3. Non mandare nessuno

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Per farla stare bene anche a discapito del suo amor proprio.

E Louis ama fare del bene, Louis ama quando un ragazzo gli dice che è stato bellissimo, Louis ama sentirsi importante anche solo per un istante, Louis adora vedere le persone soddisfatte del servizio che gli ha fatto.

Louis vuol far stare bene le persone, è questo che lo rende felice.

E se n'è accorto appena lasciata Doncaster, appena Liam Payne, come un miraggio, è entrato nella sua vita.

Liam l'aveva preso sotto la sua ala, l'aveva consigliato, l'aveva aiutato nei momenti di sconforto.

In fondo Louis gli vuole bene, anche se la sua personalità gli impedisce di amare.

Louis si sveglia all'alba, come previsto la sera prima, senza alzarsi dal letto si allunga verso il comodino, apre il cassetto e ne estrae una sigaretta mal confezionata.

Ne aspira il fumo denso e aspro, tossisce anche qualche volta.

Si rigira nel piumone più volte quella mattina, con la bottiglia di Bourbon al suo fianco, come tutte le mattine.

Quel pomeriggio non ha molto da fare, incontrerà i suoi per un pranzo formale nella villa della mamma di Louis, la quale aveva sposato Mark, volto noto di una altrettanto nota azienda immobiliare.

Louis si veste lentamente, sono le undici, ha bazzicato nel letto per ore senza fare assolutamente nulla.

Si abbottona la camicia bianca a fatica, odia essere così ingessato, il tessuto ruvido gli pizzica il petto e vorrebbe solo strapparsela di dosso.

Ma resiste, si allaccia le bretelle alla vita e si abbassa a infilarsi dei mocassini perfettamente lucidati da Rebeckah, la signora che gli pulisce casa.

Si guarda allo specchio, si sistema il ciuffo con un po' di gel e con i polpastrelli si sfiora il succhiotto leggero che quel ragazzino con gli ormoni a palla gli ha lasciato sotto il mento.

Sorride e spera di non rivederlo mai più.

Esce di casa e raggiunge la villa più velocemente di quanto avesse immaginato.

Ci sono tutti, suo padre, aveva da poco ricominciato a lavorare come impiegato per rimettersi in piedi, sua madre, Louis la trova meno sciupata del solito e ne è felice, le sue sorelle, sono mesi che non le vede.

Infatti le ragazzine gli avvinghiano le gambe e non lo mollano se non sotto minaccia di Mark, che intima a tutti di sedersi per il pranzo.

"Hai trovato più una ragazza alla fine?" Gli sussurra Lottie durante il secondo, Louis sapeva che la ragazza non avrebbe resistito a fargli domande personali ancora per molto.

Il ragazzo sghignazza tra sé e quasi gli va di traverso il vino rosso che sta sorseggiando alle parole della sorella.

"No, ancora disponibile." Sussurra di rimando sorridendo.

Louis si ritrova a pensare che se solo la sua famiglia sapesse la verità su di lui forse si troverebbe internato nel reparto psichiatria di qualche ospedale.

Louis torna a casa con il portafogli appesantito, Mark non si è fatto mancare l'assegno di mantenimento che gli da ogni mese, e con lo stomaco pieno.

Si sdraia sul divano, si allenta i bottoni della camicia e si slaccia le bretelle con uno schiocco secco.

Si toglie le scarpe riponendole ordinatamente ai piedi del divano di pelle ed estrae il cellulare dalla tasca dei pantaloni Versace.

Picchietta sullo schermo perfettamente lucido e se lo porta all'orecchio.

"Liam? Oggi non ci posso essere." Sa già che il ragazzino riccio non verrà, perché sprecare del tempo inutile ad aspettarlo.

Cinquanta SterlineWhere stories live. Discover now