Capitolo 4

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Arrivata a casa mi rendo conto che mia cugina non è qui, la nostra abitazione è completamente differente rispetto a come l'ho lasciata questa mattina, deserta e silenziosa.

Chiamo Bea, ma dall'altro capo del telefono è la voce registrata della segreteria telefonica a rispondermi.

Per non disturbarla oltre decido di inviarle un messaggio, sperando di ricevere una sua risposta.

"Hey Bea, ho finito le lezioni e sono andata a pranzare con alcuni compagni di corso, ora sono a casa fammi sapere dove sei e se torni per cena."

Prendo il telefono, faccio partire una playlist iniziando a girare per la casa sistemando le poche cose in disordine e accendendo alcune delle candele profumate che arredano il salone; mi piace riempire i silenzi con la musica, più è alta e meno possibilità ho di pensare, più la mia mente si riempie con il suono di parole estranee e meno sentirò le mie.

Mi metto a guardare il telefono notando una notifica da parte di Bea.

"Hey Sky, scusa se non ti ho risposto, Jay è venuto a prendermi questa mattina e sto passando la giornata con lui :3"

"Questa sera ha anche organizzato una festicciola a casa sua e mi ha invitata, se hai voglia posso chiedergli di far venire anche te. "

Accenno un sorriso digitando una veloce risposta.

"Per stavolta passo, sono un po' stanca e penso che andrò a dormire. Ti voglio bene, divertiti <3"

Solo dopo aver inviato l'ultimo messaggio mi accorgo che la playlist è terminata e il silenzio è tornato a regnare indisturbato nel piccolo appartamento, rumoroso e distruttivo come una tempesta.

Mi sento sola.

Mi stendo sul divano ed inizio a guardare il telefono, come se il digitare tasti ed icone possa riuscire a colmare quel vuoto ma è tutto inutile.

L'ultima applicazione che mi rimane da aprire è la galleria, scorro piano le foto ripensando a tutti i bei momenti che mi legano ad esse, sorrido vedendo i volti delle persone che amo, ogni attimo felice catturato per sempre, sorrisi, così lunatici e ignari della loro importanza, così dannatamente scontati; tutti rinchiusi in immagini che non scompariranno mai.

Mi fermo quando vedo le mie foto con Lui, risalenti a quattro anni prima, foto che non avrò mai il coraggio di buttare o di stampare, lasciando che restino a riempire il fondo della galleria.

Mi ricordo il giorno in cui abbiamo scattato questa, eravamo andati insieme al parco poco lontano da casa, sto sorridendo e Lui mi tiene stretta a sé in un abbraccio; affonda il mento tra i miei capelli biondi, sulle sue labbra si intravede un sorriso.
Il braccio intorno alla mia vita si fa più stretto, nella speranza di emulare quell'abbraccio di cui continuo ad avere un disperato bisogno.
Quante notti ho passato insonne tra le coperte del mio letto, con la costante paura di dimenticarlo, terrorizzata di perderlo ancora una volta. Le unghie si fanno spazio sotto lo strato di stoffa entrando a contatto con la carne.

Nel primo periodo cercavo di ricordare tutto di Lui, il neo alla sinistra del collo, le labbra rosee, i sorrisi che mi dedicava tutte le volte che mi sorprendeva a guardarlo, il suo profumo, i suoi abbracci, la sua voce; oggi a quattro anni di distanza ho compreso che è impossibile dimenticare un amore così importante, che è stato in grado di segnarmi così nel profondo.

E forse è proprio questo a fare più male.

Ho imparato a convivere con questo dolore.
L'ho ripetuto talmente tante volte a voce alta da convincermene.

"Sto bene" mai detta bugia più grande;

"Sto bene" ma non riesco a pronunciare più il suo nome;

"Sto bene" ma urlo la notte in preda agli incubi;

ForeverOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz