Capitolo 1

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Era una mattina di inizio settembre, il sole era alto nel cielo, coperto a tratti da alcune bianche e soffici nuvole di passaggio, le foglie sugli alberi secolari, che percorrevano il ricco quartiere, erano ancora verdi immerse in taluni punti da altre gialle e arancioni.

I bambini giocavano nel parco ricoperto da una sterminata distesa di alberi. Da lontano le madri di questi li guardavano tenendo tra le mani un libro, uno di quei romanzi letto a tratti, senza troppa attenzione e con la mente lontana, aspettando impazientemente l'ora per tornare a casa. Mentre gli adolescenti camminavano in gruppi come branchi di leonesse affamate, godendosi quegli ultimi giorni di sole, per poi tornare alla vita monotona invernale; settembre era ormai cominciato e il Sole cocente di agosto aveva lasciato il suo marchio solo sulla pelle abbronzata, divenendo un dolce e lontano ricordo.

Una cosa era certa, sarebbe mancata a tutti quella spensieratezza mista a frenesia che portava l'estate; anche quel cielo, ora limpido come il colore azzurro sulla tavolozza di un pittore, appariva più plumbeo. Da fuori il profumo dell'aria fresca e pungente ti faceva capire che un nuovo autunno sarebbe arrivato di lì a poco nella grande metropoli di Milano.

Tutti l'avrebbero visto, tutti eccetto quella ragazza.
Quella ragazza seduta con le ginocchia portate al petto, sulla panca in legno verniciato di bianco appartenuta alla nonna, che ora si trovava nella sua camera da letto, vicino alla grande finestra che dava nel giardino sul retro.
Quella ragazza dai lunghi capelli biondi, che apparivano quasi più caldi del Sole di agosto, lasciati liberi di ricadere in onde leggere sulla schiena, tenuti a bada da un semplice cerchietto nero. La stessa che tra le mani fredde teneva la copia di uno dei suoi romanzi preferiti con la copertina rigida e le pagine un po' rovinate, poggiato sulle sue gambe ora coperte da un sottile strato di jeans grigi; con le dita affusolate girava le ruvide pagine giallastre impregnate da quell'inchiostro nero e indelebile, la loro combinazione creava un profumo intenso e inconfondibile, che la circondava completamente.

Vicino a lei teneva una matita, era una delle sue tante abitudini e fissazioni, sottolineare le frasi che più preferiva nei libri; questo vizio le era stato trasmesso dal fratello maggiore: quando erano piccoli, e lei leggeva solo libri per bambini, era molto attratta dai romanzi a cui si dedicavano i fratelli, così, quando non aveva niente da fare, si rifugiava nelle loro camere e si metteva accoccolata sul letto senza disturbarli, sotto le soffici coperte li osservava, rannicchiandosi alla ricerca di calore.

Era rilassante vederli, e a volte sentirli, leggere, osservare i loro occhi lucenti saltare velocemente tra una parola e l'altra, le loro labbra muoversi senza emettere nessun rumore e quelle espressioni con cui riusciva a interpretare l'evolversi della trama. Tutti i suoi fratelli avevano preferenze in ambito letterario diverse e tutti avevano diverse abitudini particolari. Quella di sottolineare i libri apparteneva solo ad uno di loro e lei, con il tempo, aveva acquisito questo suo modo di fare che la rilassava e le dava l'impressione di assaporare maggiormente ogni singola parola.

Era così impegnata in quella lettura da ignorare anche il mondo circostante, o forse era semplicemente troppo impegnata a non pensare.
Non pensare a cosa sarebbe accaduto, non pensare a ciò che le era accaduto quasi cinque anni prima, non pensare alla sua nuova vita, non pensare a nulla.

Il suo viso era rilassato mentre sfogliava attentamente le pagine, i suoi occhi grigi scorrevano da una parola all'altra senza fermarsi, la matita girava nella sua mano e delle volte finiva tra le sue labbra carnose e rosate, lucide grazie ad un sottile strato di lucidalabbra.
Questo invece era un suo brutto vizio, mangiucchiare le matite quando era sovrappensiero e quante volte sua madre l'aveva sgridata imponendole di smettere, senza però ottenere nulla. Mentre leggeva quel libro malconcio, il suo sguardo era vuoto, non era realmente lì.

ForeverWhere stories live. Discover now