La maglietta di Louis gli sta stretta sui pettorali e un po' si maledice per averla scambiata per la sua.
Harry cammina per la strada, sbatte violentemente le all-star sull'asfalto umido e alza la testa solo quando vede i fanali delle auto illuminargli il viso.
Fa freddo, è novembre e l'aria gelida di Londra gli batte sul viso arrossandoglielo.
Harry arriva a casa, sollevato, si toglie le scarpe senza nemmeno abbassarsi e sprofonda nel divano di seconda mano del soggiorno.
Sbuffa perché si accorge che il telecomando è troppo lontano da lui e non ha la minima voglia di muoversi dalla posizione comoda che ha appena trovato.
Forse dovrebbe alzarsi, magari andare a farsi una doccia, perché ha ancora la saliva di Louis marchiata sulla pelle pallida e il suo sperma tra le ciocche scure dei capelli.
Forse dovrebbe mangiare, perché è da quando è tornato dall'università che non lo fa e il suo stomaco brontola.
Forse dovrebbe chiamare Zayn, almeno per ricordargli che è vivo, e perché è un po' che non lo chiama, troppo occupato per pensare ad altro che non siano sesso, corsi e Silver, la sua gatta.
Eccola che gli salta sulla pancia, Harry sorride e le accarezza il pelo rosso.
Harry dovrebbe fare un sacco di cose, ma non fa nulla.
Rimane sul divano, vecchio, sporco, usato, a pensare a come racimolare soldi.
Perché vuole continuare a vedere il suo bel ragazzo dagli occhi azzurri.
Ma non sa come fare.
Il lavoro alla panetteria gli frutta il necessario per pagarsi solo l'affitto, e le ripetizioni di matematica che da gli pagano quello che gli serve per mangiare.
Quell'ulteriore spesa che è entrata da poco nella sua vita non sa proprio come pagarla.
Harry si risveglia, nella stessa posizione di come si è addormentato, con Silver sulla sua pancia, la saliva di Louis marchiata sulla pelle e il suo sperma tra le ciocche dei capelli.
Allora Harry si alza dal divano, svuota un sacchetto di crocchette per gatti nella ciotola arancione di Silver e si butta in doccia.
Si lascia scivolare lungo la parete e si siede sulle piastrelle lisce e scivolose.
Pensa a Louis, come del resto fa da quando lo ha incontrato.
Pensa alla sua risata che non ha mai più sentito dalla prima volta.
Poi pensa a sé, non si sarebbe mai detto assiduo frequentatore di bordelli.
Eppure nei bordelli lui ci va, e gli piace.
"Si Zayn, lo so. Ti passo a prendere io." Harry attacca.
Ha trovato la voglia di chiamare Zayn che lo ha sgridato, ovviamente, per non averlo più cercato.
Harry si è difeso dicendo solo che aveva avuto da fare.
Harry, tiene stretto il volante mentre alla sua sinistra Zayn, con la sigaretta a metà tra le labbra, guarda fuori dal finestrino.
"L'hai più rivisto?" Esordisce il riccio, bagnandosi le labbra secche.
"Una volta, non era molto importante." Zayn continua a fissare il vuoto davanti a sé con malinconia negli occhi, Harry se ne accorge, ma sa che l'amico non ama parlare di sé, quindi sta buono e guida.
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Cinquanta Sterline
FanfictionHarry non è mai andato a puttane. Non ci ha mai pensato ed effettivamente non ne hai mai sentito il bisogno. Ma alla sua età di esperienze da fare ne ha ancora molte, andare a puttane non è la più nobile ma è comunque qualcosa che vuole fare prima d...