4 LUI

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La mattina seguente Pontecorvo era immersa in un silenzio quasi surreale. Olivia percorse il ponte a passo svelto, l'aria fredda le entrava dentro il colletto del giacchetto. Ripensò alle parole di Jennifer, quel clima non assomigliava certo ad una ridente giornata di primavera. La strada che portava al negozio era stretta e le pietre che formavano il passaggio erano sconnesse e piene di avvallamenti. Il furgoncino dei rifornimenti alimentari passava quasi ad incastro lungo la via principale, mentre dai vicoli più stretti era impossibile passarci. Quella mattina era sola, le sarte si erano prese alcuni giorni di festa e il negozio profumava di silenzio. Aveva deciso di mettere ordine all'interno dei cassetti. C'erano strass, perline, applicazioni luccicanti, glitter, stampe, bottoni di varie misure e colori. Le sarte avevano il brutto vizio di buttare tutto insieme, in un unico cassetto e lei dopo vari tentativi riusciti male aveva rinunciato a spiegargli che per lei diventava difficile poter consigliare un cliente sulla scelta delle applicazioni se nei cassetti c'era tutta quella gran confusione. Così quella mattina aveva deciso di mettere un po' in ordine. Aprì il primo e subito uscirono fiocchi di raso e farfalle ricamate, mise la mano in fondo per tirare fuori proprio tutto e così mezzo stropicciato trovò un foglio bianco scritto a penna. Lo aprì e la calligrafia di sua madre si fece spazio tra l'inchiostro sbiadito. Era un biglietto di auguri per questa nuova avventura. Erano passati solo cinque anni da quel giorno, ma a lei sembrava una vita.

"C'è qualcuno?"

Olivia distolse lo sguardo dal cassetto dei bottoni e alzò la testa, ma non vedeva chi fosse entrato. Le stoffe appese al soffitto erano ingombranti e le impedivano la visuale.

"Si. Arrivo subito."

Spostò le stoffe con le mani e queste le ricadevano sul volto, alcune erano morbide e leggere, altre ruvide e pesanti. Erano appese solo da un lato del negozio, l'altro era libero, ma lei amava passarci in mezzo e sentire i tessuti sulla pelle. Con la mano spostò appena un 'altra stoffa e se lo ritrovò davanti. Si spaventò e per non cadere all'indietro si aggrappò con le mani ad un lembo di stoffa e questa si strappò completamente. Stava per cadere a terra quando lui l'afferrò dietro la schiena con un braccio e la tirò a sé.

"Scusa. Non volevo spaventarti."

Era imbarazzato e dispiaciuto. La sua bocca era a pochi centimetri da quella di Olivia. Una mano la teneva stretta e l'altra era ancora appiccicata dietro alla sua schiena.

Occhi dentro agli occhi. Cuore in arresto.

Lui la guardava e basta. Si avvicinò appena e appena. Ma quando stava per appoggiare le labbra sulle sue, lei si ritirò indietro, perché non lo conosceva, perché sarebbe potuto entrare qualcuno, perché non si fidava, perché non aveva mai baciato uno sconosciuto. Allo stesso tempo una forza incontrollabile la teneva aggrappata a lui.

"Che ci fai qui?"

Olivia si allontanò da lui e provò a parlargli con parole di circostanza. Parole che avrebbero smorzato tutto quell'imbarazzo.

"Sappi che io non proverò mai più a baciarti. Se vuoi farlo dovrai baciarmi te. "

E lui la guardava, con quello sguardo furbo. Sapeva come utilizzare le sue parole. Stava per allentare la presa, adagio, ma i suoi occhi continuavano a guardarla così intensamente che Olivia lo baciò. Ma che diavolo le prendeva? Lui rimase sorpreso, ma poi strinse ancora di più la sua mano intorno alla schiena e la tirò a sé. E la sua lingua si aprì un varco tra le sue labbra e lei la accolse, come si accolgono le cose inaspettate ma volute ardentemente. E così tutto perse di significato: le forme che aveva sempre avuto intorno non erano più le stesse, i colori si amalgamavano in una danza amorfa, tutto il rumore che proveniva dall' esterno scomparve. Non c'erano più le stoffe, né le pareti del negozio, non c'era la strada con i chiacchiericci dei passanti. Non c'era più niente. C'erano loro. C'era lei così maledettamente distratta, controllata, precisa nel suo voler catalogare sempre ogni cosa. E c'era lui. Una persona di cui non sapeva praticamente nulla. Un grosso punto interrogativo che però riusciva a spezzettargli le emozioni. Aveva la forza del mare che impetuoso si staglia contro le rocce frastagliate. Olivia spostò una mano dal suo volto e gliela infilò tra i capelli. Non riusciva a controllarsi, non riusciva a formulare pensieri logici. Erano dentro ad un negozio. Il suo negozio. Sarebbe potuta entrare qualsiasi persona da un momento all'altro. Eppure, nessuno di questi pensieri la sfiorava minimamente. Nella sua testa c'era solo quel momento. C'era questo desiderio che ardeva totalmente verso questo sconosciuto, un desiderio che cresceva a mano a mano che quel bacio diventava più pieno. Un solo bacio, mentre le loro lingue giocavano a toccarsi e sfiorarsi, e così si conoscevano parlavano, si accarezzavano, per poi separarsi appena mentre lei provò ad aprire gli occhi per ritrovarsi le sue guance simili a carboni ardenti.

VANIGLIA PICCANTEWhere stories live. Discover now