ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ɴᴏᴠᴇ

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[...]

«TaeTae~» disse ridacchiando Jimin, anche se la sua testa diceva: STAI ZITTO, IGNORALO, È UN COGLIONE. Non lo fai? METTI IL BRONCIO, SUBITO. Beh, la sua bocca faceva tutt'altro, portandolo a sorridere. Era così contento che fosse venuto lì per lui. Se l'alcol lo fa riavvicinare a me, lo farò bere più spesso, pensava, mentre si godeva quegli attimi e iniziava a custodirli nel cuore.

Taehyung ridacchiò con lui. «ChimChim~» Jimin perse il conto del battiti al secondo. Era da troppo tempo che non sentiva quel nomignolo uscire dalle sue labbra preferite con quel tono dolce che lo faceva impazzire. Aveva passato un mese ad aspettare quelle parole con quel tono, e ora che gli erano arrivate esplodeva di gioia. «Mi sa che abbiamo bevuto un po' troppo».

Jimin fece finta di pensarci su. «Dici?» Poi fece segno a Taehyung di avvicinarsi e lui non se lo fece ripetere, ritrovandosi a pochi centimetri di distanza dalla sua persona preferita. «Ho sbirciato Namjoon-hyung e Jin-hyung che facevano l'amore».

Taehyung avvampò. «Che hai fatto?» esclamò e si allontanò di scatto da lui.

Jimin rise. «Non si sono accorti di niente, però-»

«ChimChim, sei un pervertito!»

I due scoppiarono a ridere all'unisono. Si godettero quell'atmosfera calma, dove finalmente tutto sembrava andare per il verso giusto. Non la smettevano di ridere, erano entrambi felicemente ubriachi e senza brutti pensieri per la testa, pensieri che li avevano divisi l'uno dall'altro. Ora potevano pensare solo a godersi la compagnia dell'altro.

Jimin si voltò a osservare il volto di Taehyung, sorridendo: amava la sensazione di stare accanto a lui, e si sarebbe goduto ogni singolo attimo questa volta, perché forse sarebbe stata l'ultima. Quindi impresse nella mente le immagini del suo profilo sorridente, spensierato e, soprattutto, ubriaco. Lo amava. Lo amava alla follia. Non credeva fosse umanamente possibile amare una persona così tanto da voler togliersi il cuore dal petto per regalarglielo e farlo sentire amato.

Ben presto i suoi pensieri si fecero malinconici. Ripensò alla prima volta che si erano conosciuti: erano al liceo, lui era il suo compagno di banco. Inizialmente la situazione era stata imbarazzante: c'era Jimin, un ragazzo insicuro che non si piaceva, quindi timidissimo, e poi c'era Taehyung, un ragazzo dalla bellezza afrodisiaca, ultra terrena, praticamente perfetto, che amava gli alieni. Ma lentamente, una volta per i compiti a casa, un'altra volta per i manga e gli anime che entrambi amavano, una volta ancora per alcuni libri in biblioteca e varie ricerche (da fare puntualmente con il proprio compagno di banco), avevano iniziato ad avvicinarsi, diventando così migliori amici, poi soulmates. Almeno fino a un mese fa.

«Sai, mi mancano i vecchi tempi» si lasciò sfuggire Jimin in un soffio. Sperò vivamente che Taehyung non avesse sentito, perché se avesse iniziato a spiegare ciò che intendeva non sarebbe finita bene, lo sapeva. Perché sono così stupido?

«Ovvero?»

Jimin si maledisse. «Lascia perdere» mormorò, con lo sguardo rivolto verso il basso.

Le dita del castano gli presero il mento, i loro occhi si incrociarono e si ritrovarono e i loro cuori iniziarono a galoppare l'uno verso l'altro. Ho bisogno di te, urlavano, ma nessuno dei due pareva dargli ascolto. Si erano persi in loro stessi.

«Jimin» sussurrò Taehyung. I loro visi erano tremendamente vicini. «Parla».

«Mi mancano i tempi in cui eravamo inseparabili. Ti ricordi l'inizio della nostra amicizia?» Gli occhi di entrambi si riempirono di lacrime: mi manchi. «Io ero così timido e insicuro, tu sembravi così perfetto ai miei occhi...»

HO BISOGNO DI TE, vmin kookgaWhere stories live. Discover now