Chapter 2 -Are you okay?-

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"Rikki hai il telefono nella tasca dei Jeans"

Merda.
Ecco perchè mi suonava come scusa del cazzo. 

"Torna qui signorina"
Mi servirebbero uno o due rotoli di nastro adesivo, probabilmente sarebbero molto utili a frenare tutte le mie parole buttate al vento. 

"Rikki devi imparare a controllarti. Non puoi dire tutto quello che ti passa per la testa"
É la milionesima volta che me lo dicono; ma alla fine io sono fatta così. Cambiare sarebbe bello si, ma non sarei io. Forse non è una delle mie migliori qualità, ma mi ha sempre permesso di dire qualsiasi cosa senza farmi influenzare dagli altri.

"Hai ragione. Ora posso andare in camera mia?"
A volte la scappatoia migliore è semplicissima. Sorridere ed annuire.
Devo cercare di sembrare un'angioletto. Piú ci penso piú sono sicura del fatto che questo non accadrà mai e poi mai.

"Chissà perchè penso che queste mie parole ti siano entrate da un orecchio e siano uscite dall'altro con la stessa velocità con cui hai l'abitudine di esprimere la tua opinione"
Effettivamente mi conosce bene, veramente bene.

Mi avvicino a divano sul quale è seduta. Anche se potrebbe sembrare assurdo io e lei siamo davvero gli opposti; ma quando si parla di lettura, e di libri, possiamo dire di capirci. Ama leggere e quando ha un po' tempo libero lo fa sempre sul divano con un bel bicchiere di succo all'arancia. 

Le do un bacio sulla guancia per poi avviarmi nuovamente verso camera mia, evitando di rispondere alla sua affermazione.

"Ti voglio bene" 
Dico con fare civettuolo, evitando di aggiungere altro di qui potrei pentirmi.
Ormai sono alla fine delle scale, ma sono sicura che sta borbottando qualcosa sul fatto che sono incorreggibile.
Che poi non è del tutto vero; forse un pochino, ma non molto. Ma chi voglio prendere in giro? So anche io stessa che è assolutamente vero.

Non appena metto piede nella mia stanza il cellulare comincia a vibrarmi nella tasca. 
Quando si dice tempismo perfetto.
Perchè ho sempre questa sfiga assurda? Non poteva suonare prima? No, deve sempre suonare quando non serve a niente o quando è meno opportuno. Perchè questa è la vita e la vita è solamente un grandissimo casino regolato da eventi inaspettati.
Non guardo nemmeno il nome che appare sullo schermo; rispondo e basta.

"Chi rompe?"

"Ciao anche a te Ribelle"

Jackie.
Solo lei mi chiama con quel nomignolo orrendo che peró effettivamente mi rappresenta.

"Jay non.."

La mia voce viene sovrastata dalla sua fin troppo alta, prima che riesca a finire la frase. E poi dicono a me che non ascolto mai e parlo troppo velocemente. 

"Si si come vuoi Ribelle, adesso ascoltami attentamente"

Una cazzata. Sarà sicuramente una cazzata, conoscendola.

"Vai, parla"

"Devi immediatamente venire qui. Ho bisogno di te"

"Bella questa! Non ricordi che sono segregata in casa?"
Se mi beccassero non so cosa potrebbe accadere; e sinceramente questa volta non voglio proprio scoprirlo.

"Cosa sentono le mie orecchie? Rikki Rivas che ascolta quello che le viene detto?"

"Jay non scherzo. Questa volta non vengo! Se mi beccano sono nei guai, piú di quanto non sia già"

Non esiste che vada da lei. Abita a solo un isolato da qui; ma basterebbe anche quello per farmi scoprire, e quindi, passare il resto dei mie giorni rinchiusa in casa. Sarebbe una morte orrenda. Lenta e dolorosa. 

"Vorrà dire che allora saró libera di dire cos'hai combinato mercoledì scorso"
Cantilena con voce allegra, facendomi pensare a quanto sia bastarda quando fa così. Probabilmente è proprio per questo che le voglio bene, ma indipendentemente da ciò rimane sempre una bastarda.

"Non oseresti"

"Scommettiamo Ribelle?"

Perchè mi devo sempre mettere nei guai?
Non capisco, probabilmente sono una calamita per queste cose.
D'altronde ci sono solo due possibilità:
O me le cerco, o sono loro che cercano me. Forse ha piú senso la prima opzione ma questi sono solamente punti di vista.

"Ti odio! Ti odio con tutta me stessa"

"Anche io ti amo! Sbrigati che è di vitale importanza"

Dice velocemente per poi riattaccare.
Non oso immaginare quale sia questa questione di vitale importanza; e non voglio nemmeno pensarci.
Perchè ho una migliore amica del genere?
Perchè non puó essere dolce, riservata e meno rompi palle?
L'unica cosa che devo fare in questo momento è trovare una via d'uscita da questa casa, ma sembra la cosa più difficile che esista su questa terra.
Porta principale? Assolutamente no. Sarebbe come dire eccomi qui venite a prendermi
Porta sul retro? No, fa troppo rumore quando si cerca di aprirla.
Porta della camera di Jason? No, che schifo, non ci entro nemmeno morta. Mai entrare nella tana dell'orso se non si vuole morire intossicati.

Mi guardo intorno per trovare una scappatoia e sorrido non appena mi viene un'idea.
Mi avvicino alla mia via di fuga, sperando di non ammazzarmi.
Non devo varcare la porta d'entrata per altri otto giorni, giusto? Quindi tecnicamente non sto disubbidendo a nessuno.

Mi faccio il segno della croce prima di iniziare a scendere dal balcone. Fortunatamente la mia stanza, come quella dei miei genitori, ha un piccolo balcone vicino al quale c'è la scala antincendio. Questa è solo fortuna ma naturalmente deve esserci qualcosa che rovina tutto; altrimenti non sarebbe la vita. Il problema è che questa scala ormai ha una ventina d'anni e non sono sicura che sorregga il mio peso.
A quanto pare non mi rendo conto di quello che sto facendo. Mi sto cacciando in un guaio più grande di me.

Mentre scendo gli scalini sgangherati, mi guardo un'attimo intorno, per vedere se c'è qualcuno che possa vedermi, e basta questo per farmi distrarre e farmi appoggiare male un piede. Visto il mio eccezionale equilibrio; alcuni secondi dopo mi ritrovo letteralmente immersa in un mare di foglie verdi. Se papà scopre che sono stata io a distruggere i suoi amati cespugli, con la mia delicatezza da elefante, è la volta buona che mi strozza a mani nude. Li ho sempre definiti inutili; ma ora non ho mai amato tanto una cosa. Oltre ad avermi salvato il culo ed aver impedito che facessi un rumore tremendo, facendo uscire mia mamma, hanno attutito la caduta; che per mia fortuna non è stata molto alta visto che mi mancavano solamente altri due paia di scalini.

Sbuffo e ridacchio, ripensando a quello che sto facendo. Sono in punizione, eppure ho il coraggio di fare una cosa del genere probabilmente per una cazzata, anche se prego che non sia così, e come finale mi stavo solo per ammazzare. Tutto quello che farebbe una normalissima ragazza il primo giorno di vacanza.
Ma chi cazzo me l'ha fatto fare?

 -Piccolo spazio per voi-

Non so veramente come ringraziarvi. Non esiste un aggettivo per descrivervi; e anche se esistesse sarebbe troppo poco. Grazie mille a tutte, mi avete riempito il cuore di gioia. Vi dico solo che potete chiedermi di tutto. Se non capite qualche passaggio della storia, o semplicemente volete conoscermi sono a vostra disposizione. Ho deciso di dedicare un capito ad ognuna di voi per farvi capire quanto siete importanti; e nulla, spero vi piaccia e scusatemi per gli errori (potete correggermi se volete, non mi offendo, anzi).

Stubborn -Luke Hemmings-Where stories live. Discover now