<<Buongiorno Bea, si sono già in università, ho lezione tra pochi minuti, tu invece, dove sei?>>
<<A casa, Jay stamattina è uscito a comprare la colazione, ho mangiato una brioche alle noci che era la fine del mondo. Oggi pomeriggio passerò le mie ore rinchiusa nel laboratorio di pittura. Sento già la stanchezza.>>
Sorrido alla sua affermazione, ciondolando un po' sul posto e portandomi una ciocca di capelli svolazzante dietro l'orecchio. San Valentino quest'anno dev'essere arrivato prima un po' per tutti visti questi atti di romanticismo.

<<Un nuovo progetto?>>
<<Sì, ti prometto che una volta finito sarai la prima a vederlo. Piuttosto tu amore mio come stai? Com'è il nuovo coinquilino?>>
<<Molto bene in realtà, è simpatico, mi trovo bene, tu e Jay invece? Immagino che la convivenza stia procedendo al meglio.>>
<<Non posso darti torto, Jay è davvero un ragazzo da sposare.>>
Sorrido alla sua affermazione.

<<Non dovrai dirmi qualcosa, vero Beatrix Evans?>>
<<No, almeno per ora. È vero ci conosciamo da un sacco di anni ormai, ma voglio fare tutto a piccoli passi, ho paura che facendo troppo rumore nell'acqua tutti i fiori rischierebbero di annegare.>>
Annuisco ed emetto un suono di assenso alla sua affermazione, l'immagine pittoresca che ha usato mi fa sorridere.

<<Ne sono felice, a dire il vero mi sento ancora troppo giovane per diventare zia. Però tralasciando gli scherzi sono davvero felice che tu stia così bene, la tua voce è così luminosa.>>
Bea non risponde, rimane in silenzio dall'altro capo del telefono.

<<Vorrei lo stesso per te Sky, vorrei che la tua voce tornasse luminosa come un tempo.>>
Questa volta sono io a rimanere in silenzio, consapevole che la mia voce non riavrà più quella luce, non brillerà più come faceva un tempo e questa consapevolezza mi fa male, mi distrugge da dentro portando un nodo alla mia gola, così stretto che fatico a respirare.

<<Non dovrai rimanere sola quel giorno, lo sai. Io sono qui per te Sky, ci sono sempre, dammi solo l'opportunità di aiutarti, ma soprattutto datti l'opportunità di far esplodere quella luce che mi manca così tanto, manca a tutti Sky.>>
Accenno un piccolo sorriso, nonostante il nodo alla mia gola non voglia sciogliersi. Sento il bisogno di accendermi una sigaretta, non sono una fumatrice, non lo sono mai stata, ma ho iniziato a fumare pensando potesse farmi bene.

<<Lo sai che ti voglio tanto, troppo, bene vero?>>
Annuisco anche se non può vedermi.
<<Ci proverò.>>
Questo è tutto ciò che riesco a dire, la voce strozzata, perché nonostante tutte le belle parole di Bea è impossibile per me ritrovare quella luce, le persone che passano sul tuo cammino ti cambiano, la sua scomparsa ha cambiato anche quella luce, quell'esplosione di chiarore.

La mia scintilla è andata via e ora di me ne rimane solo un involucro vuoto.
Bea mi saluta nuovamente, ripetendo per almeno un milione di volte di chiamarla nel caso avessi bisogno.

Aspetto qualche minuto prima di dirigermi verso l'entrata dell'università; le lezioni stanno per iniziare e i ragazzi sono già nelle loro aule, una volta arrivata nella mia classe mi siedo nel posto più vicino al professore, non c'è ancora nessuno eppure la campanella è già suonata da cinque minuti. Sento dei passi avvicinarsi e girandomi noto un ragazzo, dovrebbe avere all'incirca la mia età, capelli mori incorniciano il suo viso pallido su cui spiccano due grandi occhi nocciola un po' a mandorla, donandogli un'aria molto dolce e delicata.
Non è molto alto, sembrerebbe essere addirittura più basso di me, indossa dei cargo di un grigio molto scuro, quasi tendente al nero, e una felpa di un grigio decisamente più chiaro da cui sotto esce una camicia bianca e da sopra il rispettivo colletto. Porta a tracollo una borsa, del medesimo colore dei pantaloni, che pare essere stracolma di libri, eppure, come se non bastasse, tiene stretto nella mano destra un pesante libro di testo e alcuni quaderni.

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