ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴛʀᴇᴅɪᴄɪ

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Yoongi sbuffò e appoggiò le mani sul tavolo. «Jimin, basta scusarti. Te l'ho già detto: non sei solo».

Il biondino alzò la testa e lo osservò con gli occhi lucidi. «E allora perché mi sento così solo?» domandò e il cuore di Yoongi si strinse ancora di più.

[...]

I due entrarono nello studio. Durante la colazione avevano parlato del più e del meno e Jimin era riuscito a convincere il maggiore ad andare ad allenarsi. Aveva bisogno di cantare e di sfogarsi in qualche modo. Entrarono nella sala prove. Intorno a loro c'erano le casse e sette microfoni. Sorrise pensando a quante volte, anche fuori dall'orario delle prove, tutti e sette – a volte anche solo lui e Jungkook, dato che avevano la stessa voglia smisurata di migliorarsi – erano usciti dall'appartamento ed erano andati allo studio cantando per metà della notte. Gli mancavano quei giorni, nei quali tutto sembrava perfetto.

Lanciò la chiavetta che si era portato dietro a Yoongi, che la prese al volo e la attaccò al computer. Aspettò la base, dato che gli aveva dato la possibilità di scegliere la canzone. Sperava che non scegliesse proprio quella. A quanto pareva, però, la fortuna non era dalla sua parte.

«Tutto questi non è una coincidenza
Solo, solo sento che
Questo mondo è diverso rispetto a ieri
Soltanto, soltanto con la tua felicità

Quando mi hai chiamato
Sono diventato il tuo fiore»

Una lacrima rigò il volto di Jimin, che cantava sotto lo sguardo attento e stupito di Yoongi. A momenti si commuoveva pure lui avvertendo tutto il dolore che gli stringeva le viscere, che lo faceva sanguinare in un silenzio quasi mortale, come se l'ora della sua fine fosse già stata decisa.

«Come se lo stessimo aspettando
S-Siamo sbocciati splendidamente
Forse era questo il volere dell'Universo
Doveva andare così- No!»

Jimin si inginocchiò a terra e il microfono cadde accanto a lui. Il suono dei singhiozzi del ragazzo arrivò forte e chiaro alle orecchie di Yoongi, amplificato dalle casse. Il corvino stoppò immediatamente la base e lo raggiunse, per poi sedersi accanto a lui. «Cosa?» domandò, mentre gli accarezzava i capelli per tranquillizzarlo.

Jimin si portò le mani al viso per cercare di nascondere le lacrime che gli deturpavano i lineamenti angelici. «Non doveva per forza andare così! Io e Taehyung non dovevamo per forza farci male» esclamò. Alzò la testa e guardò Yoongi negli occhi. «E sai come dice il resto della canzone? Lo sai!?»

Anche gli occhi di Yoongi si riempirono di lacrime di fronte a tutto quel dolore. «Io-».

«You know, I know» continuò. «Tu sei me, io sono te. Anche se il mio cuore palpita, sono preoccupato, perché il destino è geloso di noi. Proprio come te, sono così spaventato» Prese la maglia di Yoongi e fece avvicinare i loro visi. «When you see me, when you touch me» I singhiozzi ebbero la meglio e Jimin si rifugiò nel petto del ragazzo, che lo circondò con le braccia. «I-Io non ce la faccio...»

«A fare cosa?» gli domandò l'altro lasciandogli un leggero bacio sui capelli.

«A cantarla» mormorò Jimin. «TaeTae... l-lui è stato il primo a sentire la canzone. Lui è la mia serendipità».

Yoongi aggrottò le sopracciglia. «Serendipità?»

Il biondino annuì sul suo petto. «La serendipità è la fortuna di fare felici scoperte per puro caso e, soprattutto, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra» spiegò senza esitazione.

ho bisogno di te - vmin, kookgaWhere stories live. Discover now