con lui e ora è andato via cosí. Penso che lui non volesse andare via cosí presto, perché amava la sua vita e amava noi.
Prima di iniziare a mettere la terra per lasciarlo andare, gli lascio il suo amato sigaro spagnolo. Non l'ha mai acceso perché diceva di sentire il profumo della Spagna.

Sai, io vorrei fumare questo sigaro, ma ogni volta che lo odoro sento il profumo di libertà, della loro cultura, e sai, molte volte ho paura di non tornarci per acquistarne un altro. Quindi, quando ho voglia di evadere da questa vita, a volte difficile, lo odoro e mi sembra di tornare .

Accarezzo il viso di mia mamma e le asciugo una lacrima.
Mi sento osservato, come se qualcuno stia seguendo tutti i miei movimenti, ma non voglio girarmi, perché voglio dedicarmi a lui, solamente a lui e a mia mamma che è tanto innamorata.
Quando usciamo noto un' Husqvarna che conosco già. Cosí non dico niente e proseguo per la mia strada. Accompagno mia mamma a casa e aspetto che arrivino i miei parenti per tranquillizzare mia mamma.

"Non riesci a non farti riconoscere eh?"
Due minuti dopo risponde al messaggio
"Ma chi? Io?"
"Allora l'ho sognata la tua moto?"
"Credo proprio di sì :')"
Sorrido al suo messaggio, non riesco ad essere arrabbiato con lei, anche se ha curiosato nella mia vita. Poco dopo cado in un sonno profondo.

Alexa's pov
"Credo proprio di sì :')"
Cerco di farlo sorridere perché odio vederlo come era oggi, ma lo comprendo a pieno. Non so chi è venuto a mancare nella sua famiglia. Ma so che sicuramente era una persona buona, e giovane credo... Perché la piazza era piena di gente e nei loro occhi leggevo ammirazione e molta tristezza.
Non mi risponde piú, probabilmente non dovevo farmi gli affari suoi.
Ma perché mi faccio sempre mille paranoie? In un momento del genere lui non pensa sicuramente a me.

Poche ore dopo scendo in cucina e vedo mio fratello che mangia e mi ha avanzato un po' di pasta. I nostri genitori sono usciti a cena
"Sei scazzata che non saluti nemmeno?"
Mi giro e mi scuso, ma noto che ha un livido nell'occhio e le mani graffiate.
"E tu ti sei già scazzottato con qualcuno?"
"La cosa non ti riguarda"
Che odio quando mi tratta cosí
" Invece mi riguarda eccome da quando sei mio fratello e viviamo sotto lo stesso tetto"
Il suo viso si addolcisce
"È stato quello stronzo di Carlos"
Sentire quel nome mi viene il vomito. Lo guardo per invitarlo a continuare. "Ci stava provando con la tua amica e ti ha insultato"
Mi alzo dalla sedia e urlo " ma cosa vuole questo dalla mia vita? Prima me, poi quella zoccola e ora voleva farsi pure un'altra mia amica? Cosa vuole dimostrarmi? Che è un puttaniere? AHAHAHA già lo sapevo!"
A metà cena rompo il silenzio e gli chiedo
" A proposito, come va con Giulia?" E lo guardo in maniera pervertita.
"Mh. Bene, siamo amici!?"
Gli piace, ne sono sicura e sono contentissima di questo.
Ricevo un messaggio, ma non era chi pensavo. È Giulia che mi chiede di guardare un film che è a casa da sola.
Cosí la invito da me, e guardiamo un film comico insieme a mio fratello. Ma c'è un problema, quei due si stanno avvicinando troppo, ridono e si abbracciano. Si vede che hanno un feeling. Alla fine del film, Giulia si è addormentata sulle gambe di mio fratello, e lui sta russando. Rido per la scena e li riempio di foto. Mentre le riguardo trovo in galleria una foto del firmacopie e mi viene una certa nostalgia di lui. Forse vorrei anche io la compagnia di un amico. Però capisco la sua situazione e non gli scrivo un'altra volta.
Dopo 10 minuti decido di svegliarli, perché i miei potrebbero arrivare da un momento all' altro e invito Giulia a restare da me.
Dopo esserci lavate andiamo a letto e ci addormentiamo con la testa piena di speranze.

Il giorno dopo
"Ehy curiosona, sei sveglia?"
Mi sveglio con un suo messaggio e sorrido
"Si, tu come stai?"
"Cosí, cosí, ti va di andare a mangiare qualcosa cosí scambiamo due chiacchiere?"
Accetto e lo avviso che ci saranno anche Giulia e mio fratello.

Ci prepariamo per uscire e lo troviamo lì fuori ad aspettarci. Andiamo al fast food in centro, per mangiare qualcosa, ma mio fratello ha avuto la splendida idea di portare Giulia in un ristorante. Così io e Nik potevamo restare soli, sono felice che lui si fidi di me e dei miei amici.
Ho notato che non ha mangiato quasi niente, cosí gli chiedo di sfogarsi con me. Usciamo e andiamo a fare una passeggiata vicino al fiume, accendiamo una sigaretta e mettiamo la musica. Lui si siede e mi fa avvicinare, e inizia a parlare.
"Sai, io sono sempre stato un bambino strano. Stavo chiuso nelle mie cose e non ero spensierato come gli altri. Ero molto silenzioso, a volte assente. Lui voleva che fossi come tutti gli altri, mi comprava i giochi e le moto. Da lì è iniziata la mia passione... Quando ho compiuto 7 anni mi ha regalato una mini moto e mi ricordo che piansi dall'emozione... Lui pianse piú di me, perché vide che ero finalmente quel bambino spensierato..."
Inizia a piangere e lo abbraccio forte. Sento le sue mani avvolgermi la schiena e mi accarezza mentre le sue lacrime cadono sulla mia giacchetta di pelle. Lui ha bisogno di un amico che gli stia vicino e forse ho capito che posso dargli tutto il sostegno di cui ha bisogno. O forse non è solo amicizia?

L'inizio di un sognoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora