11 Frammenti 3

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Persone. Troppe persone sorridono con il bicchiere inmano. Conversazioni futili ascoltano i suoi orecchi. Tutti s'ingozzano di ciboscaduto e avariato chissà, basta solo mangiare e saziare la fame. È solo unaperitivo, la cena dovrebbe arrivare dopo, e invece sembra che a nessunoimporti di cenare. Tutti si preoccupano di mangiare adesso. Bocche piene di noccioline, calici di vino in mano.Rossetto su bicchieri ormai vuoti ma pronti per essere nuovamente riempiti,perché fare l'aperitivo va di moda. Lei stasera non sopporta la gente, nonrichiede nessuno, vorrebbe andare via ma non sa dire di no alla sua amica. Ecosì eccola lì, in un locale affollato quando la sua anima è vuota. "Vedrai, tifarà bene uscire un po' ", le parole di Jennifer le rimbombavano nella testacontinuamente. Era uscita, si era pettinata, si era perfino colorata le labbrae tinta gli occhi di nero per cercare di mascherare le occhiaie che aveva dagiorni. Sorrideva e conversava con chi conosceva, ma le sue parole risultavanoprive di scintilla, senza enfasi né convinzione. Si limitava a mettere unaparola dietro l'altra formulando frasi di senso compiuto e basta. Stavasorridendo alla sua amica che l'aveva abbracciata stretta, dicendole qualcosache in quel momento l'aveva fatta sorridere, quando lo vide. E improvvisamente ogni cosa in movimento si fermò eil suo cuore cominciò a spingere da dentro, con prepotenza quasi a voler uscirein ogni modo. Si erano detti addio, lei gli aveva detto addio ma adesso lui eralì e stava camminando verso di lei. E lei si perse dentro quegli occhi, nellasua bocca, si perse guardando la sua carnagione chiara contornata da quellabarba cespugliosa e incolta color del miele. Riconobbe quel cappellino rossocon la tesa leggermente piegata e immaginò la sua mano che gli scompigliava icapelli. Lui la vide e la sua espressione cambiò drasticamente. I loro occhi siincrociarono per pochi istanti, giusto gli istanti utili che le bastarono pervedere l'altra persona dietro di lui. La riconobbe all'istante. Quel volto piacevolmente attraente, gli occhi eranoverdi e i capelli di un biondo opaco. Sorrideva, ma nei suoi occhi non c'eraniente di interessante. Teneva per mano una bambina identica a lei. Il suocuore si fermò. Ecco che in quell'istante le voci tutte intorno si fecerosospiri fino a scomparire del tutto. Si girò verso Jenny e all'amica bastò unosguardo per capire ogni cosa. Era stato un errore uscire, uno stupido emaledettissimo errore. C'era lui in quel posto insieme alla moglie e allafiglia. Un quadretto all'apparenza felice e spensierato, peccato che suo maritonon era esattamente la persona più sincera di questo mondo. Olivia distolse losguardo e subito le venne da vomitare. Sapeva che lui era sposato, sapeva chelui aveva una figlia. Sapeva di avergli detto addio proprio perché non volevasentirsi seconda a nessuno. Ma adesso vederlo lì con lei le faceva fermare ilcuore. Non riusciva a sopportarlo, avrebbe voluto andare da lui, sorridergli eabbracciarlo stretto. Avrebbe voluto bere con lui, ubriacarsi e poi uscire dicorsa per andare a fare l'amore dove capitava. Era già successo, una delleultime volte che si erano visti. Il ristorante era molto carino e cucinavanosolo spaghetti. Avevano mangiato e bevuto abbastanza. Era ubriaca e felice. Lui l'aveva baciata al ristorante e mentre camminavano per raggiungere la macchina. Si erano fermati in una piazzola di sosta per fare l'amore perché non riuscivano più a fare a meno l'uno dell'altra. Questo ricordo che violentemente era riaffiorato in lei, inondò i suoi occhi di lacrime. Cercava di trattenersi, ma le mancava il respiro e il suo cuore da dentro, urlava. La sua faccia si stava inzuppando di dolore e quello a volte diventa visibile. Ed eccola lì, fradicia di lacrime, come in quelle giornate di sole dove improvvisamente inizia a grandinare e non hai l'ombrello e ti ritrovi anche la faccia completamente zuppa. Ecco, dentro il suo corpo succedeva proprio quello. Grandinavano lacrime. Lui vide lei e lei lo guardò, appena un battito d'ali, ma fu sufficiente a scaraventargli addosso tutto quanto. Charlotte vide Olivia e subito la sua espressione cambiò. Olivia uscì mentre gocce di pioggia le rigavano il volto. Jennifer provò a correrle dietro ma poi pensò che forse la sua amica avesse bisogno di rimanere qualche minuto da sola, per assorbire il dolore, così rimase immobile e lo vide in mezzo alla gente, gesticolare animatamente.

"Vado a prendere da bere mi aspetti qui?"

"Sei impazzito forse? Ce ne andiamo immediatamente. Hai una bella faccia tosta a portarmi qui."

"Charlotte per favore. Non alzare la voce c'è Camilla con noi."

"Non me ne frega un cazzo. Cos'è ti divertono questi giochetti?"

"Charlotte adesso stai esagerando. Non sapevo che fosse qui. Ti ho detto che mi assumevo le mie responsabilità. Lo sto facendo."

"Bene, allora andiamo via. Subito."

"Allora aspettami in macchina. Devo andare in bagno."

"Adesso?"

"Si adesso."

"Non dirmi cazzate."

"L'hai vista uscire, che problemi hai?"

"No, tu che problemi hai. Ti do cinque minuti. Non costringermi a rientrare."

E Charlotte strattonò sua figlia e si voltò verso la porta di uscita. Lui vide Jennifer in piedi ad un lato del bancone, ed era da lei che voleva andare.

"Mi dispiace, non pensavo di trovarla qui."

"Invece hai pensato male. Gli hai spezzato il cuore. Di nuovo."

"Non credere che sia facile per me vederla e non poterla nemmeno sfiorare."

"Non so che cosa sia facile o difficile, so solo che è la mia migliore amica, e non riesco a vederla così."

"Mi dispiace."

"Lo hai già detto."

"Adesso devo andare. Digli che mi manca e che sono un codardo e basta."

"Io non gli dico proprio niente."

Jennifer lo guardava negli occhi e non accennava ad abbassare lo sguardo.

"Mi manca. Mi manca immensamente. Digli che sto impazzendo senza di lei."

"Perché non glielo dici da solo razza di stronzo! Anzi, perché non vai da lei, adesso, ad abbracciarla mentre è lì fuori, da sola."

Jennifer era in preda ad una crisi isterica. Lui la fissava in silenzio con quell'espressione da cane bastonato. Lei avrebbe voluto spaccargli la faccia.

"Già, non puoi andare da lei. Che stupida che sono, che cosa diresti a tua moglie?"

Adesso gesticolava con le mani e appena si accorse che stava urlando, decise che doveva controllarsi. Quella piccola ragazzina a poco a poco spense il fuoco dentro di lei. Doveva calmarsi, alcune persone intorno a lei si erano voltate e stavano osservando la scena.

"Hai ragione non posso andare da lei."

"Te ne devi andare, mi hai capita? È troppo comodo continuare a stare con tua moglie e voler stare anche con Oly. Ma che razza di uomo sei?"

"Sono un codardo lo so."

"E allora torna da tua moglie e lascia in pace Oly."

E Jenny smise di guardarlo. Semplicemente si allontanò tra la folla. Era arrabbiata e furiosa. Come poteva dirle che le mancava, che voleva lei, ma che era un codardo e non avrebbe mai lasciato la moglie. Non ci si comporta così. Non è in questo modo che funzionano le cose. Rimase per alcuni secondi immobile, mentre rabbia e rancore s'impossessavano della sua anima.


### Che cosa succederà? Riusciranno a stare separati oppure la forza dell'attrazione sarà più forte? Vi sta piacendo? Scrivetemi!!! ###

VANIGLIA PICCANTEWhere stories live. Discover now