Capitolo 1 - L'inizio della fine

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Tutto il Bolshoi risuonava sotto la sua melodia, cosí calda, cosí emozionante. Era il posto piú bello che avesse mai visto. Il pubblico si lasciava inebriare, ora chiudeva gli occhi, ora ondeggiava la testa. Nella sua mente non vi era che una linea dorata, che si disegnava nel buio di quel cielo che immaginava, ad occhi chiusi. Accordo dopo accordo, la cometa sfavillava, sinuosa e regolare. Tracciava la linea che la sua vita aveva giá percorso fino a quel momento. Nulla di estraneo era concesso alla sua visone. Non c'erano persone in quello che si immaginava. Dischiuse gli occhi dolcemente, ma qualcosa la turbò. Quella nota. Si accorse di averla suonata male. Si era rilassata, come quel giorno. Niente per lei suonò meglio di quel piccolo, insignificante errore, che nessuno percepí, ma che era profondo quanto la sua stessa vita. Ricominciò impegnata e distaccata, rimandando a posteriori una riflessione che sapeva avrebbe dovuto affrontare.

Il pubblico continuava a lasciarsi estasiare e a sorridere, in pace con tutti, in pace con se stesso. Eccolo. Il passaggio che tutti aspettavano e che tutti si aspettavano fosse fatto cosí. Alla perfezione.

E poi la pausa. Le ultime battute.

E infine gli applausi.

Aveva suonato in maniera impeccabile, tutti lo sapevano e lo sapeva anche lei, compiaciuta, e umile come suo solito. Ma quella nota aveva creato una piccolissima crepa, aveva riaperto una discussione chiusa da tempo, che era sicura, sarebbe stata solo passeggera. Gli applausi continuavano, aveva suonato il suo strumento come solo un'artista sapeva fare. Diede uno sguardo alla sua famiglia, nelle prime file, e le vennero in mente le parole che lui le aveva detto l'ultima volta che si erano visti. Nessuno l'avrebbe mai capito, nessuno avrebbe saputo leggere nella sua mente. Ma lui ci era riuscito e lei lo sapeva. Con emozione scese a stringere la mano a quei maestri illustri, che tanto avevano apprezzato lo spettacolo e si lasciò andare ad un sorriso sincero, commossa. Tutti erano lí per lei, era la sua soddisfazione piú grande. Si guardó intorno ancora qualche secondo, salutò i suoi, e si diresse con calma verso il camerino. Spalancò la porta e la richiuse velocemente dietro di sè. Si sedette guardandosi allo specchio, e subito le venne in mente quel discorso. Gli aveva detto che si sarebbero rivisti. E poi se n'era andata. Non l'aveva cercato, ne si era fatta sentire. Ma era sicura che ciò che gli aveva detto, lui l'avrebbe decifrato e l'avrebbe perdonata.

Era tanto distante da lei, quanto dai suoi pensieri. Era troppo presa dalla sua vita per ricordarsi quelle parole.

Lui invece se la ricordava. Non aveva mai smesso di pensare a lei e nonostante tutto sapeva, in cuor suo, che anche lei conservava una sua piccola reliquia.

Lui era il bello. Quello che tutte guardavano, ma che nessuna aveva il coraggio di adescare. Era il troppo. Non ci avrebbero mai provato con uno come lui. Forse a parole tutte erano brave, ma nei fatti poi, nessuna si faceva avanti. A meno che non fosse lui a farsi avanti ovviamente. Ma avrebbero avuto da aspettare parecchio, perchè non c'era persona che piú di lui si divertiva a vedere le reazioni delle ragazze alla sua indifferenza.

E ora stava guardando la fine che si avvicinava. Non sapeva se tenere gli occhi aperti o chiusi.

Il freddo era sempre piú pungente, penetrava nelle ossa come se non avesse carne addosso. Ghiaccio e terra lo ricoprivano parzialmente, si sentiva sepolto da quei rottami. E al suo fianco Judith. Non poteva neanche girare la testa per vedere se era viva. Stava impazzendo. Riusciva a vedere solo una striscia di sangue scivolare accanto a lui non sapendo nemmeno di chi fosse.

In un attimo il suo pensiero si fissò su quella nota sbagliata. Era uno dei due ricordi che aveva scelto, gli ultimi a cui aggrapparsi, seguito dalle parole che le disse prima di rassegnarsi: "Prima o poi ci rivedremo". E la vide abbracciarlo. Con forza e tenerezza, un misto di gioia e disperazione.

Chained - Le originiWhere stories live. Discover now