Lei vuole perdersi

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"Che ti succede?"

"Nulla che ti riguardi, cose mie, che interessano me. Davvero. Perché ti dovrebbe interessare?"

"Non mi interessa, sono solo curioso del perché stai così." Samantha respira a fondo sentendo quell'aggettivo: "Non lo volevo usare a sproposito. Perdonami. Non ci ho neanche pensato."

"Non scusarti. Non è roba mia."

Chiarisce subito lei, senza guardarlo, appoggiandosi al davanzale della finestra, guardando fuori, concentrata sul nulla:

"Lo è ormai, almeno per me. È una parola tua, per descriverti. Non in tono cattivo."

"Non mi piace come aggettivo. Non usarlo."

Lauro alza lo sguardo, vedendola stringersi nelle spalle, affondando il viso nel collo della maglietta che indossa, come volesse nascondersi, chiusa in se stessa. Questi gesti non fanno che preoccuparlo ulteriormente:

"Che ti è successo Sam?"

Le domanda, scuotendo la testa e avvicinandosi poco a lei, che non risponde, con lo sguardo basso. Lauro ha paura di fare qualunque cosa, ma la circonda con un braccio, appoggiandolo sul suo fianco e stringendola poco a lui, abbassandosi alla sua altezza, senza parlare.

Lei non rompe quel silenzio, si appoggia poco a lui, gli guarda la mano e abbassa lì la sua, sfiorandogli le dita e chiedendogli con il silenzio di tenerla, cosa che lui fa, stringendole le dita nelle sue, accarezzandole.

Samantha socchiude gli occhi, beandosi di quel momento, del silenzio, della vicinanza e della protezione data dal ragazzo:

"Vorrei che questo momento durasse per sempre."

Gli rivela lei stanca, dopo diversi minuti rimasti lì fermi. Lauro si limita ad annuire, senza fermare i suoi movimenti. È lei ad allontanarsi, senza forzare, poiché lui sposta subito la mano, non smettendo di guardarla.

La nota tenere la zip della felpa tra le mani, come fosse in dubbio se levarla o meno, come se gli dovesse far capire qualcosa con quel gesto, ma non di andarsene, ne è sicuro, glielo avrebbe detto a parole.

Si sposta dalla cucina, passando nel salotto:

"Danno un film carino alla televisione, hai qualcosa da fare o posso restare a guardarlo?"

Domanda, afferrando il telecomando, come fosse a casa sua e guardandola:

"Tu non guardi i film, Lauro." Lo prende in giro lei, sorridendo forzatamente, continuando a nascondergli qualcosa: "Però se vuoi restare fallo pure. Possiamo guardare qualcosa assieme."

Il biondo annuisce e la ragazza gli prende il telecomando dalle mani, accendendo la televisione su un film qualunque e sedendosi sul piccolo divano, imitata da lui:

"Non hai caldo?"

Domanda preoccupato, togliendosi la giacca di jeans che indossa, restando in canotta, guardandola, mentre lei scuote la testa:

"Non troppo."

"Almeno aprila 'sta felpa." Le dice, prendendole la zip, ma senza spostarla, mentre lei, spaventata, gli afferra un polso, per allontanarlo: "Oh, ma che c'hai? Fa troppo caldo per tenerla chiusa."

"Sto meglio così." Si limita lei, avvicinando le gambe e appoggiando sopra il viso:

"Dimmi che cos'hai. Non farmelo scoprire da solo."

"Ma perché insisti con il fatto che io abbia qualcosa?"

"Perché anche tu vuoi dirmelo, ma qualcosa ti ferma. Non ti giudico Sam, ma dimmelo."

Di Nuovo Maggio | Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora